ENTI E MINISTERI

Il Tavolo di filiera per il Piano Cerealicolo Nazionale

Secondo i dati forniti dal Ministero delle Politiche Agricole i cereali rivestono un ruolo centrale nell'agricoltura italiana sia in termini di consumo annuo sia per quanto riguarda la domanda dell'industria. La superficie italiana destinata a cereali (32% della superficie agraria utile), pur rappresentando un terzo della Sau, è superiore a 4 milioni di ettari. Tali investimenti sono tuttavia inferiori alla superficie massima di 5,8 milioni di ettari di seminativi assegnati al Paese. Il mantenimento di una cerealicoltura competitiva è particolarmente problematico per l'Italia per la nota debolezza strutturale e organizzativa. Un impegno di ricerca in questo settore potrebbe avere effetti trainanti sull'intero comparto agricolo, tenuto conto della rilevanza economica e della superficie investita a cereali nel nostro Paese. Il frumento duro, che fornisce la materia prima all'industria delle paste alimentari, pur se poco diffuso a livello mondiale rispetto al frumento tenero, riveste un primario interesse nel nostro Paese, in particolare nel meridione dove è coltivato in aree caratterizzate da carenza idrica, nelle quali non vi sono oggi alternative colturali. La mancanza di risposte all'esigenza dell'industria di trasformazione può provocare il trasferimento degli impianti di lavorazione fuori dal nostro Paese, con una perdita di opportunità di crescita dell'agricoltura centro-meridionale, oltre ad una perdita di immagine, rappresentando il prodotto una tipicità italiana. La ricerca dovrebbe pertanto privilegiare interventi per potenziare la resistenza allo stress idrico in termini produttivi e qualitativi; oltre alla ricerca di geni per tolleranza alla carenza idrica, potrà avvalersi del miglioramento dell'efficienza d'uso dell'azoto. Inoltre, data la presenza, in Italia, di industrie di trasformazione leader nel settore, il miglioramento della qualità dovrà, comunque, fare riferimento ad obiettivi precisi definiti in accordo con queste ultime. (www.politicheagricole.it).
Al Tavolo di filiera cerealicolo, riunitosi il 27 novembre scorso presso il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per esaminare la bozza del Piano cerealicolo nazionale ha partecipato anche Sigrad, Società Interprofessionale del grano duro, rappresentata da Fabrizio Vitali, in qualità di segretario del CdA. Nell’occasione, la Società ha fornito una testimonianza dell’unica realtà di filiera operativa, sottolineando, in base alle esperienze maturate sul campo, l’importanza di assegnare una certa priorità agli interventi sulla logistica, ed in particolare quelli destinati ad una migliore qualificazione degli stoccaggi indispensabili per “fare qualità”, sulla fluidità di mercato e sulla trasparenza, che richiedono tra l’altro anche il riordino di qualche listino. La presenza di Sigrad ha supportato, di fatto, la quasi totalità degli interventi delle altre componenti del Tavolo, tra cui anche l’Unione Seminativi.
Sigrad è una società consortile a responsabilità limitata, costituitasi nel 2004 con lo scopo di realizzare un “contratto di filiera” nel comparto ai sensi del Decreto del Mipaf del 1° agosto 2003.
Di Sigrad sono soci proponenti l’Unione Seminativi per sedici strutture del mondo agricolo e l’Italmopa (Associazione degli Industriali Mugnai d’Italia ) per quattro tra le più significative realtà della trasformazione industriale del grano duro. Nel 2004 viene avanzata la domanda di finanziamento per realizzare le proposte contenute in un apposito progetto, approvata dal Cipe l’anno seguente, mentre il 2006 è l’anno della firma del vero e proprio contratto di filiera con il nuovo Mipaaf e del suo progetto esecutivo. Un progetto di più di 11 milioni di euro che prevede investimenti precisi e puntuali presso i soci del mondo agricolo, finalizzati a conseguire, mediante una serie di attività di supporto e di servizio, un “sistema di qualità” anche attraverso iniziative di natura orizzontale demandate alla stessa Sigrad. Uno degli aspetti innovativi di questo progetto consiste nel fatto che i soggetti aderenti hanno sottoscritto sin dai primordi un accordo quadro finalizzato a concordare le condizioni di produzione e scambio di grano duro tra i soggetti agricoli e quelli industriali, stabilendo apposite premialità di prezzo da ribaltare ai produttori a cura delle strutture agricole di stoccaggio. Il 21 novembre 2007 finalmente il progetto viene definitivamente approvato dagli organi competenti.
Sigrad si conferma fino ad oggi l’unico organismo interprofessionale esistente nella filiera del grano duro in grado di favorire la stipula di contratti di tipo innovativo, di fornire servizi ai propri associati e di generare know-how e valore aggiunto a favore di tutta la filiera. Un ruolo fondamentale lo giocano l’applicazione di nuovi modelli organizzativi e l’ampio spazio dedicato alla ricerca e alla sperimentazione scientifica, in grado di apportare al sistema innovazioni agronomiche, genetiche, di mercato e manageriali. Gli obiettivi di Sigrad sono chiari e netti: creare un modello virtuoso applicabile anche ad altre realtà dello stesso comparto, implementare il volume di scambi tra i protagonisti della filiera, fluidificare i mercati, stimolare la piena partecipazione dei produttori agricoli coinvolti anche mediante la messa in rete di tutte le informazioni utili, creare una solida base produttiva del frumento duro nazionale di alta qualità, grazie anche all’innalzamento del livello medio qualitativo della granella. Quanto alla qualità, infatti, obiettivo principale della Società e punto focale del lavoro ad oggi svolto, Sigrad ha inteso realizzare un sistema di tracciabilità che si basi sia sulla normativa obbligatoria vigente (D.L. 155/1997 - HACCP, Regolamento CE 178/2002 - Rintracciabilità), sia su altre notizie necessarie ai fini della caratterizzazione e distintività del prodotto. Si tratta di dati sulla qualità merceologica e tecnologica (qualità organolettiche) del frumento, ma anche sulla sicurezza alimentare: informazioni tipiche di un sistema di qualità su base volontaria, anche al fine di valorizzare economicamente il prodotto.
Fine ultimo della Sigrad sarà la certificazione del “sistema Sigrad” secondo la norma UNI ISO 22005 “certificazione di rintracciabilità di filiera”. Il miglioramento della qualità rappresenta lo scopo finale del contratto di filiera e la procedurizzazione e il controllo delle produzioni ne saranno lo strumento strategico. L'obiettivo generale dunque, è quello di creare le condizioni per valorizzare la produzione affermando sul mercato, intermedio e finale, un modello che possa garantire l'intero arco dei prodotti ottenuti.
I passaggi principali per giungere all'obiettivo sono: l’Accordo commerciale (liberamente sottoscritto dai soci agricoli e industriali di Sigrad); gli Investimenti pre-competitivi (disciplinare di coltivazione, sistema informatico e comunicativo, fissazione del prezzo del grano duro, formazione dei soggetti coinvolti, certificazione, applicazione in campo dei risultati della ricerca agronomica ed altri investimenti immateriali); la Produzione agricola (anche sulla base di contratti di coltivazione “Identity Preserved”); le Azioni presso gli stoccatori (il “cuore” del sistema: rilevamento e informatizzazione dei dati quali-quantitativi, disciplinari di stoccaggio e investimenti materiali); i Controlli presso le industrie (campionamento presso 6 semolifici); le Verifiche e controllo (raccolta delle notizie utili alla tracciabilità del prodotto mediante il sistema informativo e le collaborazioni con gli Istituti di ricerca).