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PRODOTTI
LE ALGHE IN CUCINA
Mangiare
le alghe??? Sembra una proposta esotica che ricorda sushi o macrobiotica.
Eppure anche piccole quantità di alghe marine possono avere un
ruolo importante per la nostra salute e dare un appetitoso apporto alla
nostra tavola.
Del resto, siamo nati in mezzo alle alghe - o almeno i nostri lontanissimi
progenitori. Si, perché la vita ha avuto origine nel mare, e le
alghe sono tra le piante più antiche. Che poi ce ne rendiamo conto
o no, le consumiamo praticamente ogni giorno. Sull'etichetta del budino,
del gelato e della mousse di salmone forse non scorgiamo la parola "alga";
ma i termini carragenina e alginati e le sigle dei gelificanti da E400
a E407 ci segnalano la loro presenza.
Le alghe, verdure da buongustai
Le popolazioni costiere di tutto il mondo hanno lunghe tradizioni culinarie
con ricette a base di alghe; l'ambiente mediterraneo non fa eccezione
anche se da noi il loro uso è meno diffuso.
I giapponesi invece sono grandi consumatori di alghe, e molte delle ricette
classiche hanno origine nel Paese del sol levante. Ma anche la cucina
mediterranea può migliorare ulteriormente con un oculato uso di
alghe: per ricette dolci e salate, per pesce e molto altro.
Quando si cuociono le leguminose come lenticchie, ceci ecc. (secche e
lasciate in ammollo in acqua), mettere un pezzetto d'alga nella pentola
è un accorgimento utile per renderle più gustose, più
digeribili, più tenere.
Ogni piatto a base di pesce migliora decisamente di gusto con un tocco
di mare in più, un pezzetto d'alga.
Tra l'altro, molte alghe sono decisamente decorative, e non è il
caso di sminuzzarle e nasconderle.
Per fare qualche prova, procuratevi delle alghe giapponesi
in una erboristeria o un negozi di alimenti speciali o dietetici.
Potreste iniziare con l'Hijiki (o Hiziki; Cystophyllum fusiforme) che
ha sapore delicato, non spiccatamente marino. Si combina bene con tutte
le verdure cotte (potete cuocerle insieme) ma anche con le insalate crude
(in tal caso basta lasciarle in ammollo in poca acqua per 5-10 minuti).
Per tutte le preparazioni a base di pesce, aggiungete qualche pezzetto
(bastano pochi grammi) di Wakame o di Nori.
E se volete fare degli involtini simili ai tradizionali sushi giapponese,
ammorbidite in poca acqua una foglia di Kombu per ogni rotolino da avvolgere.
Se invece desiderate preparare dei dolci e dare loro la giusta consistenza
usate estratti di alghe, praticamente insapori e incolori. Soprattutto
se volete realizzare bavaresi e creme con frutti "esotici" come
kiwi, papaia o ananas dovrete ricorrere all'aiuto dei gelificanti vegetali
perché questi frutti contengono degli enzimi proteolitici, cioè
che scindono le proteine animali; quindi la gelatina ottenuta dalle cartilagini
bovine si separa e non farebbe solidificare il vostro dolce.
Provate a realizzare la "panna cotta" usando Kanteen flakes
o un altro alginato e ... panna cruda, appena scaldata, magari addirittura
allungata con il latte. Il risultato è ottimo, e il sapore di panna
è molto più fresco e "vero" rispetto alla ricetta
in cui la panna viene sottoposta a cottura.
Farmaco alghe
L'industria farmaceutica usa alghe e alginati per molteplici motivi:
- per coprire eventuali sapori sgradevoli dei farmaci
- come legante di pillole e compresse
- per regolare la coagulazione del sangue
- per combattere stitichezza, gastrite, carenze di sali minerali, sovrappeso
- per migliorare la tollerabilità di alcuni farmaci
- per la preparazione di stampi dentari
Ciò
è un'ulteriore conferma che possiamo stare davvero tranquille e
usare anche noi le alghe. Del resto, numerosi documenti testimoniano il
loro uso terapeutico nei vari continenti e attraverso i millenni. Già
molto tempo fa gli indù e alcune popolazioni delle Ande facevano
trasportare da lontano le alghe essiccate per prevenire il gozzo e in
generale la carenza di iodio. I monaci buddisti usavano delle ricette
a base di alghe contro gastrite e disturbi intestinali. Plinio il vecchio
(1. secolo D.C.), autore della Naturalis historia) consigliava le alghe
contro la gotta. Il medico greco Dioscoride Padanio (pure 1. secolo D.C.)
suggeriva l'applicazione esterna in caso di ustioni ed escoriazioni e
l'uso interno contro diarrea e gastrite. In altre aree del Mediterraneo
le alghe venivano impiegate contro i parassiti intestinali. Negli Anni
Quaranta 80 malati di lebbra furono curati con successo, con una zuppa
a base di alghe clorella; da allora questa microalga di acqua dolce viene
apprezzata molto come integratore alimentare, soprattutto in gravidanza,
durante l'allattamento e in situazioni di stress prolungato.
L'industria farmaceutica moderna ricorre soprattutto al alcuni estratti.
Ma perché non fare più spesso uso delle alghe in cucina
o sotto forma di integratori, per stare meglio e per prevenire numerosi
disturbi?
Lo iodio, un minerale molto importante
L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ritiene che la carenza
di iodio durante la gravidanza sia una delle cause principali di possibili
danni cerebrali dell'embrione e di un ritardo del suo sviluppo. Persino
una carenza relativamente piccola potrebbe ridurre del 10 per cento lo
sviluppo intellettivo di un bambino. Lo iodio non solo previene il gozzo
ma interviene in un grande numero di processi metabolici. Una carenza
può portare a sintomi come stanchezza cronica, debolezza muscolare,
eccessiva sensibilità al freddo, modifiche di unghie, capelli e
pelle o aumento di peso corporeo. La carenza di iodio può essere
causata dal prevalente consumo di alimenti che ne contengono poco oppure
dall'uso di farmaci contenenti perclorati, tiocianati, acido paraminosalicilico
o resorcinolo. Il consumo di alimenti provenienti dal mare, soprattutto
di "verdure del mare" cioè di alghe, risolve questo tipo
di carenze.
Il contenuto in iodio nelle alghe marine è tale che ne bastano
quantità modeste per assicurare l'apporto minimo di 110-200 microgrammi
al giorno consigliato dall'OMS.
Raffinare il sale marino e poi aggiungere dello iodio, sotto una forma
meno naturale rispetto all'origine, sembra un controsenso, anche se assai
diffuso. Sembra addirittura che il sale iodato o iodurato non sia ben
tollerato da tutti e che alla lunga possa provocare dei problemi.
Le alghe antiche per difenderci dai mali "moderni"
Alcuni problemi ambientali e gli alimenti "industrializzati"
nonché le modificate abitudini di vita hanno contribuito all'aumento
di malattie poco o per nulla diffuse in passato. E anche in questi casi,
le alghe offrono un grande aiuto.
Nel 1964 il Prof. Sloryna e i suoi ricercatori dell'Istituto Gastroenterologico
dell'Università di MacGill in Canada hanno dimostrato che gli acidi
galvanico e alginico delle laminarie (alghe brune) impediscono l'assorbimento
di stronzio 90 radioattivo, nel nostro organismo.
I metalli "pesanti" e tossici come piombo, cadmio e mercurio
costituiscono un problema crescente, ma vengono chelati (inglobati e poi
espulsi) dalle alghe sia marine che d'acqua dolce; essi infatti legano
questi metalli ai loro carboidrati e li rendono innocui per l'organismo.
Le carragenine, la mucillagine dell'alga Carraghen (Chondrus crispus)
assorbono i raggi X e gli elementi radioattivi e rinforzano le difese
immunitarie.
Spirulina e Chlorella, alghe d'acqua dolce, sono ricche di vitamina B12,
una rarità nel regno vegetale, e vengono impiegate nel trattamento
del diabete e dell'asma. Inoltre hanno, come tutte le alghe, effetto disintossicante,
defaticante e epatoprotettore.
L'alga Hijiki sembra particolarmente attiva nell'attivare la circolazione
sanguigna, regolare la colesterolemia e migliorare la condizione di denti,
pelle e capelli, attraverso una ottimale mineralizzazione.
Cosmetici alle alghe
L'industria cosmetica fa largo uso delle alghe e di loro estratti per
la produzione di:
idratanti per viso e corpo; peeling per viso e corpo; latte detergente
e crema detergente; creme e lozioni struccanti; prodotti dopo-sole; creme
per le mani; prodotti da massaggio; prodotti contro la cellulite e le
smagliature; prodotti di igiene intima; saponi; aggiunte per il bagno;
shampoo; lozioni per capelli (per esempio capelli grassi); creme, gel
e lozioni per barba; deodoranti; dentifrici.
Delle diverse migliaia di tipi d'alghe esistenti, una cinquantina circa
trovano impiego nell'industria cosmetica.
Attenzione però: a volte la pubblicità sfrutta eccessivamente
la fama delle alghe e dà ai prodotti nomi di alghe ... inesistenti.
Gudrun Dalla Via
(articolo pubblicato su Esthetitaly di febbraio 2004)
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