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ENTI E
MINISTERI
I nuovi fondi europei: più PMI, più territori, più
crescita
Sono 455 i programmi europei attualmente in corso per promuovere la coesione
regionale e lo sviluppo delle regioni. Queste iniziative termineranno
nel 2013, quando saranno sostituiti dalla nuova generazione di programmi
e stanziamenti per il periodo 2014-2020. Il pacchetto legislativo per
il nuovo periodo pluriannuale è stato appena proposto dalla Commissione
europea e comprende un solo regolamento generale, in sostituzione dei
cinque precedenti, che definisce regole comuni per disciplinare tutti
gli strumenti esistenti: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR),
il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di coesione, il Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per la pesca
(FEP).
Si tratta di un grande sforzo di semplificazione che alla fine tornerà
utile ai beneficiari di queste risorse, cioè le comunità
locali, le imprese e i cittadini nelle oltre 400 region dell'Unione europea.
La Commissione ha inoltre adottato due proposte di strumenti nel settore
dell'occupazione e della politica sociale, in particolare il Fondo europeo
di adeguamento alla globalizzazione (FEG) e il Programma per il cambiamento
sociale e dell'innovazione (PSIC).
Quali sono i nuovi elementi sui fondi europei rispetto al passato? Innanzitutto
una maggior concentrazione degli obiettivi, attorno a quelli della strategia
europea di crescita economica e creazione d'occupazione, nota come "Europa
2020". Per fare un esempio, nelle regioni più sviluppate,
come quelle dell'Italia settentrionale, almeno l'80% delle risorse del
FESR sarà destinato a efficienza energetica e fonti rinnovabili,
innovazione e miglioramento della competitività delle piccole e
medie imprese. Maggiori risorse daranno messe a disposizione per il microcredito
e l'imprenditoria sociale.
Gli Stati UE saranno autorizzati a combinare FESR, FSE e Fondo di coesione
in programmi "plurifondo" per soddisfare meglio i loro piani
di crescita, migliorare il coordinamento sul territorio e raggiungere
uno sviluppo integrato. Saranno poi premiate le buone prestazioni: i finanziamenti
UE offriranno un forte incentivo a raggiungere gli obiettivi di Europa
2020 attraverso alcuni condizioni "ex ante", come ad esempio
il corretto funzionamento dei sistemi di appalti pubblici, ed "ex
post", come il rilascio di fondi supplementari.
La cooperazione territoriale tra le regioni, sia essa transfrontaliera,
transnazionale o interregionale, viene rafforzata, per il suo evidente
valore aggiunto. Ci sarà anche una chiara focalizzazione sullo
sviluppo urbano sostenibile con almeno il 5% delle risorse FESR assegnate
per azioni in questo campo.
Altro aspetto importante: l'ulteriore semplificazione delle politiche,
attraverso l'introduzione di regole di rimborso semplificata, la possibilità
di implementare i fondi sulla base dei piani d'azione congiunti pagati
sulla base dei risultati, e così via.
Nellla proposta per il nuovo quadro finanziario pluriennale, fatta dalla
Commissione nel giugno 2011, la Commissione ha proposto di stanziare 376
miliardi di euro per la politica di coesione, dei quali 162 destinati
alle regioni meno sviluppate, 53 a quelle più avanzate, 12 per
la cooperazione tra i territori, incluso Interreg, 69 per il fondo di
coesione. 40 miliardi andranno al Fondo Europeo di Collegamento per le
tecnologie dei trasporti, dell'energia e dell'informazione e della comunicazione,
e almeno 84 miliardi al Fondo sociale europeo.
Matteo Fornara e Tommaso Sorce
Rappresentanza a Milano della Commissione Europea
tel. +39.02.467514229
matteo.fornara@ec.europa.eu
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