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ENTI E
MINISTERI
Addio discariche, l'Europa promuove
il riciclaggio
Ogni famiglia getta ogni anno 500 euro nella spazzatura: il 25%
del cibo acquistato viene infatti buttato, ma con piccoli accorgimenti
più della metà potrebbe essere riutilizzato. In Italia ogni
persona butta circa 150 kg di cibo l'anno, un dato nella media dell'UE.
La produzione complessiva di rifiuti in Europa è in aumento e costituisce
una risorsa non pienamente sfruttata. La relazione della Commissione europea
sulla gestione dei rifiuti da parte degli Stati membri dell'UE ha fatto
emergere una realtà preoccupante, per la quale occorrono delle
soluzioni concrete. È necessario vietare i dannosi processi di
smaltimento in discarica, promuovere maggiormente il riciclaggio e rendere
più coerenti la progettazione dei prodotti e le politiche in materia
di rifiuti, oltre a sensibilizzare i cittadini.
In alcuni Paesi lo smaltimento in discarica è scomparso, ma in
altri più del 90% dei rifiuti viene ancora interrato. L'Italia
è uno dei Paesi nei quali la questione rifiuti non è ancora
risolta: un'infrazione su 5 al diritto europeo sull'ambiente è
sul tema dei rifiuti, e il nostro Paese, con l'Ungheria, è in testa
alla graduatoria. Il commissario UE per l'ambiente, Janez Potocnik, ha
ammonito sulle gravi conseguenze ambientali di un'amministrazione poco
responsabile di questi materiali, e richiamato l'attenzione sulla necessità
di ridurre la quantità di rifiuti prodotti e sull'importanza del
riciclaggio: "Ogni cellulare contiene oro, platino, palladio e rame:
tutte risorse rare in Europa. Non si tratta di rifiuti da interrare o
incenerire, ma di risorse che dovremmo rispettare, anche perché
il riciclaggio è un'attività che crea posti di lavoro".
I rifiuti sono 'prodotti' dai quali è possibile estrarre materie
prime e costituiscono dunque una risorsa preziosa per il nostro sviluppo.
Inoltre, aumentare la tendenza al riciclaggio significa anche creare lavoro:
secondo le stime, il potenziale è di circa creare mezzo milione
di posti.
La direttiva europea sui rifiuti del 2008 introduce una sorta di gerarchia
dei vari tipi di rifiuti, stabilendo un ordine di priorità per
il loro trattamento. La linea prioritaria della strategia è chiara
e si chiama prevenzione, cui seguono il riutilizzo, il riciclaggio e altre
modalità di recupero. All'ultimo posto nella lista dei possibili
interventi, da usare soltanto se necessario, i sistemi di smaltimento
come la messa in discarica. La norma UE prevede insomma che gli Stati
UE ammodernino i loro piani di gestione dei rifiuti, predispongano appositi
programmi di prevenzione entro il 2013, e riciclino il 50% dei rifiuti
urbani e il 70% dei rifiuti da costruzione e demolizione entro il 2020.
Il ricorso alle discariche in Italia è diminuito negli ultimi anni:
nel 1995 il 95% dei rifiuti andava in discarica, un dato sceso al 50%
nel 2007.
L'Europa fissava anche un calendario preciso, con un periodo transitorio
di due anni a disposizione degli Stati per allinearsi alla norma, ma al
termine previsto, il 12 dicembre scorso, solo pochi l'avevano recepita.
Scatteranno così presto le procedure previste per chi non ha fatto
quanto richiesto dalla direttiva rifiuti, con un percorso che potrebbe
portare i Paesi inadempienti alla Corte di Giustizia. Nel frattempo, la
Commissione europea continuerà a controllare l’attuazione
e l’applicazione delle norme sui rifiuti e cercherà di sostenere
gli Stati nella messa a punto di strategie e politiche adeguate. L'anno
prossimo saranno adottate misure concrete per creare una società
europea fondata sul riciclaggio e su un impiego efficiente delle risorse.
Matteo Fornara e Morena Priori
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea
tel. +39.02.467514229
matteo.fornara@ec.europa.eu
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