ENTI E MINISTERI

NESSUN ACCORPAMENTO ORDINISTICO DEVE ESSERE IMPOSTO PER LEGGE

In riferimento alle recenti pressioni sul Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali per eventuali accorpamenti con figure professionali simili, il Presidente Pantaleo Mercurio frena: “Non solo l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali è ricco di storia e di tradizioni, che ricordiamo con orgoglio, ma anche le competenze professionali della nostra categoria sono diverse da quelle di altri Ordini. Basti pensare a tutta la tematica ambientale, di salvaguardia del territorio e delle risorse naturali che ci è propria. Vorrei anche ricordare che talune competenze, quali quelle in materia di forestazione, sono state riconosciute come esclusive per la nostra categoria in virtù proprio delle nostre specificità che, invece, troppo spesso, vengono ridimensionate a causa di superficialità di giudizio oppure per opportunismo politico. No assoluto, quindi, ad ipotesi di accorpamento o di condivisione delle nostre competenze che anzi crediamo vadano rafforzate, specie nell’ottica della crescente sensibilità dell’opinione pubblica su argomenti quali tutela dell’ambiente e sicurezza alimentare.”
I Dottori Agronomi e Dottori Forestali sono inoltre scettici sulla possibilità che fusioni decise dall’alto, nei palazzi della politica, possano realmente funzionare e che invece non siano foriere di ben altri problemi o tensioni.
“Non siamo pregiudizialmente contrari – aggiunge Mercurio – all’ipotesi di accorpamenti orizzontali, ma questi devono scaturire da un processo democratico di condivisione e di sinergie crescenti. Tale formula, soprattutto, consentirebbe di mantenere ciascuno le proprie identità e particolarità, unendo le energie solo a livello amministrativo o per programmi comuni, un’operazione che non posso escludere sia possibile mantenendo Ordini separati e distinti.”
I Dottori Agronomi e Dottori Forestali credono nella chiarezza e trasparenza nei confronti della collettività, per questa ragione chiedono che professioni riconosciute e ben note alla pubblica opinione non vengano spazzate via in virtù di una politica di “semplificazione” che invece può creare squilibri.
“Temi d’interesse sociale tanto delicati quanto le valutazioni d’impatto ambientali, la tutela dei boschi, delle acque, dell’agroalimentare e della ruralità – conclude Mercurio -. non possono essere condivisi con chi, magari sulla base di attestati a qualche fantomatico corso di formazione, millanti una conoscenza specifica e multidisciplinare. In un simile contesto, una liberalizzazione selvaggia porterebbe ad aggravare i problemi ambientali, con conseguenze nefaste sulle generazioni future.”


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