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ENTI E
MINISTERI
Dalla pizza ai liutai di Cremona i candidati per la lista Unesco
In undici per due posti nell'elenco Patrimonio dell'Umanità.
Beni d'Italia Processioni, feste e il Carnevale di Viareggio. C'è
anche lo Zibibbo
I liutai cremonesi o le Launeddas sarde? La pizza napoletana o lo
Zibibbo di Pantelleria? La riunione della commissione Unesco a Parigi
è prevista per la tarda estate, inizio dell' autunno. Ma la corsa
per l' iscrizione nella lista del Patrimonio immateriale dell' umanità
è apertissima. Undici concorrenti per due soli «posti»
da finalista. I 44 siti italiani iscritti nella lista del patrimonio storico-artistico
sono tutti noti. Meno famosa è la lista del Patrimonio immateriale:
non luoghi fisici (artistici o paesaggistici) ma da tradizioni, stili
di vita, abitudini alimentari. L' Italia ha già nella lista i Pupi
siciliani, il Canto a tenore della cultura sarda, gli Inni bizantini di
Piana degli Albanesi, la Dieta mediterranea. Ieri il professor Giovanni
Puglisi, presidente della Commissione nazionale italiana per l' Unesco,
ha finito di protocollare le liste consegnate da due dicasteri (Beni culturali
e Politiche agricole) per inviarle a Parigi entro il termine di presentazione,
il 31 marzo. Le Politiche agricole hanno ha sottoposto «L'arte tradizionale
dei Pizzaiuoli napoletani», cioè la pizza napoletana, e «La
pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello dell' isola
di Pantelleria», ovvero lo Zibibbo. Più articolata la lista
di autocandidature raccolta dal ministero per i Beni e le attività
culturali, per la precisione dal sottosegretario Francesco Giro. Cioè
la tradizione dei liutai cremonesi (un nome per tutti, Antonio Stradivari).
Il Palio di Siena. Il gruppo delle Feste delle grandi macchine a spalla:
la Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri
di Sassari, la Macchina di Santa Rosa a Viterbo, tutte accomunate dalla
tradizione di costruire monumentali attrezzature trasportate dall' uomo.
Quindi la Festa dell'Abete di Alessandria del Carretto in provincia di
Cosenza (legata ai culti arborei mediterranei, si abbatte un abete centenario
ma se ne ripiantano molti giovani), il Carnevale di Viareggio, Calendimaggio
ad Assisi, le Launeddas di Sassari (antichissimo strumento a fiato), la
Festa dei Ceri a Gubbio, la Festa delle Fracchie a San Marco in Lamis,
provincia di Foggia (secolare processione di torce, le Fracchie, legata
ai riti pasquali). Solo due verranno ufficialmente indicate per l' Italia
all' Unesco dalla Commissione interministeriale (Turismo, Beni culturali,
Politiche agricole, Esteri) che verrà presieduta nei prossimi giorni
dal neoministro per i Beni culturali, Giancarlo Galan: già si parla
di una possibile abbinata liutai cremonesi-pizza. Dice il sottosegretario
Francesco Giro: «In attesa del ricambio al ministero ho preferito
far protocollare le candidature per evitare inconvenienti». Non
mancheranno le polemiche, Michela Brambilla, ministro del Turismo con
delega per la tutela dell' immagine dell' Italia nel mondo, avverte: «Proporre
una candidatura all' Unesco significa individuare un simbolo in cui tutti
gli italiani si identifichino. Sicuramente la pizza lo è. Non altrettanto
si può dire per il Palio di Siena. Ciò che è accaduto
in alcune recenti edizioni, mi riferisco alla amara sorte dei cavalli
in gara, mi pare abbia diviso l' opinione pubblica e aperto discussioni».
Ecco undici possibili candidature italiane nella lista dei Beni immateriali
come Patrimonio dell'umanità. Solo due di queste verranno proposte
all' Unesco
1) La pizza napoletana e l' arte dei pizzaioli napoletani
2) La coltivazione dello Zibibbo a Pantelleria
3) La tradizione dei liutai cremonesi
4) Il Palio di Siena
5) Le feste delle grandi macchine a spalla (Festa dei Gigli di Nola, la
Varia di Palmi, la Faradda dei Candelieri di Sassari, la Macchina di Santa
Rosa a Viterbo)
6) Calendimaggio ad Assisi
7) Carnevale di Viareggio
8) La Festa dell' Abete di Alessandria del Carretto
9) Tradizione delle Launeddas di Sassari
10) Festa dei Ceri a Gubbio
11) Festa delle Fracchie a San Marco in Lamis in provincia di Foggia
articolo di Paolo Conti - Corriere della Sera (link)
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