|
ENTI E
MINISTERI
Corte dei conti, spesi male i fondi Ue per l'economia rurale
Lo sostiene l'organo di controllo degli
interessi finanziari dell’Unione, sulla base di sei programmi di
sviluppo rurale in diversi Paesi europei, tra cui l’Italia
I fondi comunitari messi a disposizione dello Sviluppo rurale non vengono
spesi al meglio: è giunta a questa conclusione la Corte dei conti
europea, guardiana degli interessi finanziari dei cittadini dell’Unione,
analizzando un campione di sei programmi in diversi Paesi europei, tra
cui l’Italia.
Come vengono spesi 7 miliardi di fondi dedicati alla diversificazione
dell’economia rurale?
La verifica dei controllori dei conti si è concentrata sull’asse
3 dello sviluppo rurale, in particolare su tre misure: diversificazione
in attività non agricole, sviluppo del tessuto produttivo e turismo.
Nel mirino, la responsabilità nella gestione dei fondi da parte
della Commissione europea e degli Stati membri.
Sei quelli presi in causa: oltre all’Italia, Francia, Repubblica
ceca, Polonia, Svezia e Regno Unito, ma la Corte ritiene che questo campione
sia sufficientemente rappresentativo di quanto avvenga su tutto il territorio
europeo.
La spesa dell’Unione per queste misure – il cui scopo è
affrontare disoccupazione, spopolamento e scarse opportunità delle
zone rurali – è pari a 5 miliardi di euro per il periodo
2007-2013, a cui si aggiungono altri 2 miliardi di cofinanziamento nazionale.
Assenza di obiettivi specifici, selezioni dettate dalla liquidità
finanziaria, controlli insufficienti
Diverse e variegate le problematiche emerse dall’audit. Innanzitutto,
i programmi di sviluppo rurali non vengono definiti delineando obiettivi
chiari e specifici. Così facendo, la selezione dei progetti è
dettata più dalla domanda che dall’esigenza di perseguire
determinati scopi.
Ed ecco che, all’inizio del periodo di programmazione finanziaria,
quando le casse comunitarie sono piene, vengono finanziati tutti i progetti
ammissibili, mentre in periodi di “magra” anche progetti molto
validi non vengono finanziati. Un’attitudine che chiaramente non
premia l’efficienza.
Inoltre, è stato rilevato che in diversi casi sono stati sostenuti
con fondi europei progetti che sarebbero stati comunque realizzati, anche
senza tale finanziamento: uso evidentemente non ottimale dei fondi stessi.
Problemi sono stati riscontrati anche sul versante dei controlli, con
monitoraggi insufficienti o inadeguati, che non hanno permesso di valutare
gli effetti delle misure sul quadro occupazionale.
Le conclusioni dei controllori dei conti
Scontata la raccomandazione che emerge a seguito della verifica condotta:
Commissione e Stati membri vengono invitati a prendere tutte le misure
necessarie affinché i fondi comunitari, in futuro, vengano indirizzati
ai progetti con le maggiori probabilità di conseguire le finalità
delle misure. Il che implica, da una parte, una migliore definizione degli
obiettivi stessi, e in secondo luogo una selezione basata su criteri più
rigorosi, non influenzata dalla quantità di liquidità disponibile
in un dato momento.(Laura Serassio - http://agronotizie.imagelinenetwork.com)
Torna all'indice di ASA-Press.com
|
|
|