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Reti transeuropee dei trasporti (TEN-T)
Ieri, 19 ottobre, la Commissione Ue ha presentato la proposta per il futuro
delle Reti transeuropee dei trasporti (TEN-T): 31,7 miliardi per il periodo
2014-2020, nel quadro di uno strumento che comprende anche energia e telecomunicazioni
e vale 50 miliardi. Sui 10 corridoi prioritari, 4 toccano l'Italia: Il
Baltico-Adriatico (numero 1); il Corridoio Mediterraneo (numero 3); l'Helsinki-Valletta,
che attraversa il Paese da Bolzano a Palermo (il 5), e il Genova - Rotterdam
(nr 6). Sono compresi 5 valichi alpini, inclusa la Torino-Lione.
DATI E FONDI PER LE RETI TRANSEUROPEE DEI TRASPORTI
I trasporti sono fondamentali per l'efficienza dell'economia europea.
Si prevede che il trasporto merci aumenterà dell'80% entro il 2050.
Il trasporto passeggeri è invece destinato a crescere più
del 50%. La rete centrale delle TEN, appena proposta dalla Commissione
europea, interesserà 83 porti europei principali mediante collegamenti
ferroviari e stradali, 37 aeroporti principali mediante collegamenti ferroviari
verso grandi città, 40 000 km di linee ferroviarie convertite
all'alta velocità e 15.000 grandi progetti transfrontalieri per
ridurre le strozzature.
Si stima che il costo dell'attuazione della prima fase di finanziamento
per la rete centrale nel periodo 2014-2020 sarà di 250 miliardi.
La rete centrale dovrà essere completata entro il 2030. Il nuovo
meccanismo finanziario stanzia 31,7 miliardi di euro per l'infrastruttura
dei trasporti per il prossimo periodo finanziario (2012-2020). L'80% di
questa somma sarà destinata ai progetti prioritari della rete centrale
lungo i 10 corridoi da realizzare in quella rete. Saranno disponibili
finanziamenti anche per un numero limitato di progetti riguardanti altri
tratti che rappresentano un elevato valore aggiunto europeo per la rete
centrale. Il sostegno andrà anche al finanziamento di progetti
orizzontali di contenuto informatico come SESAR (la dimensione tecnologica
del sistema di gestione del traffico aereo del cielo unico europeo) e
ERTMS (il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario che dovrà
essere utilizzato in tutti i grandi corridoi).
Il principio fondamentale è che tutti i paesi traggono benefici
dall'accesso ad una solida rete centrale europea dei trasporti, che consente
la libera circolazione di persone e merci. Tutti i paesi europei saranno
collegati alla rete. I progetti individuati come prioritari per il finanziamento
dell'UE nel soddisfano i criteri della metodologia di appartenenza alla
rete centrale, hanno un elevato valore aggiunto UE e sono maturi per essere
realizzati fra il 2014 e il 2020. Spetterà agli Stati membri presentare
alla Commissione proposte dettagliate, sulla base delle quali saranno
assegnati i finanziamenti. Ciò dovrebbe avvenire entro i primi
mesi del 2014.
L'esatto ammontare del finanziamento dell'UE dipende anche dai dettagli
delle proposte nazionali. In linea di massima, il contributo dell'UE a
un grande progetto di infrastruttura di trasporto rappresenta il 20% circa
del costo dell'investimento per un periodo finanziario di 7 anni. Il sostegno
finanziario per studi individuali può rappresentare fino al 50%
del costo e per studi e lavori per progetti transfrontalieri fino al 40%.
Il resto è finanziato dagli Stati, dagli enti locali o da investitori
privati.
A livello regionale e nazionale, la cosiddetta rete globale alimenterà
la rete centrale di trasporto. Tale rete globale è parte integrante
della strategia TEN-T. Sarà gestita in gran parte dagli Stati UE,
con la possibilità di ottenere alcuni finanziamenti nell'ambito
della politica dei trasporti e, naturalmente, della politica regionale.
Si vuole garantire che progressivamente, entro il 2050, la grande maggioranza
dei cittadini e delle imprese d'Europa non debba impiegare più
di 30 minuti per raggiungere la rete globale.
Ma come funziona il cofinanziamento? Quanto pagano gli Stati e quanto
paga l'Europa? L'infrastruttura dei trasporti richiede investimenti enormi,
la maggior parte dei quali proverrà sempre dagli Stati membri.
Il ruolo dell'Europa in termini di investimento e coordinamento consiste
nel creare valore aggiunto attraverso l'eliminazione delle strozzature
e la realizzazione dei collegamenti e delle connessioni mancanti. I tassi
ordinari di finanziamento per i progetti TEN-T della rete centrale saranno
di un massimo del 50% per il cofinanziamento UE di studi, di un massimo
del 20% per i lavori (per esempio, lavori esplorativi per una galleria
importante). Esiste anche la possibilità di aumentare il cofinanziamento
dei progetti transfrontalieri per i collegamenti ferroviari e di navigazione
interna (fino al 40%). Per taluni progetti legati all'aspetto dell'innovazione,
come l'ERTMS, può essere concesso un cofinanziamento più
elevato, non superiore al 50%, per sostenere gli Stati membri che effettuano
la transizione al nuovo sistema.
I CORRIDOI EUROPEI E L'ITALIA: 5 VALICHI
ALPINI, A SUD FINO A PALERMO
Sono dieci i corridoi della rete trans europea dei trasporti che viene
presentata oggi dalla Commissione europea. Molti di questi tratti, in
quattro corridoi su dieci, coinvolgono, in maniera diretta o indiretta,
il territorio italiano. La disponibilità totale, per il periodo
2014-2020, sarà di 31,7 miliardi, una cifra quattro volte superiore
a quella dell'attuale fase finanziaria.
Il corridoio numero 1 congiunge il Mar Baltico all'Adriatico e ha un particolare
significato anche storico e politico, andando di fatto in parallelo con
la vecchia "Cotrina di ferro" dell'era della guerra fredda.
Di fatto, si parte a Helsinki e si arriva a Ravenna, attraverso Finlandia,
Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Italia,
attraverso Udine, Venezia, Bologna e Ravenna. I porti italiani coinvolti
sono quelli di Trieste, Venezia e Ravenna, attraverso interconnessioni
e lo sviluppo di piattaforme intermodali.
Tra quelli che riguardano il territorio italiano c'è anche il 3,
il Corridoio Mediterraneo, che parte da Algeciras, nella zona dello stretto
di Gibilterra, e raggiunge Budapest attraversando la Spagna, la Francia,
l'Italia e la Slovenia. È il corridoio della Lione-Torino, che
prosegue attraverso Milano, Brescia, Venezia e Trieste. Studi di fattibilità
riguardano anche la zona vicina al Po, passando per Mantova. I lavori
di base del tunnel che collega il tratto sulle Alpi tra Italia e Francia
dovrà partire entro il 2020, mentre entro il 2014 dovranno partire
i lavori su diverse tratte del Nord-Est tra Brescia e Trieste. È
compreso nel corridoio anche il tratto ferroviario tra Trieste e Divaca
in Slovenia.
Il Corridoio 5 collegherà la Finlandia a Malta, passando per Danimarca,
Germania, Austria e Italia, dove le tratte interessate coinvolgono, dal
Brennero, Verona, Bologna, Roma, Napoli, Bari e – novità
rispetto al passato – Palermo. Nel capoluogo siciliano sarà
anche possibile realizzare connessioni tra il porto e l'entroterra.
L'ultimo corridoio di interesse diretto per il nostro Paese è il
numero 6, da Genova a Rotterdam. Le direttrici di valico alpino sono due,
attraverso Novara, il Sempione e il Loetschberg in Svizzera, e Milano
e Gottardo. I lavori sui tratti italiani inizieranno entro il 2020. La
Galleria del San Gottardo in Svizzera, la più lunga del mondo per
il traffico ferroviario, sarà probabilmente aperta in anticipo
rispetto alla scadenza prevista del 2017.
Tra gli elementi chiave dei progetti che riguardano l'Italia, la Commissione
nella sua lunga lista ha evidenziato l'inclusione di quasi tutti gli assi
maggiori che fanno parte della pianificazione italiana sui trasporti per
il prossimo decennio, garantendo una copertura molto buona del territorio.
È stato incluso anche la tratta Napoli – Palermo, perché
il capoluogo siciliano rispetta i criteri necessari per essere considerato
un nodo a livello europeo. La Sicilia, inoltre, fornisce i collegamenti
più diretti con Malta, dove termina il Corridoio 5. Sulla Torino
– Lione, l'inclusione nella lista dei progetti si deve all'accordo
tra Francia e Italia sulla condivisione dei costi e sulla soluzione di
molti problemi tecnici ancora esistenti.
Gli altri corridoi della rete centrale, che non toccano direttamente il
territorio italiano, sono il 2 da Varsavia all'Inghilterra, il 4 da Amburgo
a Cipro, il 7 da Lisbona a Strasburgo, l'8 da Dublino a Bruxelles, il
9 da Amsterdam a Marsiglia e il 10 da Strasburgo alla foce del Danubio
in Romania.
Matteo Fornara e Cintia Dantas
Rappresentanza a Milano della Commissione europea
tel. +39.02.467514229
matteo.fornara@ec.europa.eu
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