PRODOTTI Il mattino seguente, 7 ottobre 2005 u.s. si è poi svolta, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino (www.fondsrr.org), la manifestazione vera e propria che ha visto coinvolti numerosi giornalisti, operatori del settore e produttori del famoso distillato, tra i quali spiccavano le figure di Cesare Mazzetti e Alessandro Francoli, rispettivamente presidente per il Piemonte e presidente Nazionale dell’Istituto Grappa, Luigi Odello, analista sensoriale e presidente del Centro Studi Assaggiatori, e Iginio Massari, maestro pasticcere. Molti sono stati i temi dibattuti al convegno, dalle tipicità delle grappe piemontesi all’importanza dell’unità e serietà che deve intercorrere tra i produttori di grappa (è infatti alquanto insolito trovare delle grappe venete o di altre regioni che propongono distillati di vinacce piemontesi nel proprio assortimento), ma i dati più interessanti per il settore della ristorazione sono affiorati durante l’intervista fatta al dott. Mazzetti. La prima fondamentale considerazione, il presidente piemontese l’ha espressa rispondendo ad un banale quanto incessante quesito: ma in un mondo dominato da whisky e rum, la grappa, il distillato italiano per eccellenza, quale posto potrebbe ricoprire, al termine di un pasto, sulle tavole, o meglio nei bicchieri, di un ristorante? La risposta, tutt’altro che scontata, è stata: certamente un posto di rilievo, in quanto le grappe, per loro connotazione d’origine, sono i migliori distillati da degustare alla fine di un pasto. Ma non solo, proprio per la loro molteplici derivazioni sono anche molto indicate a fare da accompagnamento ad un dessert piuttosto che ad un formaggio, con contrasti degni degli ormai usuali passiti. A questa risposta, la domanda sorge spontanea:
dottor Mazzetti, quale grappe ci consiglierebbe dunque Lei in abbinamento
ai piatti appena citati? Ma tutti questi superalcolici, dott. Mazzetti,
non sono poi dannosi anche per la salute, oltre che per la patente ? (-
10 punti per la guida in stato di ebbrezza !!! ) Ma secondo lei, cosa si potrebbe fare dunque,
per proporre ad un numero sempre maggiore di ristoratori una carta delle
grappe, da affiancare alle ormai consuete liste di altri distillati, valorizzando
quindi questo prodotto orgoglio nazionale? In ultimo, non vorrebbe lasciarci con una
proposta “allettante”? Grazie e buona grappa a tutti, e ricordate, che la grappa, è solo italiana!!! Fabio Verona
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