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ENTI E
MINISTERI
Ambiente: la Commissione invita l'Italia a recepire correttamente
la normativa in materia di acque
L'Italia non si è conformata alla legislazione unionale sulla
protezione delle acque in quanto il recepimento della direttiva quadro
sulle acque nel diritto nazionale è per diversi aspetti lacunoso.
Per questo la Commissione, su raccomandazione del commissario per l'Ambiente,
Janez Potocnik, ha deciso di inviare un parere motivato. Qualora l'Italia
non risponda entro due mesi, o la risposta sia considerata insoddisfacente,
la Commissione può adire la Corte di giustizia dell'Unione europea.
La direttiva quadro sulle acque costituisce la base per la gestione e
la protezione delle acque europee. Essa impone agli Stati membri di creare
e mantenere "piani di gestione dei bacini idrografici" indicanti
le modalità precise per conseguire entro un lasso di tempo concordato
gli obiettivi ecologici, quantitativi e chimici fissati per i bacini idrografici.
L'Italia non ha recepito correttamente una serie di articoli della direttiva
quadro sulle acque, tra cui quelli relativi alla necessità adottare
una serie di misure per conseguire un "buono stato" dei bacini
idrografici entro i termini previsti e conformarsi all'obbligo di mantenere
un registro aggiornato delle aree protette.
La Commissione nutre inoltre perplessità quanto al recepimento
da parte dell'Italia dell'allegato II della direttiva, relativamente alla
caratterizzazione delle acque superficiali e sotterranee. Anche l'allegato
V, relativo al monitoraggio dello stato delle acque superficiali e sotterranee,
non è stato correttamente recepito, in particolare per quanto concerne
i requisiti relativi al monitoraggio dello scarico di quantitativi supplementari
di acqua nei corpi idrici sotterranei e all'elaborazione di mappe con
le caratteristiche precisate nella direttiva per indicare i livelli chimici
e i quantitativi di acqua di ciascun corpo idrico sotterraneo.
Alla scadenza del termine di recepimento della direttiva (dicembre 2003),
l'Italia non aveva ancora adottato le leggi per conformarsi ai requisiti
della stessa (IP/07/933). Benché nel frattempo l'Italia abbia recepito
la direttiva, un controllo di conformità effettuato dalla Commissione
nel 2009 ha evidenziato diverse lacune e problemi di non conformità
e ha indotto la stessa Commissione a inviare all'Italia una lettera di
costituzione in mora nel maggio 2010. Poiché le risposte fornite
dall'Italia, e i successivi emendamenti apportati alla legislazione nazionale,
non hanno posto rimedio a tutti i problemi sollevati dalla Commissione,
quest'ultima ha deciso di inviare all'Italia un parere motivato.
CONTESTO
La direttiva quadro sulle acque, entrata in vigore nel 2000, fornisce
agli Stati membri un quadro per la gestione integrata delle risorse acquatiche
nei diversi bacini idrografici dell'Unione europea. Tutti gli Stati membri
si sono impegnati a proteggere e a ripristinare i corpi idrici sotterranei
e superficiali (fiumi, laghi, canali e acque costiere), in modo che i
bacini idrici raggiungano un buono stato entro il 2015.
La gestione dei sistemi acquatici non avviene sulla base dei confini politici
o amministrativi, bensì delle unità geografiche e idrologiche
dei bacini idrografici. Per ciascun bacino idrografico viene stabilito
e aggiornato ogni sei anni un "piano di gestione del bacino idrografico".
(http://ec.europa.eu)
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