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ENTI
E MINISTERI
Nasce il Consorzio di tutela della piadina:
la produzione tocca i 35 milioni di kg
Dopo aver ottenuto a gennaio il riconoscimento Igp in Italia,
un passo verso la tutela di un altro caposaldo della tradizione gastronomica
regionale
Dopo il deposito in Camera di Commercio
della ricetta della Crescenta, ancora un'iniziativa che afferma la tradizione
gastronomica regionale: è nato il Consorzio di tutela e promozione
della Piadina romagnola.
Quattordici i produttori coinvolti, in rappresentanza di tutta la zona
di lavorazione consentita dal disciplinare, da Rimini fino a parte della
provincia di Bologna, passando per Forlì-Cesena e Ravenna. Nel
gennaio scorso la piadina aveva ottenuto il riconoscimento Igp (transitorio
a livello nazionale), in attesa che si esprima la Commissione europea.
In Romagna la produzione ha raggiunto i 35 milioni di kg per un fatturato
di circa 70 milioni di euro, che salgono a 92 se si considerano le zone
contigue di San Marino e dell'Emilia. A questi numeri vanno aggiunti i
fatturati dei chioschi, diffusi in ogni angolo della Romagna e il cui
giro d'affari è stimato in ulteriori 15-20 milioni di euro.
POLEMICHE. Slow Food e la Confesercenti sono contrari al marchio Igp per
la piadina industriale. "Mi chiedo se chi ostacola il riconoscimento
Igp della piadina romagnola - ha detto il presidente del neonato Consorzio
Elio Simoni - a distanza di ben 11 anni, abbia ancora oggi compreso i
termini della questione: non riguarda la diatriba tra chioschi o produzione
industriale, bensì la salvaguardia di un prodotto nel suo territorio
di origine. Il Consorzio, che raggruppa circa il 50% dei produttori, si
è posto come obiettivo la tutela del territorio e della sua piadina.
Il disciplinare fissa paletti rigidi e ben precisi sulla zona di produzione,
gli ingredienti, la sua storia, i controlli e la commercializzazione.
E' uno strumento di tutela che va a vantaggio di tutte le imprese del
territorio, grandi e piccole".(www.bolognatoday.it)
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