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ENTI
E MINISTERI
Pesca: la riforma della politica comune proposta dalla CE in Mediterraneo
sarebbe peggio di uno tsunami
La Cooperazione nelle audizioni delle Commissioni Agricoltura di Camera
e Senato evidenzia i rischi di una riforma inapplicabile nei nostri mari.
Introduzione obbligatoria di un sistema di Concessioni di Pesca Trasferibili
(leggi licenze di pesca vendibili), con collegata introduzione delle quote
di pesca annuali per gruppi di specie (oggi esiste solo per il tonno rosso),
obbligo di portare a terra tutte le catture indesiderate e non commercializzabili
per la eliminazione dei rigetti in mare, raggiungimento della “Massima
Cattura Sostenibile” per specie o gruppi di specie entro il 2015,
quando non si hanno dati scientifici sufficienti per valutare lo stato
di salute della maggior parte degli stock.Questi i principali aspetti
critici della riforma della PCP che figurano nella proposta presentata
il 13 Luglio scorso dalla Commissaria alla Pesca e agli Affari Marittimi
Maria Damanaki ed al centro delle audizioni delle Organizzazioni della
pesca nelle Commissioni Agricoltura tenute ieri alla Camera ed oggi al
Senato.
“La proposta di riforma, che la CE ha formulato senza tenere in
minima considerazione quanto espresso dalla pesca europea nella lunga
fase di consultazione preparatoria, presenta per il Mediterraneo aspetti
tutti da chiarire sulla effettiva possibilità di gestione, che
vengono rinviati agli Stati membri con numerosi problemi giuridici e applicativi
irrisolti” hanno dichiarato i Presidenti delle Associazioni dell’ACI
(Alleanza delle Cooperative Italiane) che rappresentano l’80% della
pesca nazionale “Se nel processo di co-decisione tra Parlamento
Europeo e Consiglio UE non saranno apportati significativi cambiamenti,
la ennesima riforma europea della pesca - nata più da motivi politici
che da esigenze del settore - avrà in Mediterraneo effetti
devastanti, ed in Italia danneggerà irrimediabilmente la struttura
generale del settore, compromettendo l’operatività di interi
comparti e creando ulteriore disoccupazione. Un vero e proprio tsunami
che sarà probabilmente aggravato dalla eliminazione di qualsiasi
contributo alla flotta, e quindi anche per le demolizioni, nel nuovo strumento
finanziario che la CE presenterà il mese prossimo.”
I componenti delle Commissioni Agricoltura di entrambi i rami del Parlamento
hanno da parte loro condiviso le preoccupazioni espresse dalle Associazioni
nazionali dimostrando particolare sensibilità per le problematiche
della pesca, ed hanno assicurato la loro attenzione ed il loro impegno
nel seguire la fase di negoziato avviata tra Commissione, Stati membri
e Parlamento Europeo. La proposta di riforma dovrebbe approdare in Consiglio
UE nell’autunno 2012.
(www.legapesca.coop)
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