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MINISTERI Si è svolto questa mattina alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino il convegno organizzato dalla Confagricoltura sul tema “Agricoltura e fisco: che cosa cambia per terreni e fabbricati”. L’incontro è servito per fare il punto sulla complessa situazione delle variazioni colturali dei terreni e sull’accatastamento dei fabbricati rurali ed ex rurali. Con il preside della Facoltà di Agraria Bruno Giau e il presidente di Confagricoltura Torino Vittorio Viora sono intervenuti al convegno in qualità di relatori i professori Giancarlo Ragagnin e Dino Franchi, insieme al consulente del servizio fiscale e tributario di Confagricoltura Pietro Medici. Viora, nel suo intervento, ha ricordato che di recente, anche se mancano ancora formalmente gli strumenti operativi, il Parlamento ha concesso ai contribuenti la possibilità di avvalersi dell’istituto del ravvedimento operoso, senza applicazione di sanzioni, per i versamenti effettuati entro il 30 novembre 2007 riguardanti l’aggiornamento delle rendite dei terreni per l’anno 2006. “In pratica – ha spiegato Viora - sarà possibile effettuare i versamenti del saldo 2006 e primo acconto 2007 della denuncia dei redditi sulla base delle vecchie rendite e successivamente provvedere a quanto dovuto, più gli interessi di mora, dopo aver esperito le procedure dell’autotutela per la correzione degli errori”. Secondo un’indagine a campione effettuata dalla Confagricoltura di Torino oltre il 30% dei nuovi redditi dei terreni sono stati attribuiti in modo erroneo: per tutelarsi gli agricoltori possono presentare “istanza di autotutela” all’Agenzia del Territorio oppure un ricorso in Commissione Tributaria, operazioni burocraticamente ed economicamente onerose. “Altro aspetto – ha ricordato Viora - è quello dell’accatastamento dei fabbricati. Con l’articolo 9 della Legge 286/2006 – Istituzione del catasto dei fabbricati – è anche stato disposto che al fine di realizzare un inventario completo ed uniforme del patrimonio edilizio, il Ministero delle Finanze provvede al censimento di tutti i fabbricati o porzioni di fabbricati rurali e alla loro iscrizione, mantenendo tale qualificazione, nel catasto edilizio urbano, che assumerà la denominazione di catasto dei fabbricati”. Il termine per l’accatastamento dei fabbricati che hanno perso i requisiti della ruralità è fissato al 30 giugno prossimo. La “partita” è particolarmente interessante per le casse dello Stato: per l’aggiornamento degli estimi dei terreni è previsto, per il 2007, un introito aggiuntivo di 90 milioni di euro, che salgono a 571 milioni considerando anche l’accatastamento dei fabbricati che hanno perso i requisiti della ruralità: per gli anni successivi il maggior gettito previsto è di 1 miliardo di euro all’anno. “Gli agricoltori – ha aggiunto Viora – sono disponibili a fare, come sempre, la loro parte, ma chiedono che non venga messo in discussione il sistema della tassazione catastale finora adottato e che non si introducano unilateralmente automatismi rivalutativi che non tengono conto delle reali situazioni economico produttive dell’agricoltura. Chiediamo in sostanza che venga rispettato lo Statuto del Contribuente in quanto il sistema adottato per le variazioni delle rendite dei terreni è in contrasto con le norme che raccomandano il rispetto dei principi del legittimo affidamento e del divieto di retroattività delle norme tributarie”. Torino, 8 giugno 2007 |
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