ENTI E MINISTERI

Galan, tutelare il mare innanzitutto
Dal 1 giugno nuove regole per la pesca. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, in un intervista apparsa su La Stampa, interviene sull’argomento.

La data è già stata fissata per il 1 giugno. Da oggi nel Mediterraneo le reti dei pescherecci dovranno essere a maglia più larga e gettate più al largo. La decisione che rientra nel Regolamento Mediterraneo varato dalla Unione europea nasce dall'esigenza di tutelare il patrimonio ittico comune. A farne di più le spese nell'Europa a 27 è però l'Italia, dove rischia di essere proibita la pesca di seppie e calamaretti. Il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan interviene in una intervista alla Stampa:

D: Ministro, siamo all’addio imposto dall’Europa di telline e cannolicchi e seppioline.. Da Ministro delle politiche agricole e da veneto, chissà che sofferenza..
"Intanto aspettiamo cosa dice l'Unione Europea alla nostra richiesta di deroga. Quindici giorni fa ci hanno fatto sapere che ci avrebbero dato una risposta. Gli uffici del ministero delle Politiche agricole l'avevano chiesta già un anno fa e non solo per le nostre tradizioni enogastronomiche, uniche in tutto il Mar Mediterraneo".

D: Nel regolamento sulla pesca, che scatta il 1 giugno, viene detto che questi provvedimenti sono necessari per salvaguardare il patrimonio ittico. Possiamo fare a meno di certe prelibatezze sulle nostra tavole, per salvare il mare?
"Da appassionato pescatore e da veneto, concordo con la filosofia che sta dietro a queste scelte della Ue. Il mare è un patrimonio da tutelare nella sua biodiversità. I pescatori devono saper gestire ciò che il mare possiede. L'autoregolamentazione del patrimonio ittico da noi è molto avanzata. Anche la raccolta delle vongole – voglio ricordarlo - è sottoposta al fermo biologico per salvaguardare le specie. Prima di alzare gli scudi contro la Ue dobbiamo rafforzare la nostra coscienza nell'utilizzo del mare. La biodiversità non va rispettata solo perché ce lo impongono da Bruxelles. Coltivare le vongole in acque inquinate o non rispettare le norme del fermo pesca vuol dire farsi male da soli".

D: I 3mila addetti che lavorano sui mille pescherecci sono già sul piede di guerra. Per non parlare dei ristoratori che su certi piatti vivono. Li rassicura?
"La rivolta indiscriminata contro l'Europa non ha senso. Noi stiamo lavorando in questa direzione. Dobbiamo innanzitutto garantire a Bruxelles che l'Italia non mette a rischio il patrimonio ittico mediterraneo. Lo facciamo anche per tutelare gli interessi economici del settore. Pensare di voler continuare a raccogliere i datteri di mare per mangiarli - siamo gli unici a farlo - però non ha senso. E' solo un crimine ambientale alla fine controproducente all'intero settore".

D: Nel caso, sono previsti piani per riconvertire gli addetti del settore in altri tipi di pesca?
"Io mi auguro che Bruxelles recepisca la nostra specificità. Il settore agricolo e ittico non è sicuramente in un momento florido nemmeno da noi. Al ministero c'è da tempo una unità di crisi in funzione".

D: Non le sembra che l’Europa ci abbia messo un po’ troppo nel mirino? Prima il vino con lo zucchero, poi il formaggio con meno latte e il cioccolato senza cioccolato…Alla fine paga solo l’Italia?
"Dobbiamo essere di più in Europa. La battaglia si fa solo in Europa non sulle barricate a casa nostra. Lunedì e martedì sarò in Spagna a Merida al Consiglio informale dei ministri dell'Agricoltura della Ue. Porrò l'esigenza di salvaguardare una Politica Agricola Comune con un livello di sostegno elevato per gli operatori del settore. E insisterò perché venga tutelata l'agricoltura italiana con il suo intrinseco valore aggiunto di qualità. L'Europa a 27 è una realtà, ma non ci può essere uno standard medio di produzione. Le esigenze dei produttori di vino della Groenlandia non sono ovviamente uguali alle nostre. In questo dobbiamo saper difenderci. Lo stesso vale per la pesca che nell'Adriatico ha una sua specificità, unica in tutto il Mediterraneo. L'Italia deve dimostrare di avere le carte in regola per poter avanzare quelle richieste necessarie allo sviluppo del settore".

D: Lo sa, vero, che sulla battaglia per le vongole stanno già facendo raffronti con il suo predecessore? I I maligni che vorrebbero il tutto e subito dicono che il governatore Zaia si sarebbe incatenato ad un peschereccio. E’ pronto a farlo anche lei?
"Non è nel mio stile. E non so nemmeno se Zaia lo avrebbe fatto. Se c'è da fare una battaglia preferisco andare a farla in Europa. La difesa del futuro della nostra pesca non si fa al largo di Chioggia ma negli uffici di Bruxelles. Più che alle barricate in Adriatico, so che da ministro debbo sentirmi in sintonia con l'Europa".
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