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ENTI E
MINISTERI
Fermare la pesca eccessiva di sgombro: deputati approvano
sanzioni contro paesi terzi
Nuove norme che autorizzano la Commissione europea a vietare le importazioni
di pesce nell'UE proveniente da stock eccessivamente sfruttati sono state
approvate dal Parlamento mercoledì. Tali misure dovrebbero scoraggiare
il sovrasfruttamento di sgombri da parte dell'Islanda e delle Isole Faroe.
In altre votazioni, i deputati hanno detto che la prossima riforma della
politica della pesca dovrebbe mirare a renderla più sostenibile.
Il regolamento adottato con 659 voti favorevoli,
11 contrari e 7 astensioni, permette l'utilizzo di sanzioni commerciali
nei confronti dei paesi terzi che consentono una pesca non sostenibile
e dei prodotti ittici provenienti da stock d'interesse comune (ad esempio
gli stock ittici a disposizione delle flotte sia dei paesi dell'UE sia
dei paesi terzi, la cui gestione richiede la mutua cooperazione).
Il relatore Pat the Cope Gallagher (ALDE, IT) ha detto: "Anche se
la normativa può essere applicata contro eventuali paesi terzi,
la situazione nel Nord Est Atlantico è d'immediato interesse per
tutti noi. L'Islanda ha unilateralmente aumentato la sua cattura sgombri
da 363 tonnellate nel 2005, a 147.000 nel 2012. La quota delle Isole Faroe
per gli sgombri è salita da 27.830 tonnellate nel 2009 a 149.000
tonnellate nel 2012".
Qualora tali sanzioni si dimostrino inefficaci, la Commissione potrebbe
decidere di adottare misure supplementari, ad esempio limitando l'uso
dei porti dell'UE alle navi battenti bandiera di un paese che non rispetta
i limiti di pesca o a navi che trasportano nell'UE pesci frutto di sfruttamento
eccessivo.
Un paese che permette una pesca "non sostenibile", secondo la
legislazione, è un paese che non riesce a collaborare nella gestione
di uno stock d'interesse comune, nel rispetto degli accordi internazionali,
e a rispettare i livelli in grado di produrre il massimo rendimento sostenibile
(o che non adotti le necessarie misure di gestione della pesca).
NUOVE NORME DI COMMERCIALIZZAZIONE
I deputati hanno anche approvato disposizioni, relative all'organizzazione
comune dei mercati nel settore della pesca e dell'acquacoltura con 620
voti favorevoli, 27 contrari e 27 astensioni, per creare organizzazioni
di produttori più forti e adeguatamente finanziate, per controbilanciare
il potere dei rivenditori, in vista della prossima riforma della politica
comune della pesca. Tali norme obbligheranno inoltre i produttori a migliorare
l’informazione al consumatore, con l’introduzione di etichette
per i prodotti ittici freschi che indichino, fra l'altro, la data di sbarco.
Nel testo si chiede inoltre che sia data priorità alla riduzione
delle catture accidentali, promuovendo, ad esempio, l'uso di attrezzature
da pesca più selettive.
Il relatore Struan Stevenson (ECR, UK) ha commentato: "Credo che
siamo arrivati a una conclusione valida, in quanto questo è la
prima di tre relazioni legislative che riformeranno la politica comune
della pesca. Penso che ci siano molte indicazioni interessanti in questo
pacchetto OCM che indicano la strada per la nuova politica comune della
pesca".
UNA RIFORMA PER UNA MAGGIORE SOSTENIBILITÀ
Nella risoluzione sulla riforma della PCP, si chiede di migliorare le
condizioni per uno sfruttamento sostenibile delle risorse marine, con
piani di gestione pluriennali e un preciso calendario.
Infine, in un'altra risoluzione sugli obblighi di comunicazione, adottata
mercoledì, i deputati esortano la Commissione a sanzionare gli
Stati membri che non riescono a fornire dati affidabili, come richiesto
dal programma europeo di dati sulla pesca.
(www.europarl.europa.eu)
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