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ENTI E
MINISTERI
Si parla ancora di quote latte
Il presidente nazionale del settore Latte di Confcooperative
interviene al Consorzio Provinciale Zootecnico Lattiero-Caseario di Vicenza
Tommaso Abrate (Fedagri) a Vicenza: «Urge il ritorno alla legalità
sulle quote latte e la salvaguardia delle Denominazioni di Origine».
E’ viva la preoccupazione in vista della fine del regime quote latte.
Accordo sulla necessità di programmare le produzioni DOP. Richiesta
di rimborsi urgenti per i crediti IVA delle cooperative agricole. Angelo
Fontana (Confcooperative Vicenza) esprime solidarietà ai caseifici
colpiti dal dramma del crollo delle scalere per il terremoto: «A
terra 900.000 mila forme»
Ha scelto la platea del Consorzio Provinciale Zootecnico Lattiero-Caseario
di Vicenza, il presidente nazionale del settore Latte di Confcooperative-Fedagri,
Tommaso Mario Abrate, per lanciare il suo richiamo alla legalità
in fatto di quote latte: «In un momento in cui agli Italiani viene
chiesto ogni genere di sacrificio», ha detto, «Crediamo che
le multe debbano essere riscosse».
Abrate, che da responsabile del Settore Latte della cooperazione italiana,
rappresenta più del 60% di tutta la produzione nazionale, ha scelto
Vicenza perché è la prima provincia lattiera italiana dopo
quelle lombarde ed emiliane, all’ottavo posto a livello nazionale.
Vicenza ha fatto anche da apripista per tutte le altre province sul fronte
dei crediti IVA vantati dalle cooperative: «Le nostre cooperative
risultano sempre in credito, perché paghiamo l’imposta in
campagna al 10%, mentre i prodotti vengono ceduti con l’aliquota
del 4%». Questo determina che alcune grandi realtà cooperative,
come Latterie Vicentine, fiore all’occhiello dell’industria
di trasformazione del latte del Nordest ed una delle più efficienti
in Italia, si trovino in difficoltà finanziaria poiché lo
Stato ha accumulato grossi ritardi nel rimborso dell’imposta sul
valore aggiunto. Tanto che il presidente di Latterie Vicentine, Gianni
Pinton, ha dovuto fare il diavolo a quattro, chiamando a raccolta una
manciata di parlamentari, per il recupero dei crediti, pari a oltre 8
milioni di euro. Dopo mesi di battaglia, grazie anche al coinvolgimento
di un altro pezzo da novanta come la Coldiretti, finalmente le restituzioni
si sono sbloccate ed a Latterie Vicentine sono stati rimborsati dal fisco
quasi 5 milioni di euro in due tranche.
«Su questo fronte Vicenza si è comportata in modo esemplare»,
si è complimentato Abrate. «Oggi chiediamo al governo»,
ha aggiunto, «un intervento urgente perché il credito IVA
possa essere compensato con le altre imposte a debito, anche oltre la
soglia, attualmente invalicabile, dei 516mila euro all’anno».
Una cifra che le cooperative italiane più grandi “macinano”
in un paio di mesi, anche se le loro dimensioni sono comunque minuscole
rispetto alle analoghe entità europee e di altri grandi paesi lattieri.
Il Consorzio Provinciale Zootecnico Lattiero-Caseario di Vicenza, costituito
dalle 18 latterie cooperative della provincia e da circa 260 aziende agricole
che conferiscono il latte a caseifici privati, rappresenta circa 1.100
aziende primarie del territorio. Il ruolo di Vicenza nel panorama lattiero
italiano è significativo e gran parte del latte, di alta qualità,
viene utilizzato per produzioni di pregio, come il formaggio Asiago, il
Grana Padano ed il Provolone Valpadana, tutte specialità a Denominazione
di Origine Protetta.
L’aria che si respirava durante la riunione era di disillusione.
Il timore è quello che l’euforia del mercato lattiero-caseario
del 2011 sarà l’ultima per tutti gli anni a venire. Nel 2015
infatti il regime delle quote latte cesserà definitivamente ed
il prevedibile boom di produzione Ue, Italia compresa, porterà
inevitabilmente a una caduta della remunerazione, a cui non corrisponderà
una diminuzione dei costi, per energia, manodopera e materie prime, che
continuano ad aumentare. Per questo, insieme all’incertezza, si
avvertiva bene la determinazione degli allevatori di fare quadrato, a
difesa delle proprie attività produttive, e di usare bene quel
nuovo strumento che potrà forse garantire un futuro alla zootecnia
italiana, ossia la programmazione delle produzioni casearie DOP. Ne è
convinto Giancarlo Biscotto, direttore del Consorzio: «Se saremo
capaci di produrre formaggi pregiati in modo adeguato rispetto alla domanda,
ci potranno essere prezzi dignitosi e futuro per il settore, altrimenti,
se ci sarà un appiattimento su produzioni standard, penso che la
produzione lattiera, non solo a Vicenza, ma in tutt’Italia, avrà
degli scossoni importanti».
L'assemblea si è svolta nella sede dell'Associazione Provinciale
Allevatori, al Foro Boario della città berica, per la cui disponibilità
il presidente del Consorzio, Gilberto Bertinazzo, ha ringraziato Diego
Rigoni, presidente degli Allevatori. Il neopresidente di Confcooperative
Vicenza, Angelo Fontana, è intervenuto per sostenere gli sforzi
della cooperazione e dei cooperatori per la sopravvivenza del sistema
produttivo primario italiano, ed ha espresso la solidarietà del
mondo cooperativo vicentino ai produttori di Parmigiano-Reggiano e di
Grana Padano colpiti dal dramma del terremoto, con il crollo delle scalere
nei caseifici e la conseguente caduta a terra di circa 900.000 forme di
formaggio di altissimo pregio.
Alpe Comunicazione - Agenzia di stampa mobile
Alberto Pertile
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