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ENTI E
MINISTERI
L’agricoltura: un settore “vecchio”
“Il 50% degli agricoltori italiani ha più di 55 anni,
come segnalato dall’Osservatorio giovanile per l’imprenditoria
in agricoltura (Oiga) – afferma il Presidente Pantaleo Mercurio,
Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali
- è un dato sconfortante, che indica innanzitutto quanto i giovani
siano disaffezionati al comparto primario.”
Un paradosso perché proprio le nuove
generazioni amano la campagna, le vacanze in agriturismo e i prodotti
tipici ma “non vedono prospettive – dice Mercurio –
nell’agricoltura che genera redditi troppo bassi, un grado di innovazione
e di sviluppo decisamente modesto, con poche possibilità di far
carriera.”
Il sogno, da parte di giovani laureati, di aprire un agriturismo, segnalato
da una ricerca Eurispes, è quindi solo un segnale di un malessere
per la qualità della vita nei centri urbani e non di una reale
volontà di occuparsi nel mondo rurale.
“Il dato più preoccupante – dice Mercurio – è
che l’Italia è fanalino di coda in Europa quanto a presenza
giovanile nel settore primario. Significa che le politiche per favorire
l’accesso dei giovani in agricoltura non hanno prodotto i risultati
attesi. I contributi a fondo perduto per l’insediamento dei giovani
imprenditori, contenuti nei Piani di Sviluppo Rurale (Psr) 2000-2006,
sono stati più un sostegno per aziende in essere, trasferite, almeno
nominalmente da padre in figlio, piuttosto che un incentivo al passaggio
generazionale, all’innovazione e al rinnovamento.”
Occorre quindi legare l’insediamento dei giovani agricoltori a forme
di supporto e auditing aziendale, perché vi sia anche un effettivo
cambiamento nella gestione agronomica e economica dell’impresa agricola.
I giovani vanno guidati e aiutati a crescere, a investire su colture o
segmenti più redditizi di quelli tradizionali, è necessario
che la multifunzionalità (agriturismo, fattorie didattiche…)
diventi reale occasione di guadagno e business.
“I giovani – conclude Mercurio – devono essere incentivati
soprattutto alla formazione specialistica, percorsi di studio e di esperienze
che però non siano generici e aperti a tutti, con conseguenti titoli
poco spendibili sul mercato del lavoro. Occorrono invece progetti concreti
e innovativi, che premino l’alta formazione, master universitari
e corsi di specializzazione post laurea. Gli imprenditori agricoli del
futuro devono saper gestire i fattori produttivi e prendere decisioni
in base ai trend economici ma anche tenendo conto della tutela ambientale,
del risparmio energetico e della qualità del prodotto.”
I Dottori Agronomi e Dottori Forestali hanno chiesto al Ministero delle
Politiche agricole, alimentari e forestali, attraverso l’Oiga, di
attivare il “ Fondo per lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile
in agricoltura, emancipato da vecchie logiche distributive che, superando
i limiti regionali, dia la priorità all’alta formazione specialistica
direttamente finalizzata alla realizzazione di progetti concreti al fine
di promuovere la formazione di imprese che fungano sia di esempio,sia
da polo di attrazione di iniziative similari.
Per informazioni:
Segreteria CONAF
Tel 06 8540174
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