ENTI E MINISTERI

Dall’Ue passi avanti per la tutela del “made in italy”
Con il “pacchetto qualità” svolta sulle denominazioni d’origine: le misure di salvaguardia su Dop e Igp passano agli Stati membri.
 
“Una vittoria per il made in Italy”: così il ministro Catania e il presidente della Comagri De Castro hanno definito l’approvazione del “pacchetto qualità”. Il provvedimento, che avrà l’ok definitivo con il voto finale di settembre e che sarà entro l’anno in Gazzetta ufficiale, è il risultato del gioco di squadra tra Parlamento europeo e Consiglio, che si è rivelato in questo caso estremamente redditizio.
Dalla prima versione del testo del decreto, infatti, gli elementi di novità sono tanti, a cominciare dal ruolo degli Stati membri: “è stata messa definitivamente la parola fine alla questione spinosa legata alla famosa ‘sentenza Parmesan’”, ha detto il ministro delle Politiche agricole Mario Catania. “Da oggi finalmente si passa a un nuovo regime, in cui ogni Stato si deve attivare per controllare e garantire la qualità, stilando il regolamento per le Dop e le Igp del proprio territorio. Quindi non è più necessaria una denuncia di parte affinché si attivi il processo di protezione su un prodotto riconosciuto a livello comunitario”.
Questo è il vero “punto di svolta del nuovo testo”, ha continuato il ministro Catania. Ma non è l’unico elemento nuovo: la ridefinizione del ruolo dei consorzi di tutela, ad esempio, ai quali viene attribuito il compito di contribuire alla protezione ed alla promozione delle denominazioni d’origine. Poi ancora: l’introduzione di nuove categorie come quella di “prodotto di montagna” e “prodotto delle isole”, di prossima approvazione. E la modifica del disciplinare della Stg (specialità tradizionale garantita), che nella precedente versione rischiava di compromettere le due Stg italiane (pizza napoletana e mozzarella). Anche in questo caso “è stato fondamentale il ruolo dei nostri rappresentanti in sede di Parlamento europeo, che hanno ottenuto una procedura semplificata per la registrazione ed è stata portata a 10 anni il periodo che decorre dalla data di entrata in vigore del regolamento all’utilizzo del logo Stg per i prodotti registrati senza riserva del nome”.
“Unico neo -ha dichiarato il presidente della Cia Giuseppe Politi- è il mancato allargamento della programmazione produttiva a tutte le filiere”. Ma il ministro nega che si tratti di una sconfitta negoziale italiana: “Se con il ‘pacchetto latte’ abbiamo ottenuto la programmazione di produzione -ha continuato il ministro-, con il ‘pacchetto qualità’ stavamo arrivando all’estensione di questa misura a tutte le filiere, ma la complessità del testo non ce l’ha permesso”.
“Ma la nostra battaglia per la qualità non finisce qui -ha aggiunto il presidente Paolo De Castro. Ci impegniamo fin da ora a portarla avanti nell’ambito del negoziato della Pac. E il relatore sulla Ocm unica del Parlamento europeo, Michelle Dantin, si è impegnato personalmente per raggiungere questo obiettivo”.
“L’evoluzione del testo del ‘pacchetto qualità’, comunque è la testimonianza dell’efficacia del processo codecisionale tra Parlamento e Consiglio, stabilito dal Trattato di Lisbona” -ha continuato De Castro, che ha chiarito come questo provvedimento contribuisca a riequilibrare i rapporti di forze in sede Ue. “In Consiglio la componente mediterranea è spesso in minoranza rispetto ai Paesi del nord Europa. Mentre non è così in Parlamento dove i Paesi mediterranei hanno quasi la maggioranza assoluta”. (www.nuovaagricoltura.net)


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