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ENTI E
MINISTERI
Ocse, sostegni pubblici all’agricoltura
ai minimi storici
Secondo il rapporto annuale dell'organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) il sostegno pubblico
al comparto agricolo nei paesi Ocse è sceso al 19% delle entrate
agricole totali del 2011, raggiungendo il minimo storico.
La riduzione del contributo è dovuta all’andamento dei mercati
internazionali dei prodotti agricoli, essendo in molti casi gli aiuti
dei paesi membri dell’Ocse strutturati in forma anticiclica, con
la previsione d’intervento legata alle quotazioni.
Nel 2011 ai produttori agricoli sono andati 182 miliardi di euro, confermando
un trend di calo e con un abbandono dei sostegni legati alla produzione
(premi accoppiati). In Unione Europea da dieci anni ormai la Pac interviene
a sostegno degli agricoltori attraverso un sistema di aiuti disaccoppiati
dalla produzione.
Commentando i dati del rapporto, Ken Ash, il direttore del Dipartimento
del Commercio e dell'Agricoltura dell'Ocse, ha evidenziato che “il
supporto alla produzione agricola dovrebbe essere soprattutto diretto
all'aumento della produzione e della competitività mentre i Governi
dovrebbero fare di più sulle questioni relative all'ambiente e
all'utilizzo di risorse sostenibili e aiutare gli agricoltori a fronteggiare
le situazioni di rischio. Considerando le aspettative per una domanda
in crescita, individuiamo una chiara opportunità di reindirizzare
le politiche verso gli obiettivi più urgenti, come quello dell'innovazione
nel settore dell'alimentazione e dell'agricoltura”.
Il rapporto mostra che i livelli di supporto variano ancora notevolmente
da un paese Ocse all'altro. Nel periodo 2009-2011, la Nuova Zelanda ha
avuto il più basso livello di supporto (solo l'1% del reddito agricolo),
seguita da Australia (3%) e Cile (4%). Anche Stati Uniti (9%), Messico
(12%), Israele (13%) e Canada (16%) sono risultati al di sotto della media
Ocse (20%). L’Unione Europea ha ridotto il suo livello di supporto
al 20% del reddito agricolo. Il sostegno agli agricoltori rimane invece
relativamente elevato in Islanda (47%), Corea (50%), Giappone (51%), Svizzera
(56%) e Norvegia (60%)
Il rapporto interviene in un momento particolare del dibattito sul futuro
della politica agricola comune dopo il 2013. Politica agricola comune
che è rimasta sostanzialmente l’unica fonte di sostegno
dell’agricoltura, l’unica vera risorsa esterna indirizzata
all’agricoltura europea
Secondo quanto emerso nella terza Conferenza nazionale sul futuro della
Politica Agricola Comunitaria, svoltasi alla Fiera del Levante di
Bari la settimana scorsa, alla quale ha preso parte il presidente della
Coldiretti, Sergio Marini, la Pac futura deve garantire un sistema produttivo
efficiente per il futuro, costruire un ambiente, una qualità della
vita migliore, sostenere le imprese e l’occupazione nelle aree rurali.
(http://www.ilpuntocoldiretti.it)
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