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ENTI E
MINISTERI
Pesca: negoziato fondo Ue, posta in gioco è
alta per Italia
Catania; ok a misure, da negoziare tetto e tempi
L'Italia ha già ottenuto un rilevante risultato nel negoziato in
corso da ieri a Lussemburgo - e che rischia di continuare tardi in serata
- sulle misure del settore della pesca che potranno essere finanziate
dal Fondo europeo 2014-2020. Tra questo misure c'è infatti sia
il fermo provvisorio della pesca (essenziale per garantire la tutela delle
risorse nel momento della riproduzione), sia il fermo definitivo per sostenere
i costi delle demolizioni delle imbarcazioni, come chiedeva il ministro
Mario Catania. La posta in gioco è elevata. Per il finanziamento
del nuovo Fondo la Commissione Ue propone complessivamente 6,5 miliardi
di euro per il 2014-2020. L'Italia, contribuente netto al bilancio europeo
nella misura del 13%, punta a difendere l'attuale dotazione che rappresenta
il 9,8% della disponibilità del Fondo per la pesca 2007-2013. Va
rilevato, che in questo negoziato alla ripartizione dei fondi Ue parteciperanno
in modo più determinate i nuovi Stati membri. Per l'Italia "la
questione principale è il fermo temporaneo dell'attività,
ha detto Catania spiegando: "questo elemento non era stato introdotto
nelle proposte e, sostanzialmente da soli, siamo riusciti prima a porlo
tra le future misure di gestione della pesca, quindi nel compromesso sul
nuovo fondo Ue. La questione delicatissima è che il testo sul tavolo
prevede un tetto molto basso per il denaro che si può impegnare
in questa misura: solo il 3% della dotazione complessiva di uno Stato
membro, che per noi è troppo poco". Altro elemento di fondo,
il fermo definitivo dell'attività di pesca. "Siamo riusciti
a metterlo nel compromesso con la pressione di altri Stati membri, ma
per questa misura la Commissione Ue propone il termine del 31 dicembre
2016, mentre io vorrei - dice il ministro arrivare almeno al 2018".
E proprio su questi elementi - fermo temporaneo, demolizioni, ma anche
la sostituzioni dei motori - si stanno concentrando gli sforzi dei negoziatori
europei. (ANSA).
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