ENTI E MINISTERI

Sì allo “sciopero dell’ananas”, mangiando maiale e prodotti italiani

In occasione delle imminenti festività natalizie, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha incontrato i giornalisti, italiani e stranieri, per ringraziarli e per tracciare un bilancio del lavoro svolto in questi primi otto mesi di mandato. Ha trattato alcuni punti in modo chiaro. Partendo dalle quote latte ha dichiarato che la riuscita del negoziato con l’Unione Europea è avvenuta anche con il contributo fondamentale della stampa attraverso la pressione mediatica esercitata. Il Ministro ha più volte sottolineato che stiamo vivendo un periodo di Rinascimento dell’Agricoltura, grazie anche ai numerosi giovani che si stanno dedicando al settore e all’attenzione che la stampa riserva al mondo agricolo italiano.
“Abbiamo costruito insieme questo, che a buon titolo definiremmo il Rinascimento agricolo italiano, restituendo al settore il ruolo e l’immagine autorevole che gli spettano. I nostri territori producono qualità ed è questa la chiave per affrontare le nuove sfide del futuro. Abbiamo costi di produzione altissimi e viviamo in un mercato che oggi ci penalizza, ma i giovani che desiderano dedicare la loro vita all’agricoltura sono tanti e tante le loro capacità: a noi il compito di sostenerli e aiutarli, a voi quello di raccontare un mondo uscito finalmente dal cono d’ombra cui era stato relegato”.
Fermante convinto che il nostro territorio produce eccellenze, Zaia afferma che: “La qualità non è un lusso, ma uno standard dell’agroalimentare italiano”, quindi un diritto di tutti. Questo spiega il perché dell’operazione “‘tolleranza zero”’ e il Disegno di Legge sulla competitività del sistema agroalimentare italiano che introduce in Italia l’obbligo di indicare l’origine dei prodotti in etichetta.
“I consumatori italiani devono sapere che il made in Italy è sicuro e che la carne di maiale, sulla quale in questi giorni è puntata l’attenzione di stampa e istituzioni, è sicura se proviene dai nostri allevamenti. Sì, quindi, a zampone e cotechino. E no, invece, ai prodotti fuori stagione, che non appartengono alla nostra tradizione e che, spesso, vengono coltivati in Paesi dove è ancora possibile utilizzare insetticidi epatotossici e talvolta cancerogeni. Suggerisco quindi – ha proseguito Zaia - di cominciare lo sciopero dell’ananas e preferire per il pranzo di Natale qualcuno degli oltre 2500 prodotti tipici di questa stagione”. E poi aggiunge: “Difendiamo la nostra agricoltura!”

Alice Lupi