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LUOGHI
Un week-end d’esperienze sensoriali
nell’Alto Monferrato per la stampa di settore.
I responsabili di BAROLO&CO Chiara Castino ed Elio Archimede
hanno riunito per un “educational” sulle specificità
enogastronomiche dell’Alto Monferrato, una ventina
di giornalisti che, grazie ad un programma ben articolato, sono stati
portati a contatto con realtà note e ignote di questa parte della
provincia di Alessandria che si trova a contatto con ben quattro regioni
e ha di conseguenza la prerogativa di aver assorbito usi, culture e gusti
quanto mai vari e particolari.
A tutto ciò va aggiunto, che essendo una zona di facile passaggio,
dal mare verso la Pianura Padana, su queste terre siano transitati popoli
di varie razze e culture che hanno lasciato tracce evidenti della loro
presenza.
L’iniziativa di questa presa di contatto, è del Sindaco
di Castelletto d’Orba Federico Fornaro, in occasione della
Rassegna dei Vini e Sapori dell’Alto Monferrato,
che si svolge ogni anno nel suo Comune.
Tornando alla tre giorni, il polo dell’ incontro è stato
fissato a Novi Ligure - la capitale economica della zona del Gavi
– che già nel suo nome reca la caratteristica frontaliera
della zona, infatti si chiama “Ligure” ma è in Piemonte.
Alla periferia della città, sulla direttrice verso Serravalle Scrivia,
oggi famosissima per il suo gigantesco “Outlet” sorge, sul
primo scalino delle colline del Gavi, il Relais Villa Pomela,
un’antica residenza nobiliare di cui si ha notizia già nel
1694, che dopo alterne vicende, con momenti di fulgore e di decadenza,
è stata letteralmente “salvata” da Paolo d’Amore,
che ne ha fatto uno dei migliori luoghi di soggiorno, del Basso Piemonte
e non solo.
Immerso in un meraviglioso parco, il Relais dispone di 45 camere amplissime,
dotate di vaste terrazze rivolte verso la campagna e il silenzio.
Ma le sorprese di questa proprietà non si fermano all’attività
alberghiera, infatti a meno di un chilometro, sempre nell’ambito
della tenuta, immersa nelle sue vigne, troviamo l’azienda agricola
Cascina Perpetua diretta in prima persona proprio da
Paolo D’Amore, ex buon pilota di Rally e collezionista di suppellettili
in rame, che nell’organizzazione della Cantina ha messo la stessa
cura, precisione ed efficienza che si ritrovano nella conduzione del Relais.
La produzione di 70.000 bottiglie, è orientata al prodotto classico
il Gavi, presentato in due versioni una delle quali -
6.000 bottiglie - denominata “D’Amore”di
notevole gradevolezza, destinata, vista l’evocativa etichetta a
cuore, ad avere grande successo nelle cene romantiche.
Ben equilibrato lo spumante Brut, metodo Charmant, 100% Cortese, con la
gamma di offerta completata da Monferrato Dolcetto e Monferrato Rosso.
La produzione è destinata in gran parte ad un’affezionata
clientela, mentre si stanno tentando approcci verso i mercati asiatici.
La sera ci ha portati in una delle più grandi cantine della zona,
Villa Sparina, in località Monterotondo in comune
di Gavi, molto nota per una produzione di alta qualità, costituita
da 10 etichette.
Ad ogni prodotto, chiamiamolo di base, viene sempre abbinata una “specialty”
più elitaria sia per bianchi che per rossi, e i brut; questa filosofia
produttiva dà origine ad una offerta molto diversificata, che si
concretizza in un volume di 600.000 bottiglie, che ne fanno un operatore
con un marketing molto ben strutturato.
Ma mentre nelle cantine si lavora per la migliore qualità, in superficie
si è dato corso alla creazione di un complesso alberghiero a 4
stelle denominato L’Ostelliere ricavato proprio nella casa colonica,
completamente ristrutturata, appartenuta ai primi produttori di vino,
che dispone di 12 stanze e di 16 suite di varia taglia.
Tutte le stanze sono arredate con mobili antichi, tendaggi pregiati e
pavimenti in legno che danno una sensazione di grande calore.
Completa la bella struttura il ristorante La Gallina,
nel quale le specialità piemontesi vivono nuova vita, grazie all’interpretazione
di una cucina che si mantiene in equilibrio, tra passato, presente e futuro.
Molto accogliente la grande sala ricavata nel fienile con belle travi
a vista.
Il menu composto da un’originale cipolla cotta nel fieno, un orzo
mantecato con carciofi animelle e tartufo nero, una gallina stufata e
un cremoso al cioccolato con spuma di nocciole e caffè è
stato accompagnato da due diversi Gavi, Acino Nobile e La Villa ’95
e dal Monferrato rosso Sampò 2003.
La mattina seguente è stata dedicata alla zona di Castelletto d’Orba,
un paese che ha conosciuto, grazie alle sue acque minerali e curative,
che scaturiscono da 11 tra sorgenti e pozzi, caratterizzate da contenuti
molto difformi, un periodo di grande fortuna turistica, con un notevole
numero di alberghi;, ma la mancanza di un’attività di coordinamento
ha fatto si che oggi si stenti a ritrovare i segni della passata attività
termale.
In paese, all’interno di una vera e propria grotta, un’interessante
cantina, La Slina, che propone tra l’altro un interessante
Rosé da uve Dolcetto.
Alle porte del paese, che vive della gloria, della presenza di una parte
degli impianti di Telecity, una delle prime televisioni private italiane,
nelle vicinanze del bel campo sportivo, si svolge la Rassegna
dei Vini e Sapori dell’Alto Monferrato un’interessante
esposizione enogastronomica che ha consentito di venire in contatto con
numerose piccole realtà produttive.
In ambito vinicolo la fanno da padroni Gavi e Dolcetto di Ovada,
questo ottimo e affermato DOC, per il quale si è iniziato l’iter
per ottenimento della variazione del nome in Ovada, sulla scorta di quanto
ottenuto dal Dogliani.
Sembra che il nome dolcetto, abbia un effetto fuorviante, specialmente
nei confronti della clientela estera, che è portata a pensare ad
un vino dolce, mentre come noto si tratta di un’ espressione della
lingua piemontese, che definisce le colline.
Alla rassegna giunta alla sua 11esima edizione, erano presenti 70
espositori e i visitatori nei tre giorni di apertura sono stati
oltre10.000.
In esposizione, oltre ai vini, salumi, specialità casearie, dolciarie
create da quei gruppi spontanei, che con frequenza, nascono nei piccoli
paesi, sempre più attenti alla promozione delle proprie specificità
e delle antiche ricette, che così fortunatamente vengono salvate.
Pochi chilometri e il quadro cambia, si ritorna in zone più pianeggianti
e qui nel comune di Capriata d’Orba ha sede il
Golf Club Villa Carolina situato a 10 minuti d’auto
dai caselli autostradali di Novi e di Ovada.
Dispone oggi di due circuiti di 18 buche che consentono di far giocare,
non solo i numerosi soci, ma anche ospiti e di organizzare molte gare.
La qualità dei percorsi è testimoniata dalla firma di Cornish
& Silva Inc., mentre la cucina è stata giudicata dai presenti,
si è trattato di una piacevolissima sorpresa, per la qualità
dei cibi, dei vini e del servizio, in pochi Golf Club si può trovare
un simile livello di ristorazione.
Il direttore Amedeo Daglio ha illustrato le iniziative
immobiliari, che consentono a molti soci di trascorrere periodi di vacanza
vicino agli amati green.
Un nuovissimo centro benessere, completa l’offerta veramente molto
valida di Villa Carolina.
Si ritorna tra le colline a Rocca Grimalda caratterizzata
dal caratteristico castello, che offre un quadro incantevole per l’organizzazione
di cerimonie, notevole il giardino ricco di piante officinali e la cappella
barocca, molto ampia, che evidentemente fungeva nel passato, da luogo
di culto, anche per gli abitanti del paese.
Rocca Grimalda offre un sorprendente “unicum”: il Museo
della Maschera, che nasce qui in quanto il paese è depositario
di un’ antica tradizione, La Lachera una sfilata
in costume, piena di simbolismi legati a riti propiziatori primaverili
e riferimenti storici, nota a livello europeo per il gran numero di inviti
ricevuti in molti paesi.
Il piccolo ma grazioso Museo, oltre ad esporre i costumi della locale
sfilata, presenta un’ampia rassegna di maschere, provenienti da
molti paesi, frutto degli scambi culturali con altri gruppi analoghi.
Una graziosa e accogliente Bottega del Vino, denominata”il
Diavolo sulle Colline” fa da vetrina ai vini, ai prodotti
locali e alle grappe della vicina e famosa distilleria di Luigi Barile
di Silvano d’Orba.
Per concludere la giornata salita a Cremolino, sulla
dorsale che separa l’Ovadese da Acqui Terme, per una cena al Bel
Soggiorno, nella quale il cuoco si è distinto per i curiosi
antipasti tra i quali il Rabaton, un gnocco di verdure, specialità
alessandrina, oggi una vera rarità e per un fritto misto alla piemontese
molto completo, di rara bontà e digeribilità grazie ad una
cottura, che ha fatto si che ogni pezzo fosse asciutto d’olio e
ben croccante.
La domenica da Villa Pomela trasferimento a Tagliolo,
a pochi km dal casello di Ovada della Voltri-Alessandria, un maniero imponente
che dal tempo della scoperta dell’America, appartiene alla stessa
famiglia. Qui il gentile patron, il Marchese Luca Pinelli Gentile,
oltre a fare da cicerone, ci ha illustrato le caratteristiche della sua
cantina medioevale e dei suoi 13 vini, per i quali fa molta e giusta attenzione,
alla salvaguardia del rapporto prezzo/qualità, una filosofia a
volte un po’ trascurata da alcuni produttori. Tagliolo
infatti offre come vini di base, Dolcetto d’Ovada DOC e Cortese
Alto Monferrato DOC a 3,50 € la bottiglia
Dall’alto della torre, si ammirano i 30 ha.di vigneti della bella
proprietà e si ha un’idea precisa del notevole borgo medioevale
che contorna il maniero e che ha iniziato ad offrire anche sistemazioni
alberghiere, molto gradite da clienti scandinavi.
Gli ampi saloni del Castello, consentono inoltre di organizzare cerimonie
e meeting, che assaporata la qualità dei cibi e dei vini, non potranno
che avere il plauso degli invitati.
Dunque questo Alto Monferrato, una zona molto ricca di
unicità, che però bisogna imparare a scoprire e a capire
autonomamente, in quanto non pare ancora esistente una vera e univoca
strategia per la “vendita” e promozione del comprensorio.
I centri di Novi Ligure, Ovada e la stessa Gavi non presentano
particolari interessi artistici e di conseguenza l’attrattiva vera
è rappresentata dal territorio, che come si diceva, sembra un po’
chiuso in se stesso e offre una ricettività alberghiera elitaria,
mentre manca quella fitta rete di agriturismi che caratterizzano oggi
l’Astigiano e la Langa.
Sul piano della ristorazione, invece, la qualità sembra soddisfacente
ed è forse, cominciando da questa e dallo sfruttamento della notorietà
dell’Outlet di Serravalle Scrivia, che genera importanti
flussi di compratori, che si potrebbe effettuare una vera promozione,
di questo angolo di Piemonte.
E’ questa una zona che tutti conoscono di nome, per aver bevuto
il Gavi, l’unico DOCG bianco della Regione, ma
che pochi hanno visitato con l’attenzione che meritano, i luoghi
e le splendide persone che vi operano, con grande amore per la loro terra
nella quale hanno continuato e continuano a credere.
Luigi Pellissier
Elenco siti e mail delle persone e aziende citate nel resoconto Alto Monferrato
BAROLO&CO sito: www.baroloeco.it e-mail info@baroloeco.it
Villa Pomela sito: www.pomela.it e-mail: villapomela@pomela.it
Cascina Perpetua e-mail: cascinaperpetua@virgilio.it
Villa Sparina sito: www.villasparina.it e-mail: sparina@villasparina.it
L’Ostelliere sito: www.ostelliere.it e-mail: info@ostelliere.it
Ristorante La Gallina sito: www.la-gallina.it e-mail: info@la-gallina.it
Cantina La Slina Castelletto d’Orba Tel. 0143 830542
Golf Club Villa Carolina sito: www.golfclubvillacarolina.com e-mail: info@golfclubvillacarolina.com
Museo delle Maschere sito www.lachera.it e-mail: info@lachera.it
Bottega del Vino Il Diavolo sulle Colline Rocca Grimalda Tel. 0143 873401
Distilleria Barile: e-mail grappa.barile@tiscali.it
Ristorante Bel Soggiorno sito: ristorantebelsoggiorno.it e-mail: info@ristorantebelsoggiorno.it
Castello di Tagliolo sito: www.castelloditagliolo.com e-mail: castelloditagliolo@libero.it
Dati numerici della provincia di Alessandria
Secondo i dati del censimento agrario (2001) la provincia di Alessandria
dispone di 6.665 aziende viticole attive, suddivise nei 158 Comuni del
territorio, su un’area vitata complessiva di 13.075 ettari. Tra
questi emergono le posizioni di Cassine (288 aziende), Alice Bel Colle
(205), Acqui Terme (195), Ricaldone (183), Strevi (154), Rivalta Bormida
(161), Bistagno (152), tutte nell’area Acquese, mentre nell’area
di Ovada emergono lo stesso capoluogo (113 aziende), Capriata d’Orba
(177), Carpeneto (130), Castelletto d’Orba (103). Il maggior
numero di aziende (116) nel Monferrato Casalese è di Lu, mentre
Tortona ha 109 aziende, Gavi 128 e Sezzadio 132.
Già questi dati evidenziano bene la suddivisione del territorio
alessandrino in aree ben diversificate. Di nuovo i paesi dell’Acquese
prevalgono per l’estensione dei vigneti: 777 ettari a Cassine, 677
a Ricaldone, 648 ad Alice Bel Colle, 466 ad Acqui Terme. Gli unici
Comuni che riescono a competere a questi livelli sono Gavi con 463 ettari
e Capriata con 413 ettari.
Dei circa 14.450 ettari, quasi 11.700 sono a doc o docg, di cui circa
7.900 di uve rosse e 3.800 di uve bianche (la metà delle quali
Moscato). Oltre 2.700 sono coltivati per vini da tavola. Rispetto ai totali
regionali la provincia di Alessandria ha un vigneto pari al 27%, percentuale
che scende lievemente se si considerano i vini a denominazione d’origine.
Segno che qui, più che altrove, parte della produzione è
destinata all’autoconsumo territoriale.
La suddivisione per tipi di vitigno, vede dominante il barbera (4.500
ettari), seguito dal dolcetto (1.800) e dal cortese (1.820),
con una posizione rilevante (1.555) del moscato. L’unico
primato provinciale è per la quantità di vini doc-docg bianchi
(Gavi e Cortese dell’Alto Monferrato), se si esclude il
Moscato. Importante anche il grignolino (470 ettari), autoctono di questo
territorio insieme al Monferrato astigiano. L’altro autoctono, il
Timorasso, recentemente assurto a sottodenominazione della doc Colli Tortonesi,
registra poco più di 11 ettari, una questione sostanzialmente privata
di pochissimi vignaioli.
La viticoltura alessandrina è articolata in cinque zone molto ben
definite. A nord c’è il Monferrato Casalese con 49 Comuni
vitati. Ad est ci sono i Colli Tortonesi (con 30 Comuni). A sud-ovest
c’è la zona Acquese (con 26 Comuni); al centro-sud
si trovano altre due zone, l’Ovadese (22 Comuni) e il Gaviese (11
Comuni).
Quindi l’area viticola più estesa è il Monferrato
di Casale, che tuttavia ha una limitata dimensione produttiva: 30.000
ettolitri di Barbera del Monferrato, 17.500 di Barbera d’Asti, 7.800
di Grignolino del Monferrato Casalese, oltre a 200 ettolitri di Malvasia
di Casorzo e a 490 ettolitri di Gabiano e Rubino di Cantavenna, per un
totale di poco oltre i 50 mila ettolitri annui.
I Colli Tortonesi producono 8.940 ettolitri di Barbera, 3.345 di Cortese,
2.840 di Dolcetto, circa 3.250 di altre tipologie.
Il Gavi vale altri 72.200 ettolitri l’anno.
Il Dolcetto d’Ovada in 22 Comuni produce circa 32 mila ettolitri
e l’omologo di Acqui 16.700 ettolitri in 23 altri Comuni.
L’Acquese, l’area più produttiva della provincia conteggia
83 mila ettolitri di Moscato d’Asti o Asti (in 9 Comuni), circa
33 mila ettolitri di Barbera del Monferrato, circa 18 mila ettolitri di
Barbera d’Asti, 21.000 ettolitri di Brachetto d’Acqui (in
9 Comuni), cui si aggiungono 2.670 ettolitri di Piemonte Brachetto, 13.740
ettolitri di Cortese dell’Alto Monferrato e 16.740 ettolitri di
Dolcetto d’Acqui.
Da questa sommaria elencazione di numeri, risulta evidente che il Monferrato
Casalese presenta una microeconomia del comparto vinicolo, che può
esprimere situazioni interessanti, mentre i Colli Tortonesi sul piano
vinicolo rappresentano una nicchia ancora minore, che trova naturale espansione
sul mercato lombardo.
Il Gavi ha una sua vitalità particolare, orientata verso
l’export, con le sue bottiglie, che raggiungono la media annuale
di 9 milioni.
L’Acquese presenta una condizione molto più varia, dagli
aromatici (Moscato d’Asti e Brachetto d’Acqui) concentrati
nei 9 Comuni attorno ad Acqui Terme, ai rossi di varie tipologie, più
estesa sull’area più vasta.
Il confine tra Acquese e Ovadese non è ben marcato e c’è
chi pensa che sia inutile continuare a tenere la distinzione tra i due
Dolcetto, che complessivamente rappresentano un mercato di soli 5 milioni
di bottiglie potenziali, troppo poche per trovare destini differenziati
ad entrambi.
Se le prospettive di mercato sono problematiche ovunque è chiaro
che i vari cantoni alessandrini possono trovare più facilmente
il loro destino migliore, mentre una maggior criticità emerge sul
comparto dei vini rossi (i due Dolcetti appunto e le due Barbere, in perenne
ricerca di una differenziazione identitaria).
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