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ENTI E
MINISTERI
Nuova Pac, per la Corte dei conti europea è ancora nebulosa
Politica concentrata troppo sulla spesa e il controllo, meno
sulla performance. I pagamenti diretti difettano di obiettivi chiari.
Risulta dal parere sulle proposte legislative della Commissione per la
riforma Pac dal 2014.
Nell'ottobre scorso la Commissione europea ha presentato al Parlamento
europeo e al Consiglio le proprie proposte legislative per la riforma
della Politica agricola comune a partire dal 2014. La Corte dei conti
europea ha esaminato i quattro progetti di regolamento principali presentati
e ha dato il proprio parere.
Il membro della Corte, Michel Cretin, presenterà il parere al Parlamento
europeo alla fine di aprile.
Per intanto si sa che la Corte riconosce gli sforzi compiuti dalla Commissione
per semplificare le disposizioni della Pac e rispondere alle osservazioni
formulate dal Parlamento, dal Consiglio e dalla Corte stessa.
Ritiene però che il quadro normativo rimanga ancora troppo complesso.
Per esempio esistono sei diversi livelli di norme che disciplinano la
spesa nel settore dello sviluppo rurale.
Relativamente alla condizionalità, si ritiene che, nonostante la
riorganizzazione proposta, la complessità di questa politica faccia
sì che resti difficile da amministrare per organismi pagatori e
beneficiari.
Nonostante la volontà di focalizzarsi sui risultati, tale politica
continua a essere concentrata sulla spesa e sul controllo della spesa
e, di conseguenza, più orientata alla conformità alla normativa
piuttosto che alla performance.
In particolare, l'articolato del regolamento dei pagamenti diretti non
indica quali siano gli obiettivi specifici per gli agricoltori, né
i risultati attesi da tali disposizioni o gli indicatori da utilizzare
per misurare i risultati.
Per quanto riguarda lo sviluppo rurale la Corte ha sottolineato l'importanza
di definire gli obiettivi concreti specifici perseguiti dalle misure proposte
e di far sì che il sostegno sia mirato alle zone rurali che più
ne necessitano.
Parimenti, non sono adeguatamente indicati gli obiettivi e i risultati
qualitativi e quantitativi attesi dall'attuazione degli obblighi in materia
di condizionalità né quelli della componente di inverdimento
dei pagamenti diretti.
La Corte ha preso atto dell'intento della Commissione di destinare i pagamenti
a titolo della Pac agli agricoltori in attività, nonché
di attuare una ripartizione più equilibrata dei pagamenti diretti
fra i beneficiari.
Ritiene però che permanga il rischio che in futuro i pagamenti
possano ancora essere eseguiti anche a favore di beneficiari che non esercitano
alcuna attività agricola.
La Corte constata inoltre che l'effetto redistributivo della riduzione
degli importi dell'aiuto al di là di determinati livelli sarà
limitato.
La Corte nutre dubbi circa la possibilità di attuare efficacemente
alcune delle misure proposte senza far gravare un onere amministrativo
eccessivo sulle autorità di gestione nazionali e sugli agricoltori.
Per ovviare a tale difficoltà suggerisce di adottare una definizione
generale e al contempo semplice di ciò che si intende per agricoltore
in attività e di affidare alla Commissione il compito di gestire
l'attuazione della normativa risultante al fine di conseguire gli obiettivi
di alto livello stabiliti dal trattato.
Tali obiettivi riguardano l'aumento della produttività agricola,
nonché l'incremento del reddito individuale di coloro che lavorano
nell'agricoltura.
La Corte rileva che, in base alle stime della Commissione, la riforma
proposta potrebbe comportare un incremento globale del 15 % dei costi
di gestione dei regimi di pagamento diretto che verranno sostenuti dagli
Stati membri.
Ma constata l'assenza di informazioni che indichino in che misura questi
maggiori costi potrebbero essere compensati da una accresciuta efficienza
nella gestione o nell'attuazione della politica in questione.
La Corte è del parere che la Commissione dovrebbe, all'inizio del
nuovo periodo finanziario, esaminare il funzionamento dei sistemi di gestione
e controllo degli Stati membri.
Questa supervisione ridurrebbe il rischio che eventuali carenze siano
rilevate soltanto in occasione di controlli successivi.
Il progetto di regolamento dispone che nel 2014 siano disponibili diritti
all'aiuto per i nuovi agricoltori (in particolare ai giovani agricoltori
che iniziano a esercitare l'attività agricola).
La Corte teme però che tale disponibilità non venga più
garantita negli anni successivi. Constata inoltre che il requisito di
aver attivato diritti di pagamento nel 2011 per poter richiedere i diritti
nel 2014 potrebbe creare nuove barriere all'ingresso per i nuovi agricoltori.
La Corte ritiene che dovrebbero essere adottate misure di protezione adeguate
per evitare il sorgere di tali barriere ed è del parere che le
disposizioni dei progetti di regolamento in materia di “revoca”,
“riduzione” ed “esclusione” relativamente ai pagamenti
negli Stati membri siano confuse sia nella formulazione che nella portata.
Ha concluso che queste disposizioni dovrebbero essere semplificate, garantendo
un uso coerente di una terminologia ben definita, e un'attuazione rigorosa
del principio in base al quale le irregolarità dovrebbero comportare
una riduzione dell'aiuto e figurare nelle relative informazioni statistiche
trasmesse dagli Stati membri e dalla Commissione.
Infine, la Corte sottolinea che l'efficacia della riforma dipenderà
anche dalla chiarezza delle modalità di esecuzione che la Commissione
dovrà elaborare. Dipenderà inoltre dalla rapidità
con cui gli organismi pagatori adegueranno le procedure e i sistemi, un
processo che potrebbe richiedere dai 12 ai 24 mesi dall'adozione delle
disposizioni di attuazione da parte della Commissione. (www.europarlamento24.eu)
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