ENTI E MINISTERI

Alimenti: bene i chiarimenti del governo, la legge “anti-frodi” è salva
La Cia valuta positivamente i chiarimenti di Fazio sulla norma 283 del 1962. Ora stop a malintesi, bisogna rimettere al centro dell’azione la lotta contro chi sofistica e inquina i cibi. Serve “tolleranza zero” con un inasprimento dei controlli e delle pene.
 
La legge “anti-frodi” è salva. I chiarimenti arrivati oggi dal ministro della Salute Ferruccio Fazio mettono un punto alla bagarre sulla 283 del 1962, che resta in vigore grazie alla dicitura “testo unico” sull’epigrafe in cima al provvedimento. In questo modo la norma, che fino a ieri sembrava destinata al macero a causa del decreto “taglia leggi” di Calderoli, scampa il pericolo dell’abrogazione e può continuare a esercitare il suo ruolo fondamentale: quello di punire e sanzionare gli illeciti alimentari come l’adulterazione e la sofisticazione dei cibi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando in modo positivo le precisazioni, quanto mai opportune, del governo.
Sulla salute dei cittadini non si può scherzare -spiega la Cia- quindi le autorità hanno fatto bene a muoversi subito per chiarire la situazione, anche se il rischio di “buttare via il bambino assieme all’acqua sporca” è stato altissimo. D’altronde, se oggi la 283 è salva è solo grazie a un cavillo giuridico, al fatto che il decreto di Calderoli fa salvi proprio codici e testi unici e dunque la norma “punisci truffe alimentari”, recando in epigrafe la denominazione “testo unico”, non deve ritenersi cancellata.
Ora, però, basta fraintendimenti e malintesi. Bisogna tornare a mettere al centro dell’azione -continua la Cia- la lotta ai “killer della tavola”. Dato che le frodi alimentari in Italia sono tante e diffuse -solo nel 2009 i carabinieri dei Nas hanno scoperto 23.342 infrazioni su 34.675 ispezioni effettuate, sequestrando in 12 mesi ben 39,3 milioni di chili di merce- è necessario usare “tolleranza zero” nei confronti di chi sofistica e inquina gli alimenti, rendendo i controlli più severi e le sanzioni più salate. (www.cia.it)


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