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ENTI E
MINISTERI
Crisi pesca
Molti i nodi ancora da sciogliere,
mozione unitaria della cooperazione al governo
Apprezzabili, ma insoddisfacenti gli sforzi finora
compiuti dalle istituzioni per fronteggiare la gravissima crisi in cui
si dibatte il settore ittico (in 10 anni, persi 17.000 posti di lavoro
diretti, - 30% la flotta e i ricavi d'impresa). Nel rinnovare la fiducia
al Governo e al Ministro Catania, l'Assemblea straordinaria dei Consigli
direttivi delle Associazioni Pesca dell'Alleanza delle Cooperative Italiane
(AGCI AGRITAL, Federcoopesca e Lega Pesca), convocata oggi a Roma, ha
confermato lo stato di agitazione della categoria, senza escludere il
ricorso a tutte le iniziative che si renderanno necessarie per vedere
affermare le legittime istanze di modernizzazione e rilancio del settore
(13.500 pescherecci,100.000 addetti complessivi, 387 mila tonnellate di
produzione, per un valore di 1,5 miliardi di euro, contro un disavanzo
di 3,5 miliardi l'anno sulla bilancia commerciale). L'Assemblea straordinaria
ha approvato una mozione unitaria, mettendo nero su bianco i cruciali
nodi ancora da sciogliere per tradurre in fatti concreti gli impegni anticrisi
sollecitati, non ultimo, da 5 risoluzioni bipartisan approvate In Commissione
Agricoltura della Camera.
Al Governo e al Parlamento, le Associazioni della Pesca dell'Alleanza
delle Cooperative Italiane chiedono, innanzitutto, la convocazione di
una conferenza nazionale della pesca: non una passerella, ma lo strumento
per avviare un urgente confronto su obiettivi, strumenti e dotazioni del
prossimo Programma triennale, in cui far decollare, con il sostegno di
adeguata copertura, un organico Piano per lo sviluppo della filiera ittica
nazionale. A sostegno del credito e della multifunzionalità d'impresa
si chiede l'immediato via libera alle convenzioni tra Pubblica Amministrazione
e Associazioni, mentre risultano parimenti urgenti non solo il completamento
della delega al governo per ampliare gli strumenti di supporto al settore,
(programmazione negoziata, patrimonializzazione diretta dei Confidi, rete
nazionale della ricerca, contratti di filiera), ma anche il varo del Programma
assicurativo nazionale per le calamità naturali, al palo dal 2004.
Nell'immediato, le Associazioni chiedono certezza di attuazione per il
fermo pesca 2012 che, considerata la crisi, dovrà essere adeguatamente
retribuito per armatori ed equipaggi, e aprono una vertenza politica sugli
effetti del decreto sulla rappresentatività siglato dall'Ex ministro
Romano, di cui chiedono il tempestivo ritiro.
Al centro della mozione approvata dall'Assemblea, insieme alla richiesta
di ulteriori misure di semplificazione, anche l'esigenza di metter mano
ad una complessiva riforma degli assetti fiscali, con l'introduzione di
una tassazione forfettaria, quale la tonnage tax, e previdenziali, attraverso
una urgente riforma della legge 250/58. Si punta anche alla stabilizzazione
degli ammortizzatori sociali, con l'istituzione della cassa integrazione
ordinaria. Tutto questo senza dimenticare Bruxelles, e le complicazioni
delle recenti normative per le quali abbiamo già chiesto al Ministro
un tavolo permanente di monitoraggio che ne rilevi le criticità
operative per poter avviare le procedure di modifica.
Il settore ittico è al centro di una fase emergenziale che rischia
di ipotecarne il futuro e ciò rende necessario uno sforzo straordinario
da parte del Governo. Gli stock sono in sofferenza; le catture, la redditività
e l'occupazione in drammatico calo; i costi di produzione continuano a
lievitare, mentre i consumi diminuiscono e il ridotto potere d'acquisto
delle famiglie penalizza sui mercati la qualità delle produzioni
nazionali. (www.legapesca.coop)
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