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ENTI E
MINISTERI
Agricolture locali e filiere corte: rafforzare la dimensione locale
della Politica Agricola Comune
Le proposte di riforma della PAC post 2013, adottate dalla
Commissione il 12 ottobre 2011, prevedono una serie di nuovi strumenti
per lo sviluppo economico delle piccole aziende agricole con un orientamento
al mercato locale.
L'obiettivo della conferenza svoltasi il
20 aprile a Bruxelles alla presenza del Commissario europeo per l'Agricoltura
e lo Sviluppo Rurale, Dacian Ciolos e dal Commissario sulla Salute e le
politiche a tutela dei consumatori, John Dalli, era proprio esplorare
i possibili strumenti per incentivare l’agricoltura di piccola scala
e la filiera corta, nonché valutarne il potenziale economico. Tra
i temi affrontati, i possibili interventi a supporto dei piccoli agricoltori
attraverso la Politica Agricola Comune e le strategie da mettere in atto
per stimolare la consapevolezza e l’attenzione dei consumatori nei
confronti delle produzioni locali.
"Quando si parla di filiere corte", ha affermato il Commissario
Ciolos, "il potenziale è ovviamente enorme, ma tante sono
anche le contraddizioni e i pregiudizi. Gli studi effettuati hanno dimostrato
che la domanda di prodotti locali è forte, ma non è sufficientemente
strutturata, né sufficientemente identificata, né sufficientemente
accessibile".
I cosiddetti "servizi locali di approvvigionamento alimentare"
corrispondono ad una visione moderna della competitività economica
della nostra agricoltura e della sua efficacia sociale e ambientale: oltre
a permettere di evitare i trasporti su lunghe distanze, le filiere corte
favoriscono lo sviluppo economico dei territori e danno ai consumatori
la possibilità di farsi protagonisti dello sviluppo economico locale.
Questo enorme potenziale tuttavia non è stato pienamente sfruttato
finora a causa di strutture inadeguate e dei forti pregiudizi che ancora
permangono in certi ambienti politici o economici.
Tuttavia, se da un lato le filiere corte sono state troppo a lungo ignorate,
dall’altro, uno studio italiano ha dimostrato che già oggi,
nonostante l’assenza di riconoscimento e di sostegno, il 15% delle
aziende agricole dell’UE smerciano a livello locale più della
metà della loro produzione e la Grecia, anche "grazie"
alla crisi, detiene probabilmente il record in materia.
I prezzi sono chiaramente molto competitivi, circa il 60% in meno dei
circuiti classici, ma "non si tratta di creare nuovi ostacoli o di
mettere i grandi contro i piccoli o le filiere corte contro le filiere
lunghe", ha affermato il Commissario Ciolos: "Per essere veramente
competitiva e sostenibile l’Europa deve valorizzare tutti i suoi
modelli agricoli, senza pregiudizi". (http://ec.europa.eu)
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