ENTI E MINISTERI

Presentati oggi a San Michele numeri e risultati del Centro ricerca e innovazione
La ricerca fem 2011 e il nuovo centro di biologia computazionale  
(s.c.) Trentacinque paesi rappresentati, dopo Italia soprattutto India, Germania, Cina e Olanda, uno staff di 330 persone di cui oltre la metà inquadrata col ruolo di ricercatore, 113 pubblicazioni su riviste internazionali con fattore di impatto realizzate con ricercatori di 39 istituti operanti in tutti e cinque i continenti, 27 borse di dottorato assegnate. Sono alcuni numeri snocciolati oggi alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige nell’ambito della presentazione dei risultati 2011 del Centro ricerca e innovazione.

"Siamo qui a considerare i risultati della ricerca della Fondazione Mach: è da questi che si deve ogni anno ripartire, ovviamente e se possibile migliorandosi" ha spiegato il presidente Francesco Salamini. Presente anche l'assessore Tiziano Mellarini che ha evidenziato l’importanza della sinergia sviluppata dalla Fondazione a livello internazionale anche in un'ottica di ricadute sul territorio, di risposte concrete all'agricoltura e all'ambiente trentino.
Roberto Viola, dirigente del Centro ricerca e innovazione, ha illustrato i principali risultati evidenziando che “il Centro ricerca e innovazione ora si può collocare di diritto tra i principali Centri di ricerca internazionali nei settori di riferimento che sono l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente. La progressiva espansione dei programmi di dottorato testimonia inoltre la qualità ed il valore attrattivo a livello internazionale della scuola di ricerca di San Michele.” Oltre alla illustrazione dei principali risultati dei dipartimenti del CRI da parte dei relativi coordinatori, Riccardo Velasco per Genomica e biologia delle piante da frutto, Fulvio Mattivi per Qualità alimentare e nutrizione, Ilaria Pertot per Agro-ecosistemi sostenibili e biorisorse, Heidi Hauffe per Biodiversità ed ecologia molecolare, è stato presentato il Centro di biologia computazionale, la cui direzione è stata affidata al ricercatore Duccio Cavalieri. Si tratta di una struttura trasversale in grado di sviluppare un’elevata ed efficiente potenza di calcolo, che porta la bioinformatica e la biostatistica a sostegno delle attività del Centro ricerca e innovazione. In particolare il gruppo di biologia computazionale assiste lo sviluppo di genomica e metabolomica delle piante da frutto, nutrigenomica, metagenomica, studi di biodiversità molecolare, ecogenomica, filogenesi e caratterizzazione del germoplasma in campo agrario, forestale e ambientale. L’obiettivo che si proietta nel futuro è lo sviluppo della biologia dei sistemi, una disciplina che indaga i sistemi biologici utilizzando le scienze matematiche, fisiche, chimiche ed informatiche con l’intento di produrre e adottare modelli biologici complessi capaci di interpretare la realtà degli organismi viventi. Propone paradigmi utili allo sviluppo di applicazioni pratiche, alla creazione di varietà immuni alle malattie, che producano frutti ad elevato valore commerciale e nutraceutico, adatte a sistemi colturali ecocompatibili.
Il nuovo centro di biologia computazionale sarà guidato da Duccio Cavalieri che ha ottenuto il suo dottorato di ricerca all’Università di Pavia nel 1998 ed ha lavorato dal 1999 al 2004 alla Harvard University, come group-leader nel laboratorio di genomica evolutiva; è stato professore al Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze e, sui temi della biologia computazionale, della nutrigenomica e delle scienze biomolecolari, è stato responsabile in progetti finanziati dalla National Science Foundation americana, dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. E’ autore di 43 pubblicazioni su riviste scientifiche con fattore di impatto.

Veniamo ai risultati presentati oggi. Il 52% del personale del Centro è di genere maschile, mentre quello femminile rappresenta il 48%. L’età media del personale è di 35 anni, con quasi la metà dello staff compreso nella fascia di età 25-34 anni. Nel 2011 sono state assegnate 27 borse di dottorato per il quale il CRI ha ricevuto circa un migliaio di domande provenienti da oltre 130 paesi nel mondo. Attualmente al centro operano 61 dottorandi, provenienti da 18 nazioni. I borsisti sono iscritti ad università italiane (Trento, Milano, Padova, Bologna, Modena Reggio Emilia, Sacro Cuore, Udine, Napoli, Pisa, Firenze) ma anche di altri stati quali Germania, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Svizzera, Austria, Israele, Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti.



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