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I ministri dell’agricoltura respingono
tutte le misure ambientali fondamentali per una vera riforma della PAC
Nel Consiglio Europeo del 18 e 19 marzo i Ministri dell’Agricoltura
dei 27 Stati membri dell'Unione Europea hanno concordato la posizione
finale sulla riforma della PAC che sarà portata, il prossimo 11
aprile, al tavolo dei negoziati con il Parlamento e la Commissione.
Grande delusione per le 14 Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura
biologica che avevano rivolto un ultimo appello al Consiglio Europeo per
una vera riforma della PAC in grado di premiare i sistemi agricoli che
tutelano la biodiversità, l’acqua, il suolo.
“Purtroppo non siamo stati ascoltati ed importanti provvedimenti
che avrebbero reso la PAC del futuro più verde sono stati cancellati
dai Ministri dell’Agricoltura della UE. In questo modo i benefici
ambientali della PAC rischiano di essere perfino minori della politica
attualmente in vigore”, commenta Maria Grazia Mammuccini, portavoce
delle 14 Associazioni.
Nonostante il Parlamento Europeo avesse votato la settimana scorsa criteri
più stringenti per un’agricoltura maggiormente sostenibile,
i Ministri dell'agricoltura UE hanno, in modo scandaloso, ridotto le norme
in materia di tutela dell’ambiente, di sicurezza alimentare, benessere
animale e salute pubblica, requisito obbligatorio per ottenere i contributi
della PAC. Tutto questo sarà controproducente per gli stessi agricoltori,
per i cittadini europei ed ovviamente per l’ambiente.
"Non condividiamo la soddisfazione del Ministro Catania per l’accordo
raggiunto dal Consiglio Europeo, se vogliamo assicurare un futuro agli
agricoltori e all'ambiente, i Ministri dell’agricoltura devono rendersi
conto che la riforma della PAC deve garantire la conservazione della biodiversità,
la difesa del suolo, la gestione sostenibile dell’acqua, favorendo
quei sistemi agricoli che producono maggiori benefici per l’ambiente,
come l'agricoltura biologica. Per questo la decisione del Consiglio Europeo
di cancellare la spesa minima per l'ambiente nello Sviluppo Rurale, in
contrasto con la posizione già assunta dal Parlamento, è
inaccettabile ", prosegue Maria Grazia Mammuccini.
Le principali decisioni del Consiglio Europeo contestate dalle 14 Associazioni
ambientaliste e del biologico sono l’indebolimento del greening,
con notevoli esenzioni per molti agricoltori che potranno accedere senza
particolari impegni al premio aggiuntivo del 30% dei pagamenti diretti.
Le misure ambientali sono state indebolite al punto che il greening non
produrrà nessun reale beneficio per l’ambiente.
Nessuna spesa minima per l'ambiente: il Consiglio ha cancellato la spesa
minima obbligatoria per le misure ambientali nello Sviluppo Rurale - un
grave passo indietro rispetto alla PAC attuale, in cui almeno il 25% delle
risorse sono obbligatoriamente destinate alla tutela dell'ambiente.
Doppio finanziamento: Il Consiglio sostiene esplicitamente il doppio finanziamento
per gli agricoltori che realizzano le stesse attività per l’ambiente.
Praticamente pagati due volte per fare la stessa cosa, un provvedimento
che potrebbe costare fino a 21 miliardi di euro in sette anni.
Cancellate le norme a tutela dell’ambiente: il Consiglio Europeo
ha cancellato dai requisiti obbligatori per ricevere i finanziamenti della
PAC il rispetto delle norme che recepiscono la Direttiva quadro sulle
acque e la direttiva sui pesticidi, presenti nella proposta della Commissione.
Nessun limite massimo per i pagamenti diretti: per il Consiglio Europeo
il limite è facoltativo, neanche 300.000 euro fissati dall’europarlamento
sono stati valutati sufficienti. Quindi nessun rafforzamento dello Sviluppo
Rurale nel quale vengono mantenute anche le misure assicurative contro
le calamità naturali estranee allo Sviluppo Rurale e che assorbiranno
una parte rilevante delle risorse disponibili.
La Portavoce del tavolo delle associazioni Maria Grazia Mammuccini 335
7594514
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