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LUOGHI
Paesaggio olivicolo: un passo avanti per la candidatura all’UNESCO
Le Città dell'olio riunite a Montalcino per condividere
le strategie di promozione e valorizzazione di prodotto e territorio.
L’allarme: non dobbiamo perdere altri terreni agricoli, va protetta
la triade decantata da Braudel "vigneti, oliveti e seminativi"
“Sono scomparsi 10 milioni di ettari solo negli ultimi 100 anni.
In Italia i terreni agricoli sono sempre più a rischio di estinzione:
si è passati dai 23 ai 13 milioni di ettari, un dato allarmante
se si considera che l’Italia ha una superficie complessiva di 30
milioni di ettari. Nel considerare le aree del Catalogo Nazionale del
Paesaggio Rurale Storico, i fenomeni di abbandono avvengono per il 81%
dei casi nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Dal 1920 ad oggi
sono stati abbandonati mediamente 100mila ettari di terreno agricolo all’anno
e tale abbandono ha interessato di più le zone collinari e di montagna
rispetto alla pianura”. Questi sono solo alcuni dei dati presentati
da Mauro Agnoletti - professore in Scienze e Tecnologie dei Sistemi Forestali
all'Università di Firenze e Coordinatore Gruppo di lavoro sul paesaggio
del Ministero delle Politiche Agricole da sempre impegnato nelle politiche
per la valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed ambientale –
durante il convegno “Il paesaggio olivicolo come elemento di promozione
e valorizzazione dei territori e dei prodotti”, organizzato dall'Associazione
Nazionale Città dell'Olio a Montalcino come anteprima dell'assemblea
di bilancio consuntivo che si è tenuta sabato 14 luglio.
“I dati che ci ha fornito Agnoletti sottolineano quanto sia davvero
importante impegnarsi in azioni di tutela e salvaguardia – ha commentato
il Presidente dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio Enrico
Lupi – e alla luce di quanto emerso sono convinto che la strada
che abbiamo intrapreso e che intendiamo portare avanti per la valorizzazione
e la promozione di questo aspetto dell'olivicoltura sia giusta. Dobbiamo
fornire ai nostri territori, ai cittadini ed agli olivicoltori tutti gli
strumenti che permettano la conservazione ed il miglioramento del paesaggio
olivicolo affinché diventi reddito, come strumento di marketing
per le aziende e come strumento turistico per le nostre Città dell’Olio”.
Dopo i saluti del Sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli, dell’Assessore
Provinciale all’Agricoltura Anna Maria Betti e del Presidente del
Consorzio Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci e l'intervento di Agnoletti,
ha preso la parola Angelo Lumelli - Amministratore A4 Srl (Acquiterme
AL) ed esperto di pianificazione economica-finanziaria e territoriale
connessa all'applicazione delle politiche comunitarie per lo sviluppo
rurale.
Tra le istituzioni presenti, l'Assessore all'Agricoltura della Regione
Toscana Gianni Salvadori che ha affermato: “Tutti noi siamo nel
paesaggio, non ne siamo padroni ma partecipi. Ragionare su questo vuol
dire costruire un incontro virtuoso tra il mondo dell’urbanistica
e quello dell’agricoltura, settore che torna ad essere centrale
per lo sviluppo, e dobbiamo raccogliere la sfida di coniugare la libertà
imprenditoriale e la difesa del paesaggio con una sua ridefinizione responsabile”.
L’onorevole Susanna Cenni, componente della Commissione Agricoltura
Camera dei Deputati e politicamente impegnata sulle tematiche legate all'ambiente,
al territorio per un'agricoltura di tipo sociale, nelle conclusioni dei
lavori, di fronte ai presenti si è formalmente impegnata a sostenere
in Parlamento il processo di candidatura all’Unesco del Paesaggio
Olivicolo a patrimonio immateriale dell'umanità. “Per questa
terra l’olio non è un prodotto qualsiasi - ha affermato -
abbiamo una nostra peculiarità legata alla tipologia del paesaggio.
Il paesaggio è un bene comune che ha un valore inestimabile, una
ricaduta collettiva, ma ha anche costi importanti. Ha un valore economico
preciso perché c’è, anche se poco presa in considerazione,
una ricaduta economica che deriva del marketing del nostro paesaggio.
Negli studi sull’ impatto ambientale e le ricadute paesaggistiche
dell’olivicoltura, il bilancio è spesso positivo a favore
del paesaggio. L’olivicoltura è una delle colture con minore
impatto sull’inquinamento dell’ambiente. Ma non tutto quello
che l’uomo modifica ha un impatto benefico sul paesaggio. Con la
meccanizzazione e la monocultura quello che è avvenuto nella valle
del Po non ha avuto solo un impatto sull’estetica del paesaggio
ma anche sul territorio e la sua fertilità. Da un lato dobbiamo
chiedere alla collettività che usufruisce del paesaggio di farsi
carico dei costi del suo mantenimento e nello stesso tempo fare i conti
con un mercato difficile che ci fa registrare una caduta del prezzo dell’olio
alla produzione pari al 20%. Si deve cominciare a ragionare sulla promozione
e la ristrutturazione degli olivi e degli impianti sul modello vitivinicolo.
Vigilare sulle truffe, le contraffazioni, la tendenza a mixare oli che
vengono da fuori Italia, azioni che provocano una ricaduta negativa sugli
sforzi straordinari che fa la nostra industria di qualità. In Senato
e alla Camera sta andando avanti la proposta di legge per dare maggiori
garanzie sulla tracciabilità dell’olio, c’è
un’ipotesi di classificazione degli oliveti, ma scontiamo il fatto
che abbiamo cambiato 4 ministri in 4 anni. Il Paese deve credere di più
nell’agricoltura, che non può essere considerato come un
dicastero di passaggio. Dobbiamo metterci insieme per fare di più
sul piano dell’acquisizione e della difesa dei marchi italiani,
tornare a fare cultura del cibo e insegnare che ha più senso spendere
per fare la spesa alimentare che comprare l’ultimo modello di Ipad.
Mi impegno - ha concluso l’onorevole Cenni - a presentare una risoluzione
in commissione agricoltura sulla proposta di candidatura del paesaggio
olivicolo mediterraneo come patrimonio dell’Unesco da parte dell’Associazione
Nazionale Città dell’Olio che ringrazio per l’importante
lavoro che svolge sul territorio con i suoi oltre 300 soci”.
Paesaggio olivicolo da tutelare dunque,
non solo per le peculiarità geografiche che colorano d'argento
i panorami mediterranei, ma anche per il repertorio di cultura, storia
e tradizione millenaria che accomuna i paesi affacciati sul Mare Nostrum:
tutti fattori che hanno spinto l'Associazione Nazionale Città dell'Olio
- a lanciarne insieme alle altre municipalità dell'olio del Mediterraneo
aderenti a Re.C.O.Med. la candidatura all'Unesco proprio per contrastare
i fenomeni dell’abbandono dei terreni agricoli che come ha confermato
Mauro Agnoletti, coordinatore scientifico Mipaaf, è preoccupante.
“Se si confronta con i dati di quello ben più dibattuto dell’urbanizzazione
ci si accorge che si abbandona più di quanto si costruisca, se
è vero che mediamente la superficie interessata da un processo
di urbanizzazione non supera i 16mila ettari all’anno. L’abbandono
dei terreni agricoli può comportare un rischio ambientale e avere
risvolti anche drammatici. Nel disastro alluvionale delle Cinque Terre,
ad esempio, il 58% delle frane sono avvenute su terrazzamenti abbandonati
e coperti dal bosco mentre il 27% su terrazzamenti semplicemente abbandonati.
Inoltre, va considerato che molto spesso si spende molto di più
nel ripristinare i danni di un alluvione di quanto si spenderebbe all’anno
per il mantenimento dei terrazzamenti. Fernand Braudel affermava che l’identità
culturale del Mediterraneo è data dalla triade di vigneti, oliveti
e seminativi. Questo equilibrio su cui si basa la nostra cultura abbiamo
il dovere di preservarlo».
L’Associazione Nazionale Città dell’Olio dedicherà
al Paesaggio Olivicolo l'edizione 2012 di Girolio d'Italia, il viaggio
attraverso le regioni olivetate italiane per conoscere, promuovere e diffondere
la coltura olivicola dei territori vocati secondo la stagione di raccolta
e frangitura che da ottobre fino a dicembre percorre la penisola in lungo
e in largo.
Ufficio stampa Associazione Nazionale Città dell’Olio
Marte Comunicazione snc di Marzia Morganti Tempestini & C.
Tel 335 6130800 Email marzia.morganti@gmail.com
www.cittadellolio.it
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