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La Commissione Europea propone un approccio flessibile sugli OGM
Grazie alle proposte presentate oggi dalla Commissione europea, gli Stati
membri dell'Unione europea (UE) saranno presto liberi di decidere se consentire
o meno ai propri agricoltori di coltivare degli organismi geneticamente
modificati (OGM). Così, i paesi non dovranno più ricorrere
necessariamente alla cosiddetta clausola di salvaguardia per impedirne
l'uso sul suolo nazionale. È una delle novità principali
contenute nel pacchetto varato in data odierna dall'esecutivo europeo.
Esso contiene una comunicazione che spiega proprio le linee guida del
nuovo e più flessibile approccio nei confronti di questo tema.
La comunicazione è inoltre accompagnata da una nuova Raccomandazione
non vincolante su una nuova e più flessibile interpretazione del
principio di coesistenza tra produzioni convenzionali, biologiche e OGM.
Infine, la Commissione ha proposto di modificare la Direttiva attualmente
in vigore 2001/18/CE nel senso che gli Stati membri potranno permettere
o proibire la coltivazione di questi organismi sul loro territorio.
Nella conferenza stampa di presentazione della nuova iniziativa, il commissario
europeo responsabile per la salute e i consumatori John Dalli ha ricordato:
"Nello scorso marzo la Commissione ha promesso di presentare
entro la fine dell'estate una proposta globale sulla nostra futura politica
nei confronti delle coltivazioni di OGM. Oggi manteniamo tale promessa."
Secondo il commissario Dalli, "Le misure concrete adottate oggi
permettono agli Stati membri di decidere liberamente per quanto riguarda
la coltivazione degli OGM. L'esperienza acquisita fino ad oggi riguardo
agli OGM dimostra che gli Stati membri devono poter disporre di maggiore
flessibilità per organizzare la coesistenza di colture di OGM con
altre colture, come quelle convenzionali e organiche."
Il commissario John Dalli ha voluto tuttavia sottolineare che il sistema
europeo di autorizzazione della coltivazione, basato sui dati certi forniti
dalla scienza rimarrà in forza. "Ciò significa",
ha concluso, "che una valutazione molto approfondita della sicurezza
e un sistema di monitoraggio rafforzato costituiscono le priorità
per la coltivazione di OGM e sono quindi portati avanti con impegno. La
Commissione si impegna ad adottare gli opportuni provvedimenti di controllo
a tale riguardo prima della fine dell'anno."
In realtà l'UE si era già dotata in passato di legislazione
in questo settore. Essa prevede esplicitamente che solo OGM che non nascondono
rischi per la salute umana o animale o per l'ambiente possono essere coltivati
sul suo territorio. Inoltre, la normativa dell'UE sancisce che i singoli
Stati membri possano invocare la cosiddetta clausola di salvaguardia nei
confronti di organismi autorizzati a livello europeo solamente per un
periodo limitato e sulla base dell'identificazione di gravi rischi per
la salute o per l'ambiente. In tempi più recenti, gli Stati membri
hanno chiesto di poter giudicare sull'opportunità prendendo in
considerazione anche criteri diversi dalla salute o dall'ambiente. In
più, si è reso necessario rivedere la Raccomandazione del
2003 sulla coesistenza di OGM con sementi convenzionali e/o biologici.
Il nuovo testo riflette appunto l'esperienza accumulata negli anni con
le misure nazionali in questo campo e aiuterà a rendere l'applicazione
del principio più flessibile, permettendo di tener conto delle
specificità nazionali, regionali e locali. Essa permetterà
inoltre di riportare sulle etichette dei prodotti anche livelli più
bassi di presenza GMO non-intenzionale rispetto alla soglia attuale dello
0,9 %.
http://ec.europa.eu/italia
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