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ENTI E
MINISTERI
Pac, Catania: nessuna riforma se non ci sarà
anche l'Italia a bordo
"Per costruire la nuova Politica agricola comune dobbiamo partire
dalle sfide che abbiamo davanti. Siamo in un mercato sempre più
globalizzato e competitivo e ci troviamo ad avere una prospettiva di crescita
della domanda nei prossimi anni, ma nello stesso tempo il reddito delle
imprese si riduce. L'assottigliamento del reddito appare in contraddizione
con la crescita della domanda, ma è un dato di fatto dovuto
anche al malfunzionamento della filiera. Abbiamo bisogno di un modello
di Pac che difenda e tuteli la redditività delle imprese, il valore
della produzione e che aiuti la competitività dell'agricoltura
europea. Ebbene, tutto questo lo troviamo solo parzialmente nella proposta
di riforma della Commissione".
Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali,
Mario Catania, intervenendo a Lecce, alla Sesta conferenza economica della
Cia "Far crescere l'agricoltura per far crescere l'Italia".
"Gli aiuti completamente disaccoppiati - ha aggiunto Catania - sono
una risposta sbagliata alle sfide che ci troviamo davanti. Certo, essere
riusciti ad evitare almeno il 'flat rate' è stato sicuramente positivo,
ma non vogliamo una Pac che abbia questo come punto di arrivo finale,
come prospettiva storica successiva. L'attuale distribuzione degli aiuti
diretti si deve snodare in un lasso temporale che impedisca uno strappo
repentino che avrebbe conseguenze traumatiche su molte produzioni. Detto
questo, voglio comunque ringraziare il Commissario europeo Dacian Ciolos
per non aver avuto, in quest'ultimo periodo in cui il negoziato ha cominciato
a fare importanti passi avanti, un atteggiamento dogmatico, per esempio
sul 'greening'. Siamo stati sin dall'inizio tra i paesi più critici
di fronte a questo aspetto della Pac per poi ritrovarci recentemente a
dover difendere l'impianto del 'greening' di fronte ad altri paesi che
volevano andare contro le stesse ragioni di fondo, che noi invece condividiamo.
È importante - ha proseguito il Ministro - ricordare che
la miglior politica ambientale è quella che cerca di mantenere
gli agricoltori sul territorio. Per questo non possiamo calare sulle imprese
soluzioni che hanno un costo difficilmente sostenibile, bisogna trovare
misure che siano tecnicamente adeguate. L'esclusione delle piccole aziende,
quelle sotto i 10 ettari, dal 'greening' è senz'altro un importante
passo in avanti per fare in modo che questa misura sia compatibile con
le imprese. Nell'incontro che ho avuto oggi (28 giugno 2012 n.d.r.) con
il Commissario Ciolos abbiamo discusso di questo e di altri aspetti importanti
del negoziato, come ad esempio del meccanismo di gestione dello sviluppo
rurale che consentirà una compensazione a livello nazionale in
caso di disimpegno. Inoltre, altra questione altrettanto importante, vogliamo
avere la possibilità di costituire un programma per lo sviluppo
rurale a livello nazionale che possa essere impegnato su alcune questioni
fondamentali che non possono trovare spazio nei programmi regionali, se
non a prezzo di squilibri difficilmente sostenibili, come per esempio
le assicurazioni per le crisi di mercato. L'agricoltura italiana parla
con una sola voce per far difendere le proprie ragioni. Mai come oggi
tutto il mondo agricolo ha avuto una visione comune sulla Pac e credo
che questo messaggio sia arrivato chiaramente al Commissario, il quale
oggi mi ha confermato che non ci sarà una Pac che non abbia l'Italia
a bordo. Credo - ha concluso Catania - che la riforma che ci troveremo
ad approvare non sarà quella che l'Italia avrebbe scritto, ma che
comunque sarà da noi condivisa". (Ufficio Stampa Mipaaf)
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