ENTI E MINISTERI

Nella Ue fino a 20 nuovi milioni di posti di lavoro 'verdi' nei prossimi 20 anni
Se gli Stati applicheranno il pacchetto di misure varato da Bruxelles per ridurre le emissioni e promuovere le energie rinnovabili. Ne è convinta Connie Hedegaard, Commissario al Clima dell'Unione Europea

L'economia verde potrebbe portare un po' d'ossigeno all'asfittico mercato del lavoro europeo creando nei prossimi vent'anni fino a 20 nuovi milioni di posti di lavoro. Ne è convinta Connie Hedegaard, Commissario al Clima della Ue, che su Twitter ha scritto che, tra gli altri, entro il 2020 2 milioni di nuovi posti potrebbero derivare dalle misure di efficienza energetica, mentre l'aumento del riciclo delle materie prime trasformate potrebbe crearne 560.000 entro il 2025 e 2,8 milioni di persone potrebbero lavorare nelle energie rinnovabili alla fine del decennio.
Tutto ciò solo se gli Stati membri dell'Unione adottassero il nuovo pacchetto di misure proposto da Bruxelles sulla riduzione delle emissioni. Il pacchetto è stato varato in risposta ai dati, pesantissimi, sulla crisi dell'occupazione in Europa che con il 10,2% di febbraio ha registrato il record storico di disoccupati. Le nuove proposte, che sono congegnate per contribuire a creare un mercato del lavoro più dinamico in tutta l'UE, identificano la green economy come strumento di in grado di superare il blocco europeo contrario ai cambiamenti strutturali a lungo termine che minacciano la competitività dell'Europa, fornendo anche un motore per incrementare nel lungo periodo i servizi per la salute e la ICT. ''Se l'Europa, ha detto la Hedegaard, non intensificherà i suoi sforzi nella green economy, si correrà il rischio di perdere una quantità immensa di opportunità di lavoro in un settore fortemente qualificato''.
Ancora più ottimista la ITUC (International Trade Union Confederation) che stima in 48 milioni il numero di nuovi posti di lavoro che potrebbero essere creati nelle economie verdi di 12 Paesi; ma anche questa prospettiva è condizionata dal comportamento virtuoso degli Stati che nel corso dei prossimi cinque dovrebbero fare investimenti pari al 2% del Pil, indirizzati alla riduzione delle emissioni di carbonio. (www.adnkronos.com)


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