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ENTI E
MINISTERI
Bag in box? no grazie!
Le Città del Vino chiedono al Ministro per le Politiche Agricole
di bloccare l'iter di approvazione del decreto che autorizzerà
il confezionamento dei vini Doc in sacchetti multistrato in plastica inseriti
in imballaggi di cartone al posto delle comuni bottiglie di vetro
Il messaggio di qualità di un grande vino viene anche dal
suo packacing, e la classica bottiglia, nelle sue innumerevoli forme e
dimensioni, ne rappresenta un elemento imprescindibile. Il lungo e difficile
recupero di immagine, che ha condotto il made in Italy enologico ad imporsi
nel mondo, è passato anche dalla lotta contro forme di confezionamento
sinonimo di bassa qualità. Una lotta che, oggi, sembra cedere il
passo di fronte all'imminente approvazione, predisposta da parte del Ministero
per le Politiche Agricole, del decreto che autorizzerà il confezionamento
dei vini Doc in bag in box: dalle Città del Vino si alza forte
l'appello contro il pericolo per l'inevitabile declassamento delle sempre
più tormentate denominazioni italiane e per l'apertura di un confronto
che permetta di elaborare una strategia condivisa a sostegno delle eccellenze
vitivinicole del nostro Paese.
Il cambio al vertice del Ministero delle Politiche Agricole non ferma
l'iter, già avviato dal ministro precedente, che porterà
all'approvazione del decreto legislativo per l'utilizzo del bag in box,
il contenitore inventato in Australia composto da sacchetti multistrato
in plastica inseriti in imballaggi di cartone, destinato, sembrerebbe,
a sostituire la classica bottiglia dei vini a denominazione d'origine
italiani. Protagoniste nella storia recente della lunga battaglia per
recuperare l'immagine dei nostri vini abolendo confezionamenti di bassa
qualità e favorendo strategie di marketing e promozione territoriale
efficaci e capillarmente diffuse, le Città del Vino - l'associazione
dei comuni a più alta vocazione vitivinicola d'Italia - si schierano
contro il pericolo dell'inevitabile declassamento complessivo del sistema
delle denominazioni, mettendo in evidenza il già abbastanza tormentato
contesto in cui il decreto va ad inserirsi: come non pensare al nuovo
regolamento sulla OCM vino, che sarà pubblicato il prossimo agosto
- già problematico per la semplificazione in DOP, IGP e VdT, con
la possibilità per questi ultimi di poter inserire in etichetta
vitigno e annata - e che pone la necessità di aprire una discussione
complessiva sulle conseguenze della riforma stessa. In questo contesto,
l'imminente decreto può creare un ulteriore elemento di disorientamento
per le Dop e complicare la discussione sulle modifiche che andranno introdotte
alla Legge 164/92.
“Se tutto questo si fa per il mercato - afferma il Presidente delle
Città del Vino Valentino Valentini - o, per meglio dire, per aiutare
quelle denominazioni che hanno difficoltà a piazzare i loro vini
che sono fermi in cantina, allora perché non si declassano a Igt
- in questo caso il bag in box sarebbe ammesso - o addirittura non si
mette mano a queste denominazioni trasformandole in indicazione geografica?
Tutti dicono, nell’ambiente del vino italiano, che le Doc sono troppe.
Ebbene, allora decidiamo quali sono quelle che meritano di esistere e
quali, invece, potrebbero fare un passo indietro; tra l’altro già
i vini Igt possono essere confezionati in bag in box.” Se il previsto
decreto intende intervenire a sostegno del mercato, occorre necessariamente
tenere conto della visione complessiva dei problemi che in questo momento
stanno interessando il mondo del vino italiano, altrimenti può
rappresentare una minaccia all'immagine di qualità ed eccellenza
del vino italiano nel mondo, anziché un auspicato vantaggio.
Relazioni con la stampa
Emma Lucherini
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