ENTI E MINISTERI

Libero scambio Ue-Usa: cinque cose da sapere
Pro e contro del progetto di integrazione commerciale tra Stati Uniti ed Europa

Per ora, si tratta di una semplice dichiarazione di intenti, rimbalzata su entrambe le sponde dell'oceano. Ma, se Washington e Bruxelles passeranno velocemente dalle parole ai fatti, per gli Stati Uniti e per l'Europa potrebbe aprirsi all'orizzonte un cambiamento di portata storica. E' quello provocato da un eventuale accordo di libero scambio tra gli Usa e l'Ue, per creare un'area commerciale fortemente integrata attorno all'Atlantico.
Ieri, parlando al Congresso, durante il Discorso sullo Stato dell'Unione, il presidente Barack Obama ha infatti manifestato la propria disponibilità a far partire i negoziati con l'Europa. Il via libera di Washington è giunto dopo che i leader del Vecchio Continente (su spinta della Gran Bretagna e delle Germania) si erano già pronunciati a favore di una trattativa, durante l'ultimo vertice Ue di Bruxelles.
LA RIELEZIONE DI OBAMA NEL 2012
Dunque, per adesso è stato compiuto soltanto un primo passo, seppur importante, e la strada per la creazione di un'area di libero scambio tra Usa-Ue è ancora molto lunga e incerta. Tuttavia, anche se è impossibile fare previsioni esatte, si può già prevedere (a grandi linee) cosa cambierà se questo processo arriverà in porto. Ecco in sintesi, lo scenario che si profila all'orizzonte.
VIA I DAZI.
La nascita di una zona di libero scambio significa ovviamente la caduta dei dazi doganali sui beni che viaggiano tra una sponda e l'altra dell'Oceano, dagli Usa verso l'Europa, e viceversa. Già oggi, però, questi balzelli sono abbastanza modesti e non incidono particolarmente sui prezzi delle merci (sono in media di circa il 3%, secondo le stime dell'Ue).
MENO COSTI PER LE IMPRESE.
La caduta delle barriere commerciali avrà una ricaduta positiva sui conti delle aziende che, oltre a non pagare i dazi, eviteranno molte costose procedure amministrative e doganali. Secondo le stime dell'Ue, la zona di libero scambio farebbe risparmiare alla imprese europee diverse decine di miliardi di euro all'anno.
CRESCITA DEL PIL.
Se i risparmi ottenuti dalle aziende si trasformeranno in nuovi investimenti produttivi, vi saranno immediatamente dei benefici per l'economia di entrambe i continenti. Secondo le previsioni più accreditate, la zona di libero scambio farà crescere il pil europeo dello 0,5% in più all'anno, per un valore di 120 miliardi di euro.
BARRIERE NON DOGANALI.
Oltre all'eliminazione dei dazi, un eventuale accordo di libero scambio porterà con sé anche una caduta delle barriere extra-doganali. In altre parole, per far circolare le merci tra una sponda e l'altra dell'Oceano, gli Usa chiederanno di modificare le regole assai restrittive che oggi, in Europa, colpiscono molti beni in commercio (alimenti, prodotti agricoli e farmaci) e impediscono l'eccesso sul mercato di molti esportatori statunitensi.
I RISCHI PER L'UE.
L'eventuale caduta delle barriere extra-doganali è proprio uno dei fattori che preoccupa di più chi, come i deputati verdi al Parlamento Europeo, si dichiara contrario alla creazione di una zona di libero scambio Usa-Ue. Il fronte ecologista teme infatti che vi sia un allentamento di alcune restrizioni importanti per la tutela della salute, come quelle in vigore nel settore dei medicinali  e, soprattutto, nella coltivazione di prodotti agricoli contro l'utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm).
(Andrea Telara - http://economia.panorama.it)


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