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ENTI E
MINISTERI
Accordo Ue- Marocco: perché tanta attenzione per l'economia
di un paese non europeo?
E' definitivo il via libera all'accordo
su agricoltura e pesca tra Ue e Marocco, il Parlamento europeo ha infatti,
da qualche ora, approvato con 369 sì, 225 no e 31 astensioni il
punto all'ordine del giorno destinato a aumentare la tensione nell'eurozona.
Decisione presa in un'aula fortemente divisa, più che per appartenenza
politica, per gruppi nazionali con Spagna e Portogallo in prima fila tra
i contrari dei paesi mediterranei.
Il patto commerciale tra Ue e Marocco stabilisce l'aumento delle quote
di scambio per una serie di prodotti che potranno essere importati a tariffe
doganali basse o pari a zero, ed elimina molte delle tariffe doganali
sui prodotti agricoli di ambo le parti.
Per proteggere i produttori europei, non saranno liberalizzati gli scambi
per pomodori, zucchine, cetrioli, aglio, clementine e fragole. Nell'accordo
sono previste delle quote di scambio che tengono conto della produzione
stagionale europea per gli stessi prodotti in modo da evitare distorsioni
sul mercato comunitario. Resta inteso che in capo al Marocco vige l'obbligo
ferreo di rispettare gli standard sanitari europei in tutto il processo
di export.
Immediata la polemica, già manifestata innanzi al Parlamento europeo
da una minoranza significativa di deputati contro l'accordo ritenuto dannoso
per l'agricoltura dei paesi europei e contro "le condizioni precarie
di lavoro e ambientali in Marocco e per l'inclusione del territorio del
Sahara Occidentale, punto che violerebbe il diritto internazionale".
Lo stesso governatore della Sicilia, aveva indirizzato una missiva al
Capo del Governo Monti e allo stesso Parlamento Europeo, per scongiurare
il si all'accordo allarmato per le pesanti ripercussioni che la produzione
di agrumi della regione dovrà affrontare. Subito dopo l'approvazione
del Parlamento europeo dell'accordo, anche l'associazione di categoria
degli agricoltori siciliani si è espressa senza mezzi termini,
a voce del presidente e del direttore della Coldiretti Sicilia, Alessandro
Chiarelli e Giuseppe Campione, che hanno definito quello che si prospetta
nei prossimi mesi "Uno scenario devastante per l'agricoltura siciliana.
Ora bisogna attivare tutte le tutele per i produttori agricoli anche alla
luce dei diversi standard produttivi in termini ambientali, fitosanitari
e di qualità' dei prodotti originari del Marocco. Quest'accordo
giunge in un contesto già' particolarmente difficile dal punto
di vista economico e sociale per il settore agricolo siciliano, un accordo
di liberalizzazione così concepito ha un impatto catastrofico sugli
agricoltori, in particolare nel sensibile settore dell'ortofrutta, con
ripercussioni drammatiche sull'occupazione nelle zone rurali e le aree
interne della Regione''.
Il patto commerciale, secondo quanto sostenuto dai membri del Parlamento
Europeo, ha l'obiettivo di sostenere la transizione democratica che è
iniziata in Marocco a seguito alla Primavera araba. Questa motivazione
a molti risulta poco convincente. Infatti, da quel famoso dicembre del
2010, quando scoppiarono le prime rivolte in Tunisia, in Egitto, Libia,
Yemen, Baharein e che attualmente stanno sconvolgendo la Siria,
dove è in atto una vera e propria guerra civile, il Marocco ha
sempre avuto un ruolo marginale e molto moderato, grazie processo di democratizzazione
delle istituzioni marocchine messe in atto dall'attuale reggente Mohammed
VI.
Poche le manifestazioni di piazza e tutte risolte senza disordini, forse
qualche ferito, neanche un misero scontro con la polizia degno di
nota.
Certo la crisi economica mondiale in un paese del nord Africa si fa sentire
più aspramente, e ogni tanto giungono notizie di uomini che disperati
per la mancanza di posti di lavoro, tentano il suicidio o purtoppo a volte
ci riescono, ma purtroppo questa è una realtà che accomuna
tutti i Paesi del mondo.
Così appare ingiustificata tutta questa preoccupazione, soprattutto
se si mettono a paragone realtà come il Marocco e la Siria (quest'ultima
si che avrebbe bisogno di maggiore attenzione) ed anche alla luce dei
pesanti effetti che questo accordo avrà su alcuni paesi dell'eurogruppo,
nasce forte il dubbio che dietro queste intese ci sia ben altro che il
benessere dei cittadini, soprattutto di quelli italiani. (Gaia Gerbino
- www.corriereinformazione.it)
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