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ENTI E
MINISTERI
True Italian Food and Wine: una rete per difendere
il Made in Italy
Un'alleanza di produttori e distributori,
contro frodi e contraffazioni
Il mondo globale ha bisogno di strategie globali. Ecco allora True Italian
Food and Wine, una confederazione di produttori, uniti per difendere i
prodotti nostrani genuini, tutelando il mercato interno ed esterno.
L'idea della rete nasce da Gianni Prandi e Gianluigi Contin, imprenditori
agroalimentari in cerca di rinascita nell'Emilia del post-terremoto.
Ad ispirarli, una constatazione: il Made in Italy tarocco ha un giro d'affari
di 60 miliardi di euro l'anno contro i soli 20 dell'export regolare. Evidentemente,
i falsi colpiscono fuori quanto dentro i confini. Ad esempio, girando
per i negozi USA si può comprare Parma Ham e Mozzarella made in
Dallas. Invece, i locali del Belgio ospitano il Cambozola, fratello bastardo
del gorgonzola. In Australia sono molto amate i fusilli di Peppino, mentre
nel Regno Unito vanno forte le penne Napolita.
E non va meglio sul territorio nazionale: il 40% dei prodotti derivano
da materie prime provenienti dall'estero, spesso di qualità inferiore.
Risultato, ogni anno le imprese di settore perdono 6 miliardi di potenziali
guadagni.
Inoltre, il duo Prandi-Contin ha notato come le difese attuali siano spesso
inefficaci: la tipica impresa italiana ha dimensioni ridotte e canali
distributivi modesti.
Nasce così True Italian Food and Wine: un'alleanza, aperta a tutti
i produttori e ai manager agroalimentari, per proteggere la gastronomia
tricolore.
Sede dell'unione, Londra, scelta perché "epicentro internazionale
del commercio e della comunicazione". I modelli a cui ispirarsi,
Eataly, per il privato, Stati Uniti, Inghilterra e Francia. Tappe in calendario,
due. La prima, Londra 2012, ha avuto esito positivo, con il ristorante
di Casa Italia capace di servire fino a 12.000 pasti al giorno. La seconda,
in programma nella primavera 2013, sarà in India, cercando di sfruttare
l'amore per il cibo italiano della classe dirigente locale.
Non mancano poi iniziative di sostegno: ad esempio, spiega Contin, "Cureremo
l'informazione culturale, selezionando gli operatori della comunicazione
nei corsi didattici per under 30. Un esempio: per lanciare il culatello
di Zibello pensiamo che sia utile illustrare in che territorio nasce e
perfino l'azione prodotta sul suo aroma dalle nebbie della Bassa Padania.
((Fonte: Matteo Clerici – www.newsfood.com)
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