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ENTI E
MINISTERI
Governo della quantità per filiera lattiero-casearia ue
Un provvedimento che “mantiene
qualità e redditi più stabili” per il presidente dell’Asiago
Gasparini. Il presidente commissione agricoltura Ue, De Castro: “condizionerà
il futuro del settore”
Con il recente (inizio dicembre) accordo politico trovato da Parlamento,
Consiglio e Commissione dell’Unione Europea sul pacchetto latte,
la filiera lattiero-casearia europea avrà un sistema di regole
riorganizzato e coerente con l’attuale scenario economico. L’accordo
comunitario introduce la possibilità, nel rispetto delle regole
della libera concorrenza, di programmare e gestire i volumi produttivi
dei prodotti caseari a Denominazione di Origine Protetta.
La proposta di regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo
dovrà essere definitivamente adottata dall’aula di Strasburgo,
nel prossimo mese di febbraio, dopo i passaggi formali in Consiglio e
in Commissione Agricoltura, prima della definitiva approvazione in Plenaria.
A quel punto l’accordo avrà immediata e diretta applicazione
negli Stati membri, che su richiesta di una organizzazione dei produttori
o interprofessionale, oppure di un Consorzio di tutela riconosciuto, potranno
introdurre regole di programmazione dell’offerta produttiva, previo
accordo stipulato da almeno due terzi dei produttori.
Il nuovo regolamento, così come previsto per il settore ortofrutticolo,
apre anche alle organizzazioni di produttori e al riconoscimento dell’interprofessione
con inclusione, in quest’ultimo caso, dei rappresentanti della distribuzione
organizzata. La programmazione potrà avere una durata massima triennale
(rinnovabile al termine), non dovrà danneggiare gli altri prodotti
o comprendere fissazione di prezzi. Nell’ottica del rispetto del
libero mercato, le misure introdotte non potranno essere discriminatorie
rispetto all’ingresso nella Dop di nuovi soggetti né dovranno
danneggiare i piccoli produttori.
“La stabilizzazione dei volumi produttivi contribuisce al mantenimento
della qualità - spiega il presidente del Consorzio di tutela Formaggio
Asiago, Roberto Gasparini - aumentando così i vantaggi per il consumatore
finale, ulteriormente garantito rispetto alla salubrità dei formaggi
Dop. Garantire redditi più stabili alle nostre duemila imprese
di allevamento, nonché ai produttori di Asiago Dop - prosegue Gasparini
- rappresenta una premessa necessaria per preservare il patrimonio agro-zootecnico
ed ambientale dell’area di produzione. Le Dop non rappresentano
un fenomeno meramente commerciale: inscindibilmente legate al territorio
di produzione, ne alimentano lo sviluppo e consentono di mantenere intatta
la biodiversità animale, ambientale e microbiologica. L’eredità
culturale e il valore socio-economico delle Dop rappresentano un valore
prezioso per la collettività; è in quest’ottica che
sono nati i Consorzi di Tutela, che con le misure introdotte ora a livello
comunitario - conclude Gasperini - tornano a giocare un ruolo di primo
piano come custodi della tradizione, in un’ottica moderna, orientata
in maniera specifica alla qualità ed al mercato”.
Per il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo,
Paolo de Castro sono state introdotte “una serie di novità
che condizioneranno in positivo il futuro del settore. Prima fra tutte,
la possibilità, nel rispetto delle regole della libera concorrenza,
di programmare e gestire i volumi produttivi dei prodotti caseari di qualità
certificata”. “I prezzi dovranno essere statici ma anche calcolati
combinando vari fattori, inclusi indicatori - conclude e Castro - che
possono avere ripercussioni sui cambiamenti delle condizioni di mercato”.
A questo punto, però, probabilmente, dato il momento di crisi profonda
che sta attraversando l’economia dell’intera Unione Europea,
potrebbe essere auspicabile un intervento analogo anche per tutte le altre
filiere agricole più importanti dell’Unione Europea, inclusa
quella del vino, storicamente “ammalata” di squilibrio nelle
quantità di prodotto immesse sul mercato e non esente da pericolose
oscillazioni nei prezzi verso il basso di molte delle sue più importanti
denominazioni. (www.winenews.it)
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