ENTI E MINISTERI

Convenzione “halal Italia”
Confagricoltura: la firma della convenzione offre grandi opportunità alle imprese agricole italiane. Per il cibo halal (lecito, secondo i dettami del Corano) è un vero e proprio boom di richieste e il “made in Italy” potrà segnare un altro successo con i diversi piatti tipici della cucina italiana non solo sui mercati nazionali, ma anche sui mercati esteri.

Lo fa presente Confagricoltura, rimarcando le opportunità che si aprono per i produttori italiani dopo la sigla, alla Farnesina, tra il nostro ministro Galan, quello degli Esteri Frattini, della Salute Fazio e il viceministro per lo Sviluppo economico Urso del protocollo per la certificazione Halal registrata dalla Coreis (Comunità Religiosa Islamica), in conformità con la normativa italiana ed europea in materia sanitaria.
I consumatori musulmani più giovani, sostiene Confagricoltura, non vogliono limitarsi ai cibi tradizionali, così è un fiorire di hamburger e lasagne halal; in Francia è stato perfino lanciato uno spumante non alcolico chiamato “Notte d’oriente” per brindare nelle occasioni di festa. I seguaci dell’Islam, nel mondo, superano abbondantemente il miliardo e mezzo e rappresentano un business in costante incremento che, nonostante la crisi, ha fatturati da capogiro: lambisce i 70 miliardi di dollari. E negli ultimi 10 anni il mercato ha avuto una crescita annua costante pari al 15%. Il “made in Italy” - evidenzia Confagricoltura - può cogliere l’occasione di servire la terza grande concentrazione di musulmani nel mondo: quella europea. Si tratta di oltre 20 milioni di consumatori con buona capacità d’acquisto e in costante crescita. La popolazione musulmana più numerosa è in Francia (circa 6 milioni per quasi il 10% della popolazione), segue la Germania oltre 3,5 milioni, il Regno Unito quasi 2 milioni. L’Italia ha un milione e mezzo di musulmani.
Nella sola Francia si stima un fatturato che, quest’anno, supererà i 5 milioni di euro (circa la metà del giro d’affari del biologico) e tutte le grandi catene di supermercati hanno colto l’occasione: da Casino a Carrefour non manca mai l’halal corner. Ma anche le multinazionali Liebig, Maggi e Knorr offrono assortimenti di prodotti “leciti” così come i 350 punti vendita del fast food Quick.
In Italia i consumatori halal si concentrano in Toscana e nelle grandi città. Ma i dati sono trasversali, ad esempio, nella sola Viterbo ci sono 5 macellerie islamiche e al supermercato coop del Casilino c’è un vero e proprio corner “lecito”. Finora la questione della macellazione islamica e della certificazione è stata decisamente spinosa, ricorda Confagricoltura, e il marchio di qualità che permette di certificare la conformità del cibo halal permetterà alle imprese italiane di rispondere alla crescente domanda di un mercato che non conosce crisi: quello dei prodotti alimentari conformi alla religione islamica.


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