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ENTI E
MINISTERI
Il ministero riconosce al Consorzio del Bardolino la funzione erga omnes
sulla doc.
I produttori scelgono di liberalizzare l’uso del tappo
in vetro e del tappo a vite e adesso puntano ad avere il bag-in-box per
il Chiaretto: “Ce lo chiedono la Scandinavia e gli Stati Uniti”
dicono al Consorzio.
Con 32 milioni di bottiglie annue, il Bardolino
è la dodicesima denominazione d’origine italiana e il Consorzio
di tutela registra un’adesione dei produttori fra le più
alte in assoluto in Italia: il 92% dei 340 mila quintali di uva prodotti
nel territorio della doc bardolinese proviene da aziende associate all’ente
consortile. In virtù di questi numeri il ministero delle Politiche
agricole alimentari e forestali ha ora riconosciuto al Consorzio del Bardolino
la prestigiosa funzione erga omnes: d’ora in poi chiunque produca
o imbottigli Bardolino o Chiaretto dovrà sostenerne i costi di
promozione anche se non si fosse mai associato formalmente al Consorzio.
“Quello del ministero – dice il presidente del Consorzio di
tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi – è un riconoscimento
fondamentale, che premia il Consorzio di tutela per il lavoro compiuto
a favore della denominazione. Ci vengono attribuite, come dice la nuova
normativa, le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione
del consumatore e cura generale degli interessi relativi alla denominazione,
e questa attribuzione vale nei confronti di chiunque utilizzi la nostra
doc. Del resto, in questi ultimi anni sono stati sempre di più
i produttori che hanno chiesto di iscriversi al Consorzio, permettendoci
di raggiungere un indice di rappresentatività che ha pochi paragoni
in Italia, soprattutto fra realtà di dimensioni significative come
la nostra.”
Intanto, per la doc rivierasca è tempo di altre importanti novità,
prima fra tutte la scelta di apporre su tutte le bottiglie di Bardolino
e di Chiaretto della vendemmia 2012 il contrassegno di Stato: “Con
l’obbligo della fascetta assicuriamo ai consumatori che quando stappano
una bottiglia che porta il nome di Bardolino in etichetta, dentro ci trovano
davvero il nostro vino”, puntualizza Tommasi.
Novità anche per l’imbottigliamento: l’assemblea dei
soci del Consorzio ha deliberato di autorizzare la chiusura delle bottiglie
di Bardolino e di Chiaretto non solo con i tradizionali tappi in sughero
o in materiale plastico, ma anche con modalità innovative, come
il tappo in vetro o la capsula a vite di nuova generazione. “La
richiesta è già all’attenzione della Regione Veneto
per il successivo invio al ministero” spiega Andrea Vantini, responsabile
dell’area tecnica del Consorzio di tutela. Ora i produttori sperano
anche che dal ministero arrivino buone notizie sul fronte del bag-in-box,
una forma di confezionamento molto apprezzata soprattutto nei paesi Scandinavi,
ma che attualmente può essere utilizzata per il Bardolino, ma non
per il Chiaretto, a causa di un cavillo della normativa nazionale. “Sia
il Bardolino che il Chiaretto – osserva il presidente Tommasi -
per le loro caratteristiche di giovanile piacevolezza si prestano particolarmente
al confezionamento in contenitori o con sistemi di chiusura alternativi,
e questo è essenziale per favorire l’export dei nostri vini”.
“L’export – aggiunge Vantini - rappresenta il 70% delle
vendite del Bardolino. I mercati esteri più importanti sono la
Germania, la Francia, l’Inghilterra, il Canada, il Belgio, gli Stati
Uniti, il Giappone, ma notiamo un interesse sempre maggiore da parte dei
Paesi Scandinavi, che tuttavia cercano vini confezionati in bag-in-box
o in bottiglie chiuse a vite, una soluzione, questa, molto richiesta per
i nostri vini anche nei Paesi anglosassoni e negli Stati Uniti”.
Ufficio stampa Consorzio Tutela Vino Bardolino
doc –
Paola Giagulli paola@paolagiagulli.it
tel. 338 4812496
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