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Pesca e ricerca, matrimonio 'da mare'
"Nel Mediterraneo convivono un'elevata biodiversità degli
ecosistemi e una grande eterogeneità culturale, sociale ed economica
dei popoli che vivono lungo le coste", spiega Sergio Vitale dell'Istituto
per l'ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr di Mazara del Vallo. "In
questo mare di complessità, da tempo immemorabile la pesca costituisce
uno degli elementi".
Ogni giorno garantiscono l'approvvigionamento di pesce fresco di qualità
a supporto della cucina mediterranea, da sempre richiamo e delizia per
i buongustai a livello nazionale e internazionale. Sono i pescatori di
professione, che oggi vivono un presente pieno di incertezze e contraddizioni
bisognoso di un profondo ripensamento, per la stessa sopravvivenza dell'attività.
A far soffrire il settore, il caro gasolio, le nuove tabelle d'armamento
per i pescherecci e, non ultimo, la diminuzione del pescato.
"Nel Mediterraneo convivono un'elevata biodiversità degli
ecosistemi e una grande eterogeneità culturale, sociale ed economica
dei popoli che vivono lungo le coste", spiega Sergio Vitale dell'Istituto
per l'ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr di Mazara del Vallo. "In
questo mare di complessità, da tempo immemorabile la pesca costituisce
uno degli elementi".
Dopo un'iniziale diffidenza, tra i pescatori e i ricercatori si è
sviluppata una fase di collaborazione. "Questo scambio di esperienze
e conoscenze consente di assicurare le giuste risposte agli obiettivi
di crescita, nel rispetto della conservazione degli ecosistemi marini
e della sostenibilità, anche economica, dell'attività di
pesca. Nuovi strumenti e metodologie sono in fase di sviluppo per migliorare
le capacità di osservazione e di modellizzazione del sistema. Nonostante
le aumentate conoscenze sullo stato e la dinamica degli stock ittici,
il livello di sfruttamento nei mari italiani risulta ancora eccessivo
rispetto alle capacità produttive", aggiunge Fabio Fiorentino
dell'Iamc-Cnr di Mazara del Vallo. "In particolare, il grande sviluppo
tecnologico degli ultimi decenni (Global positioning system-Gps, ecoscandagli
e apparecchiature per la stima della biomassa in mare) se da un lato ha
fornito ai ricercatori nuovi mezzi utili ed efficaci sulla sostenibilità
delle attività di pesca, dall'altro ha favorito un incremento delle
potenzialità di cattura da parte degli operatori".
Nel campo dell'innovazione tecnologica, l'Istituto di Mazara e di Capo
Granitola è impegnato in diverse attività tra cui: il Programma
nazionale di raccolta dati alieutici, il progetto Bandiera Ritmare, quello
per il Mezzogiorno Ssd Pesca e Teseo. "Tra gli aspetti più
innovativi, c'è poi la realizzazione del 'peschereccio del terzo
millennio': un vascello modulare di nuova concezione che unisce risparmio
energetico, selettività delle modalità di pesca, valorizzazione
del pescato e tecnologie Ict. Una tappa fondamentale per una nuova fase
di sviluppo della pesca", continua Fiorentino.
La sfida consiste, quindi, nell'indirizzare la tecnologia verso l'intera
filiera 'dal mare alla tavola'. "Solo così l'innovazione potrà
giocare un ruolo primario nell'assicurare alla ricerca strumenti idonei
a mettere a punto modelli previsionali attendibili, ma anche ad aumentare
le capacità di gestione dei processi di cattura (Vessel monitoring
system)", conclude il ricercatore dell'Iamc-Cnr. (Silvia Mattoni
- www.aiol.it)
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