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Vinitaly, da terreni confiscati a mafia nascono i
vini della legalità
La presenza del Programma gestito dal
Ministero dell'Interno e cofinanziato dall'Unione Europea al salone internazionale
dei vini e dei distillati ha lo scopo di far conoscere l'azione del PON
Sicurezza in materia di recupero e riqualificazione dei beni confiscati
alla criminalità organizzata.
Saranno i beni sottratti alle mafie e i vini prodotti sulle terre confiscate
i protagonisti dello stand del PON Sicurezza alla 46esima edizione del
Vinitaly, in programma dal 25 al 28 marzo a Verona. La presenza del Programma
gestito dal Ministero dell'Interno e cofinanziato dall'Unione Europea
al salone internazionale dei vini e dei distillati ha lo scopo di far
conoscere l'azione del PON Sicurezza in materia di recupero e riqualificazione
dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Il Programma
fino ad oggi ha stanziato 61 milioni di euro per questo tipo di interventi,
grazie ai quali i beni un tempo appartenuti alla mafia stanno tornando
a vivere in nome della legalità. Su terreni improduttivi, a lungo
abbandonati, sono nate aziende agricole gestite da cooperative sociali
che producono vini di qualità riconosciuti a livello nazionale
e internazionale. Reinserendo le terre delle mafie nel circuito dell'economia
legale, il PON Sicurezza persegue uno dei suoi obiettivi principali: favorire
la crescita economica e sociale di quelle regioni del Sud Italia in cui
la presenza della criminalità organizzata ha a lungo ostacolato
sviluppo ed economia legale. Lo stand del PON Sicurezza verrà allestito
presso il Padiglione 2 della Regione Sicilia, di fronte allo spazio dedicato
al marchio Centopassi, che individua i vini coltivati nelle terre confiscate
nell'Alto Belice Corleonese. Presso lo stand del PON, attraverso pannelli
fotografici verrà raccontata la storia dei beni confiscati e dei
progetti finanziati dal Programma. (www.aiol.it)
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