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ENTI
E MINISTERI
Liberalizzazioni: la vendita
dei terreni del demanio un’opportunità per i giovani agricoltori
Trasparenza e destinazione a uso
agricolo per scongiurare infiltrazioni della criminalità e della
speculazione
La Cia e l’Agia auspicano che il provvedimento predisposto dal ministro
Catania non venga stravolto durante l’iter parlamentare. “Non
capiamo i timori sollevati da alcune parti che non sono d’accordo
sull’alienazione dei beni e puntano, invece, sull’affitto”.
Non si corre alcun rischio se l’operazione è condotta nella
massima chiarezza e se vengono rispettate con rigore le condizioni poste
nel decreto.
La vendita dei terreni del demanio è un’opportunità
significativa per i giovani purché si rispettino tre condizioni
fondamentali: la destinazione agricola per contrastare l’assalto
della speculazione, la trasparenza nell’assegnazione per evitare
infiltrazioni della criminalità organizzata, privilegiare, appunto,
i giovani agricoltori che possono così costruire un futuro imprenditoriale.
La Cia-Confederazione italiana agricoltori e la sua Associazione di giovani
imprenditori agricoli (Agia) ribadiscono l’importanza del provvedimento
predisposto dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania e contenuto
nel decreto liberalizzazioni, attualmente all’esame del Parlamento.
Non vediamo alcun problema -affermano i giovani della Cia- nella vendita
di questi terreni. L’importante è portare avanti un’operazione
chiara, come, del resto, prevede la misura del ministro Catania. In essa,
infatti, sono contenute alcune direttive in grado di favorire il lavoro
dei tantissimi giovani agricoltori. Prima di tutto, l’abbassamento
della soglia del ricorso a trattativa privata. Le dismissioni, pertanto,
dovranno essere effettuate mediante asta pubblica per terreni di valore
pari o superiore a 100.000 euro. A ciò si aggiunge la durata del
vincolo di destinazione d’uso agricolo che è fissata in 20
anni, invece dei 5 previsti in precedenza.
Inoltre, viene assicurata la prelazione per i giovani imprenditori agricoli
nelle procedure di alienazione. E per finire, le dismissioni non saranno
più “una tantum”, ma potranno avere cadenza annuale.
Il ministro delle Politiche agricole ha assicurato che, di concerto con
il dicastero dello Sviluppo economico, entro il 30 giugno di ogni anno
verranno individuati i terreni agricoli da alienare.
Non capiamo, dunque, le paure che da alcune parti sono state espresse
nei confronti della vendita, soprattutto per il rischio di favorire l’azione
della criminalità. Eliminare l’alienazione a favore dell’affitto
non è certo la soluzione auspicabile, specie se le procedure -come
garantisce il provvedimento del ministro Catania- vengono rispettate nei
minimi particolari.
Quando si mettono in vendita immobili dello Stato, come le caserme, non
si solleva alcun rilievo. Non comprendiamo -aggiungono i giovani della
Cia- perché quando si parla di agricoltura si deve sollevare un
polverone. Pare molto strano che soltanto per i terreni agricoli possono
esserci infiltrazioni mafiose, mentre per tutte le altre proprietà
pubbliche non c’è alcun pericolo.
Auspichiamo, quindi, che il provvedimento -ribadiscono i giovani agricoltori-
non venga stravolto nella discussione parlamentare e venga mantenuto lo
spirito che è alla base della misura predisposta dal ministro Catania.
C’è, d’altra parte, da constatare che questi terreni
del demanio (circa 350 mila ettari) in tutti questi anni hanno vissuto
nell’abbandono e non ne è stato fatto alcun uso agricolo.
E questa operazione, se condotta con rigore, può dare un duplice
rilevante effetto: assicurare produzione e reddito e contribuire alla
difesa e al riassetto del territorio.
Il provvedimento è stato da tempo sollecitato dalla Cia e dall’Agia
proprio per rispondere alle esigenze dei tanti giovani agricoltori che
hanno difficoltà ad acquistare terreni coltivabili. Lo stesso presidente
dell’Agia Luca Brunelli, in una lettera inviata al ministro delle
Politiche agricole, evidenzia, infatti, che i giovani “assegnano
particolare importanza alla cessione dei terreni demaniali” e per
questo sollecitano una valida azione.
Oggi, peraltro, i giovani agricoltori trovano grandi difficoltà
di ordine economico e burocratico nell’acquisire il bene-terra.
Specialmente in questo momento di crisi, si trovano davanti ad un credito
che eroga risorse sempre più con il contagocce e a una Amministrazione
pubblica lenta e farraginosa che ostacola ogni iniziativa di carattere
imprenditoriale. Da qui l’importanza di dare un’opportunità
da sfruttare nel migliore dei modi per garantire -afferma l’Agia-
ai giovani agricoltori i mezzi indispensabili per svolgere adeguatamente
la loro attività imprenditoriale. (www.cia.it)
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