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ENTI E
MINISTERI
Alimentare: sull’etichetta d’origine un passo importante Ue.
Consumatori e agricoltori più tutelati. Ma ora va estesa a
tutti i prodotti. La Cia giudica positivamente il nuovo regolamento comunitario
che prevede, fra l’altro, l’indicazione del paese d’origine
anche per le carni suine, avicole e ovi-caprine. Vincente la politica
già da tempo avviata dall’Italia per un’etichettatura
più trasparente degli alimenti.
Un deciso passo avanti nella tutela dei diritti dei consumatori e per
la difesa del lavoro del produttore agricolo. Finalmente si potranno fare
scelte consapevoli in campo alimentare, grazie a un’etichetta più
trasparente, chiara e leggibile. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana
agricoltori esprimendo soddisfazione per il via libera definitivo del
Consiglio Competitività Ue al nuovo regolamento sull'etichettatura
dei prodotti alimentari, che, tra l’altro, estende l’obbligo
dell’origine anche alle carni suine, avicole e ovi-caprine, come
già accade per le carni bovine, il miele, l'olio d'oliva, la frutta
fresca e gli ortaggi.
E’ una decisione importante che -sottolinea la Cia- va nella direzione
indicata dal nostro Paese che, attraverso una legge approvata dal Parlamento,
estende a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine.
Una scelta che premia la linea italiana.
La Cia, comunque, è costantemente impegnata per l’estensione
dell’etichetta d’origine anche per tutti i prodotti animali
trasformati, come i prosciutti, i salumi e i formaggi. Spesso, infatti,
il consumatore è tratto in inganno da etichette che riportano dizioni
che richiamano all’italianità, quando, invece, il prodotto
nasce da materie prime straniere.
Un orientamento che, tuttavia, sembra far breccia nella Commissione Ue
la quale ha già annunciato che, in un futuro prossimo, l'etichettatura
del Paese d'origine potrebbe essere estesa ad altre categorie di cibo
(come la carne utilizzata come ingrediente, il latte o gli alimenti non
trasformati). Ma prima dovranno essere effettuate valutazioni d'impatto
entro due anni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento, proprio
per verificare la fattibilità e i costi potenziali che tali obblighi
d'etichettatura comporterebbero.
Con la completa tracciabilità del prodotto che arriva in tavola
-ricorda la Cia- i 500 milioni di consumatori europei avranno tutte le
informazioni necessarie per scegliere cosa comprare, senza rischiare di
cadere in inganni e con garanzie per i prodotti “made in Italy”.
Una misura che tutela anche i nostri produttori agricoli, che lavorano
sulla qualità, l’eccellenza e la genuinità degli alimenti.
Insomma -rileva la Cia- la via da seguire in materia di trasparenza alimentare
è tracciata. Soprattutto sui prodotti freschi siamo sulla buona
strada, mentre su quelli trasformati andrà fatto qualcosa di più,
migliorando la normativa indicando la provenienza della materia prima.
Il nuovo regolamento -frutto di compromesso sull’etichettatura dei
prodotti alimentari, in seguito all’approvazione in seconda lettura
del Parlamento europeo- entrerà in vigore venti giorni dopo la
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue prevista -sostiene la Cia- per
la fine di novembre. La maggior parte delle nuove regole relative all’etichettatura
diventeranno obbligatorie fra tre anni, mentre la “dichiarazione
nutrizionale”, sarà obbligatoria entro al massimo cinque
anni.
Secondo le nuove disposizioni, la “dichiarazione nutrizionale”
obbligatoria indicherà -rimarca la Cia- il contenuto energetico
e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine
e sale, in una tabella comprensibile sull'imballaggio. Tutte le informazioni
dovranno essere espresse per 100 g o per 100 ml e potranno inoltre, anche
essere espresse in porzioni.
Le bevande alcoliche, compresi gli “alcolpops”, sono esenti
dall’obbligo di fornire informazioni nutrizionali sulle etichette.
Entro tre anni dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione
-conclude la Cia- valuterà l’opportunità di rendere
obbligatoria l’indicazione di alcune informazioni nutrizionali sulle
etichette di questi prodotti, e presentare, quindi, una proposta legislativa
ad hoc. (www.cia.it)
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