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ENTI E
MINISTERI
LA FUGA DALLA CAMPAGNE
Nel volgere di un decennio le superfici agricole sono diminuite
drasticamente, una riduzione pari al 20%, 3 milioni di ettari non sono
più coltivati.
“Ormai si deve apertamente parlare
di emergenza – sottolinea il Presidente Pantaleo Mercurio, Consiglio
dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali –
un Paese come il nostro, senza agricoltura, è votato al disastro.
Non è soltanto questione di patrimonio agroalimentare e di tradizioni
culinarie, ma anche di biodiversità, di dissesto idrogeologico,
di gestione del suolo, di regimazione delle acque. Se gli agricoltori
fuggono dalle campagne chi penserà a presidiare il territorio,
a gestirlo e tutelarlo, lo Stato forse? E come?”
Sulla base dei dati Istat vi è chiara la percezione che il degrado
e lo stato di abbandono dei campi è diffuso in tutta Italia, anche
se assume connotati più accentuati nel Sud e nelle Isole, dove
sono andati perduti 1,61 milioni di ettari di superficie agraria utilizzabile
(-23% dal 1990 al 2003).
“E’ drammatico soprattutto notare – continua Mercurio
– come non vi sia una sola regione italiana in controtendenza. Dobbiamo
allora prendere atto del fallimento non soltanto delle politiche agricole
comunitarie e nazionali, ma anche di quelle regionali. Fare impresa agricola
non conviene più, si parla di multifunzionalità come salvezza
del mondo agricolo, soprattutto per mascherare il fatto che i redditi
derivanti direttamente dalla produzione agraria sono miseri e decisamente
insoddisfacenti.”
Da una recente indagine Istat emerge che soltanto il 27% delle imprese
agricole italiane ha un fatturato superiore ai 10.000 euro annui, una
soglia che non garantisce neanche la sopravvivenza.
“In Italia – afferma Mercurio – l’agricoltura
è già un’attività part time. Gli agricoltori
sono già costretti a trovare un’altra occupazione e questo
porta, nel lungo periodo, all’abbandono delle campagne. Per far
quadrare i bilanci oggi non si guarda alle ripercussioni negli anni a
venire.”
I Dottori Agronomi e Forestali sottolineano come le misure di sostegno
al reddito degli agricoltori siano essenzialmente disposizioni di tutela
ambientale, legate alla sostenibilità e alla condizionalità,
mentre mancano politiche di reale aiuto alla produzione.
“Gli agricoltori non possono essere solo un baluardo di difesa del
territorio – conclude Mercurio – né semplici manutentori,
inteso nel senso più ampio del termine. Tale attività sociale,
che viene remunerata attraverso la politica agricola comunitaria, non
può e non deve diventare primaria sulla produzione, semplicemente
perché non offre, né potrà offrire, un livello di
reddito accettabile e dignitoso. Occorrono dunque, per arginare la fuga
dalle campagne, con le relative ripercussioni sociali e ambientali, provvedimenti
che rilancino la vera natura dell’agricoltura, quella fruttifera,
votata cioè più produzione di generi di consumo, unitamente
ma non soltanto di servizi alla collettività.”
Per informazioni:
Segreteria CONAF
Tel 06 8540174
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