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LUOGHI
LA STRADA DEL VINO DELL'ETNA PER RIVITALIZZARE TUTTO
IL TERRITORIO
L'impegno della Provincia di Catania
per "fare sistema". In aumento i posti letto e gli arrivi. A
braccetto il turismo d'arte ed enogastronomico. Sempre più numerose
le aziende vitivinicole di qualità.
Muri
a secco di nera pietra lavica, antichi casolari contadini, masserie, sontuose
ville dei nobili d'un tempo, centri storici ispirati a diversi stili architettonici
nel corso dei secoli e, intorno, la ricca vegetazione di vigneti, frutteti,
boschi di castagni, querce, noccioli. E' il mondo che ruota intorno al
vulcano più alto d'Europa, l'Etna. Un mondo che la Provincia di
Catania - grazie, in particolare all'azione convinta e convincente dell'assessore
all'Agricoltura Ignazio Gambino - è decisa a valorizzare come merita.
La costituzione recente della "Strada del vino dell'Etna" è
un segnale significativo: attorno ad essa si stanno coagulando sforzi
pubblici e privati per dare visibilità maggiore a questa terra
meravigliosa, alle sue attrattive storico-artistiche ed ai suoi prodotti
agroalimentari. La "Strada" parte da Riposto (il porto dove
tradizionalmente si imbarcava il vino) e passa attraverso i Comuni di
Giarre, Mascali, Sant'Alfio, Piedimonte, Linguaglossa,
Castiglione di Sicilia, Randazzo, Milo, Zafferana, Pedara, Nicolosi, Trecastagni,
Viagrande, Aci Sant'Antonio e Santa Venerina. Quest'anno per la prima
volta l'Amministrazione provinciale di Catania ha coordinato sotto un
unico cappello ("Settembre diVino") quattro manifestazioni comunali
dedicate ai vini Doc ed ai prodotti tipici dell'Etna. A Milo, Santa Venerina,
Piedimonte (candidata ad ospitare un Museo del vino) e Sant'Alfio, si
sono succeduti, nel mese di settembre, assaggi professionali e dibattiti,
coinvolgendo il territorio ben oltre il fenomeno-vino, che pure anche
qui è estremamente importante e in grande fermento. "I posti
letto nel territorio provinciale sono in aumento, anche in piccole strutture
agrituristiche - ha rilevato l'assessore Gambino - e nel primo semestre
le presenze sono aumentate rispetto allo stesso periodo del 2004. Ora
bisogna fare sistema, dal vino ai musei, ai centri storici del barocco,
ai laboratori artigiani, dal porto turistico di Riposto alle terme di
Acireale che vogliamo rilanciare".
"Fare sistema" è il piccolo-grande segreto dello sviluppo
economico legato all'agroalimentare e al turismo. Imprenditori illuminati
ci sono anche ai piedi dell'Etna e, in questo "risorgimento"
della zona, l'attività enologica ha la sua importanza. Da sempre
terra di vigneti (il ciclope Polifemo, che abitava da queste parti, fu
ubriacato da Ulisse con il vigoroso vino locale), la zona dell’Etna
fa ancora fatica a imporre in Italia e all’estero la sua produzione
di qualità. L’enologia siciliana è in grande rilancio
e la produzione dell’Etna non ne sarà certo esclusa. Nutriti
dalla lava fuoruscita dal vulcano, i quattro vitigni dell'Etna doc sono
del tutto autoctoni e rappresentano ancora, per molti intenditori, una
piacevole scoperta: il Carricante e il Catarratto per l'Etna Bianco Doc
(che solo nel Comune di Milo può arrivare ad essere "Superiore"),
il Nerello mascalese e il Nerello mantellato per l'Etna Rosso doc. Si
sta anche lavorando per rilanciare lo spumante metodo classico (già
un secolo fa era noto come "Champagne Etna"), che ha raggiunto
buoni livelli qualitativi in alcune aziende d'avanguardia: Cantine Murgo
di Emanuele Scammacca, a Santa Venerina; cooperativa Patria a Solicchiata
di Castiglione di
Sicilia (presidente il vulcanico Francesco Di Miceli, che sta realizzando
una sede faraonica, in grado di accogliere migliaia di visitatori); Antichi
Vinai di Passopisciaro, dove il patriarca Giacomo Cangemi e i figli confermano
una tradizione vinicola di famiglia che è iniziata fin dal 1877.
Altre aziende di spicco caratterizzano il territorio. Presidente del Consorzio
vini Doc dell'Etna è l'ingegner Giovanni Scilio che, con i figli,
conduce Valle Galfina, un'azienda di 20 ettari in ottima posizione a Linguaglossa.
A Milo l'azienda più prestigiosa è la Barone di Villagrande,
con splendida vista sulla piana sottostante. Anche all'ombra dell'Etna
si assiste al travaso di capitali dall'industria all'enologia: ne è
un esempio Giuseppe Benanti con la sua azienda in piena espansione, la
Benanti di Viagrande, dove è in costruzione la nuova ampia cantina.
A queste aziende leader si affiancano numerosi altri piccoli produttori
ben disposti a seguire esempi e idee trainanti per l'enologia etnea. Così
come sono pronti a collaborare una serie di agriturismi (tra i più
ospitali, "Case Perrotta" a Sant'Alfio e "La pietra antica"
a Puntalazzo) e di aziende agricole con i loro prodotti tipici, di cui
questa terra lavica è generosa, dalle castagne alle pere, dalle
mele ai fichi d'india alle nocciole, dagli agrumi al miele. Per non parlare
degli artigiani pasticcieri che rendono goloso il soggiorno in queste
terre: Condorelli a Mascali, Papotto a Sant'Alfio, Russo a Santa Venerina.
Roberto Vitali
Nelle foto:
1 - La bottaia della azienda Patria, uno dei maggiori produttori di Etna
Doc, e il presidente Francesco Miceli.
2 - La barocca facciata della Chiesa Madre di Zafferana Etnea.
3 - Vigneti piantati nella terra lavica, che dà ai vini aromi e
gusti particolari.
4 - L'ingresso della antica cantina Benanti a Viagrande.
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