ENTI E MINISTERI

Nitrati: Agrinsieme sollecita Governo e Regioni a intervenire in tempi rapidi per dare risposte alle pressanti richieste delle imprese agricole
Il coordinamento Cia, Confagricoltura, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital, Legacoop-Agroalimentare chiede di individuare un percorso coerente a livello legislativo e amministrativo che dia seguito alle indicazioni della normativa e dell’accordo Stato-Regioni del 5 maggio 2011. Vanno evitati inutili e dannosi contenziosi con l’Unione europea.
 
Sulla vicenda nitrati è necessario che i ministeri delle Politiche agricole e dell’Ambiente e le Amministrazioni regionali individuino in tempi rapidi un percorso coerente a livello legislativo e amministrativo che dia seguito alle indicazioni della normativa e dell’accordo Stato-Regioni del 5 maggio 2011, per andare incontro alle pressanti richieste delle imprese agricole, evitando inutili e dannosi contenziosi con l’Unione europea. E’ quanto sollecitano le organizzazioni aderenti ad Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital, Legacoop-Agroalimentare).
La necessità di dare risposte puntuali alle esigenze delle imprese zootecniche che stanno riscontrando notevoli difficoltà ad applicare i numerosi adempimenti previsti dalla normativa sui nitrati -rileva Agrinsieme- è stata colta dal Decreto Sviluppo bis.
Un provvedimento che -afferma Agrinsieme- si è posto l’obiettivo di accelerare la ridefinizione delle aree vulnerabili anche in relazione alla necessità di valutare con più attenzione il ruolo effettivo sull’inquinamento delle acque esercitato da ciascuna attività, non solo da quella agricola.
Le nuove norme -sottolinea ancora Agrinsieme- fanno riferimento all’accordo Stato-Regioni che aveva ritenuto inadeguati e sproporzionati gli oneri gestionali e amministrativi previsti nei programmi d’azione a carico delle aziende zootecniche. Accordo che al primo punto aveva sollecitato l’aggiornamento della delimitazione delle aree vulnerabili, sulla base di uno specifico studio da predisporre entro il 31 dicembre 2011, ma non ancora realizzato.
La formulazione delle norme recentemente approvate rischia, però, di creare -denuncia Agrinsieme- disorientamento e incertezza in ordine al rispetto della normativa comunitaria. E, questo, con il rischio che la Commissione europea prenda provvedimenti contro l’Italia e sanzioni, in una fase successiva, gli stessi agricoltori per il mancato rispetto della legislazione europea.
E’ necessario, pertanto, che in tempi rapidi vengano fornite precise indicazioni, da parte delle Amministrazioni centrali e territoriali, per gestire -conclude Agrinsieme- questa delicata fase legislativa al fine di evitare ulteriori criticità a carico delle aziende. (www.cia.it)

 

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