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LUOGHI
Bicentenario della strada napoleonica del Sempione
1805 –2005
Le
Delegazioni italiane ed elvetiche si sono incontrate al valico del Sempione
dove hanno scoperto un cippo per celebrare i duecento anni della strada
napoleonica. Sono trascorsi due secoli dall’arrivo a Parigi del
dispaccio che annunciava “non vi sono più Alpi. Il Sempione
è aperto ed io attendo l’artiglieria“: infatti Napoleone,
che aveva iniziato la sua folgorante carriera militare come ufficiale
d’artiglieria, aveva fortemente voluto un collegamento attraverso
le Alpi per poter portare i suoi cannoni sul fianco dell’Impero
austriaco. L’idea di realizzare una strada militare che unisse le
rive del Verbano a quelle del Lemano pare fosse già balenata nella
mente di un altro grande condottiero: Giulio Cesare. Fortunatamente la
strada del Sempione mutò ben presto la sua funzione strategica
, diventando una via commerciale che consentì collegamenti più
rapidi ed agevoli fra la Valle del Rodano e la Valle Padana. Una strada
carrozzabile che collegava Parigi, attraverso le Alpi con Milano, capitale
della Repubblica Cisalpina, e che terminava all’Arco del Sempione,
poi detto della Pace, progettato dal Cagnola due anni dopo quel 1805,
quando la prima carrozza trainata da cavalli inaugurava la nuova strada
del Sempione. Venivano così facilitati i collegamenti commerciali
già floridi nel XVI secolo quando il barone Kaspar Von Stockalper,
chiamato “ il re del Sempione “ per i suoi traffici, in particolare
del sale, accumulò ricchezze tali da poter erigere, a Brig, il
Castello Stockalper dove ha avuto inizio l’itinerario commemorativo.
La strada del Sempione, nel suo continuo divenire, si è via via
adattata al mutare delle esigenze dei viaggiatori che nel XIX secolo scelsero
di valicare le Alpi nel romantico Gran Tour ben narrato da grandi firme
come Stendhal che nel 1828 annotò “ niente di più
pittoresco che la vallata d’Iselle, dove ha inizio il Bel Paese,
qui fa servizio un’ottima diligenza”. Altre suggestive testimonianze
si trovano nel libro Pictures in Italy di Charles Dickens e nel Viaggio
sulle Alpi di Alessandro Dumas. Testimonianze della vocazione turistica
della strada del Sempione che unisce il fiorito Verbano , il romantico
Cusio e la Valdossola al Rodano e al Lemano attraverso scenari di creste
e di picchi maestosi, di nubi e di neve.
Nella chiara mattinata dell’8 luglio 2005 la Delegazione italiana,
con il Presidente della Provincia Verbano Cusio Ossola, Paolo Ravaioli,
il Sindaco di Domodossola Gian Mauro Mottini , il Sindaco di Trasquera
Arturo Lincio, e altre Autorità, ha attraversato in treno il traforo
del Sempione raggiungendo Briga, dove la stadtprasidentin Viola Amred
ha porto il benvenuto, nel Castello Stockalper ai Delegati Italiani e
Svizzeri. A bordo dei classici postali gialli, le Delegazioni sono salite
a Glis, dove una targa, posta sulla Parrocchiale Maria Himmelfarh ( la
più ampia del vallese ), ricorda che l’ingegnere Nicolas
Céart diede inizio, nel 1801, ai lavori per la nuova strada che
doveva valicare il Sempione, portata a termine in quattro anni da cinquemila
operai. Un bel risultato se paragonato ai biblici tempi di realizzazione
di alcune strade dei nostri tempi!
Con la semplicità propria delle genti di montagna, ai 2005 metri
di altitudine del valico del Sempione, è stato scoperto un cippo
in pietra di Tarsquera recante una semplice targa che porta impresse le
due date 1805 – 2005. Sono seguiti brevi, ma significativi,discorsi
del Consigliere di Stato Vallesano Jean Jacques Rey-Bellet, della stadtprasidnetin
di Brig, del Priore dell’ospizio e delle Autorità vallesi
e ossolane presenti alla cerimonia coronata dalle bandiere ossolane e
vallesi e dal suono pacato degli “alphorn “, i giganteschi
corni alpini.
La
discesa attraverso Simplon Village, le Gole di Gondo e Iselle di Trasquera,
(dalle cui cave è stato estratto il cippo di granito testé
inaugurato e da dove ebbero inizio i lavori per il traforo ferroviario,
di cui si celebrerà il centenario l’anno prossimo ) si conclude
a Domodossola nella Piazza del Mercato, istituito già da Berengario
I nel 917, a testimonianza dell’importanza della città già
nel periodo medioevale.
Le cerimonie di celebrazione del bicentenario della strada napoleonica
del Sempione non potevano ignorare l’epilogo di un’epoca che
si concludeva con il ricordo dell’arrivo a Domodossola, alle sedici
e quarantadue del 31 maggio 1906 dell’ultima diligenza del Sempione
che era partita da Briga alle sei e mezza del mattino. La Galleria del
Sempione, che, con i suoi 19,8 km era fra le più lunghe del mondo,
era già stata collaudata dal primo convoglio il 25 gennaio 1906,
e venne inaugurata ufficialmente il 19 maggio con la partecipazione di
Vittorio Emanuele III e del Presidente della Confederazione Svizzera,
Forrer. Per celebrare degnamente il centenario dell’apertura del
traforo del Sempione la Città di Domodossola e la Provincia Verbano
Cusio Ossola hanno promosso il Comitato “ I Cent’anni del
Sempione” che, in collaborazione con l’omologo Comitato svizzero
“ IOOème anniversaire du Simplon “ organizza i momenti
celebrativi che culmineranno con le cerimonie del 2006.
Giovanni Staccotti
In occasione dell’apertura del Traforo del Sempione, si tenne
a Milano l’Esposizione Internazionale che, in un periodo di grande
entusiasmo e denso di novità,, fu visitata da 5 milioni e mezzo
di visitatori dal 28 aprile ai primi di novembre 1906. L’area occupata
fu di circa un milione di metri quadri e comprendeva il Parco, collegato
da una ferrovia sospesa con l’ex area della Piazza d’Armi,che
dal 1923 sarebbe diventata sede definitiva della Fiera di Milano.
La spesa per la realizzazione di numerosissimi padiglioni progettati da
importanti architetti dell’epoca fu di 12 milioni di lire e gli
espositori furono 35.000, provenienti da tutte le nazioni del mondo.
(Foto di G. Frattini)
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