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ENTI E
MINISTERI
Pac, il Consiglio trova una mediazione: “È stato
un successo”
La Presidenza irlandese vuole un accordo sulla nuova della
Politica agricola comune per giugno. De Castro (S&D): “Dei passi
avanti e qualche arretramento ma buon inizio”. Esulta la Coldiretti
La Presidenza di turno irlandese è
determinata a portare a casa la riforma della Politica agricola comune
(Pac). Nella notte tra il 19 e il 20 marzo i ministri dell’Agricoltura
dei Ventisette hanno trovato un accordo sulla loro posizione e ora può
avere finalmente inizio il cosiddetto “trilogo”, ovvero i
negoziati tra Consiglio dell’Ue, Commissione europea e l’Europarlamento,
che ha votato la sua posizione la settimana scorsa in plenaria. Il compromesso
è stato raggiunto a maggioranza qualificata, con il sostegno di
25 paesi su 27, soltanto Slovenia e Slovacchia “non sono state nelle
condizioni di sottoscrivere”, e questo dà comunque un mandato
forte alla presidenza.
“È stato un successo, ma questa è solo una tappa intermedia
– ha spiegato il ministro irlandese Simon Coveney, che ha gestito
le trattative tra gli Stati – Ora esorto i partecipanti delle tre
le istituzioni a raddoppiare gli sforzi per arrivare a una conclusione
entro la fine del mese di giugno”. Dublino ci tiene molto a concludere
la pratica prima dell’inizio del semestre Lituano, e a potersi così
attribuire l’eventuale successo. I negoziati inizieranno l’11
aprile, in calendario ci
Le proposte di Consiglio e Parlamento non sono molto lontane e questo
fa ben sperare, è stata accolta ad esempio la richiesta dell’Aula
di avere maggiore flessibilità, sia per quanto riguarda i pagamenti
diretti, per permettere agli Stati di gestire e distribuire meglio i fondi,
sia per quanto riguarda il “greening”, le politiche ambientali,
per quanto riguarda la diversificazione delle colture a seconda della
dimensione aziendale.
L’Itala al momento può dirsi soddisfatta, a negoziati ancora
in corso il ministro Mario Catania aveva parlato di “un quadro complessivo
quasi ottimale”. Il nostro Paese giudica positivi i compromessi
sul greening, sulla definizione di ‘agricoltore attivo’ e
sulla flessibilità interna, mentre ha alcune perplessità
su questioni ritenute “di seconda linea”, come il miglioramento
del sistema degli aiuti accoppiati, la questione delle quote di produzione
dello zucchero. Su quest’ultimo punto Catania ha espresso la sua
“perplessità” alla proroga del regime delle quote,
che “non è una questione di poco conto” ha detto. Roma
vorrebbe infine l’innalzamento del tetto del contributo pubblico
per la gestione del rischio dal 65% all’80%, si tratta dei contributi
alle assicurazioni per danni al settore dovuti ad eventi naturali o a
crisi del mercato. Il livello dell’80% è già previsto
per il vino, l’Italia vorrebbe estenderlo anche alle altre produzioni.
Il compromesso raggiunto ieri sera dal Consiglio dei ministri agricoli
mostra qualche passo in avanti e qualche arretramento, ma è un
passaggio fondamentale per la riforma della Pac” ha commentato Paolo
De Castro (S&D), presidente della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento.
Per De Castro il testo del Consiglio è una buona base per cominciare
le trattative, anche se rimangono alcune perplessità. “In
un momento in cui è necessario per l’Europa puntare con decisione
sul ricambio generazionale, sembra contraddittoria la decisione sulla
volontarietà del regime di sostegno sui giovani agricoltori che
il Parlamento ha sempre difeso con forza come obbligatorio” ha affermato
De Castro, che ha criticato anche la facoltatività del tetto ai
contributi alle aziende agricole, che per Strasburgo dovrebbe essere fissato
a 300mila (escluse le cooperative) dappertutto, mentre per i Ventisette
ciascuno Stato deve decidere se metterlo in atto o meno.
“La nostra priorità è la semplificazione amministrativa
e la trasparenza, e questo sarà il nostro linea rossa nei negoziati”,
ha aggiunto Giovanni La Via (Ppe), relatore per la gestione di finanziamento.
La Via si rammarica “del fatto che il Consiglio vuole applicare
ulteriori sanzioni per gli agricoltori che non saranno in grado di applicare
le misure ecologiche obbligatorie”, punto su cui il capodelegazione
del Pdl, nella proposta dell’Aula, aveva chiesto misure per distinguere
tra una inadempienza, che potrebbe essere facilmente corretta, e un vero
e proprio tentativo di frode.
E gli stessi agricoltori sembrano apprezzare il modo in cui stanno andando
avanti le cose a Bruxelles. “Le modifiche apportate alla definizione
di agricoltore attivo rappresentano un passo in avanti per riorientare
le minori risorse disponibili, premiando chi vive e lavora di agricoltura,
le attività rivolte alla produzione di cibo, nonché alla
sostenibilità ambientale” ha affermato il presidente della
Coldiretti, Sergio Marini. “Siamo fiduciosi – ha concluso
Marini – che il Parlamento Europeo nei negoziati saprà migliorare
un’intesa globale positiva che combatta anacronistiche rendite fondiarie.
Ci aspettiamo anche impegni positivi per le diverse questioni che ancora
non hanno trovato risposte adeguate alle esigenze della nostra agricoltura”.
(Alfonso Bianchi - www.eunews.it)
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