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LUOGHI
Assaggio di Mantovano
Precisazione: del Mantovano che il
sottoscritto e alcuni colleghi della stampa hanno avuto il piacere di
fruirne un piccolo assaggio, non è un formaggio, né un frutto
(esiste, è vero, una pera Dop ma è appunto femminile) e
neppure un vino. E’ un territorio a molti ancora sconosciuto o quasi.
Di certo i più non conoscono la sua vera anima che è agreste,
quella delle corti a pianta quadra, quella dei campi, delle acque che
lo attraversano con ben 5 fiumi e che da queste parti hanno imbrigliato
con perizia così da utilizzarle al meglio. Del Mantovano molti
sapranno magari tutto di Virgilio e dei Gonzaga, avranno visitato quella
meraviglia del Palazzo Te ma quasi niente del suo fascinoso paesaggio
rurale e della cultura antica insita in questo territorio.
Chi scrive, che pure è lombardo, ammette che questa parte della
regione gli era sconosciuta, quindi l’opportunità che il
Consorzio agrituristico “Verdi Terre d’Acqua” (mai headline
fu più azzeccata) gli ha offerto consentendo di partecipare alla
XII edizione di “Per corti e cascine” ha arricchito la sua
conoscenza del territorio e delle sue genti. Con un rammarico, quello
di averne potuto apprezzare solo una piccola parte.
Rammarico e curiosità poiché la manifestazione si è
snodata tra ben 53 cascine agricole sparse sul territorio. Lo “spicchio”
riservato al gruppo a cui appartenevo è stato quello delle colline
moreniche del Garda che già visualizzandole su una qualsiasi cartina
geografica, appagano. Il lago è li a due passi con tutto il suo
fascinoso habitat un po’ stereotipato, ma le cascine, le corti,
gli agriturismi veri – come quello dell’azienda Vojon di Ponti
sul Mincio - quelli che non cadono in tentazione, per essere à
la page, di organizzare cene etniche con kebab, sushi, feijoada e burritos,
che a colazione non ti danno le Girelle o il Buondì Motta cellofanati,
e a pranzo e cena non ti propongono sauté di vongole veraci al
posto di minestroni di verdure del proprio orto, risotti semplici, insalate
di campo (il loro, e non quelle della IV gamma confezionate in atmosfera
modificata) o sapide fette di lardo o di salumi nel quale il maiale, e
solo le sue carni, ti grufolano addosso; o un bel coniglio in porchetta
invece di involtini di salmone all’aneto.
Stesso spirito e identico calore all’agriturismo Ai Pendoli di Monzambano
con una peculiarità ancor più marcata; la coppia che lo
conduce ha fatto una scelta di vita radicale. Ha lasciato gli “agi”
della città e, in parte, la loro professione di veterinari affermati
per una dimensione agreste che segue puntigliosamente le metodologie biologiche.
Non a caso è una apprezzata fattoria didattica con relativi corsi
di cucina per scolaresche. I titolari sono inoltre apicoltori ed ora che
le api sono finalmente tornate a suggere i fiori di piante che in quest’area
abbondano, ecco una gamma di mieli profumatissimi. Per le scolaresche,
poi, poter assistere al processo della smielatura, capire cosa sono i
propoli e com’è fatta la cera, oppure osservare la crescita
e lo sviluppo dei bachi da seta, è certamente una esperienza formativa
indimenticabile.
Sempre per parlare di cibi e condimenti, che dire dello straordinario
olio di oliva extravergine che pur sul posto – come alle Olivicolture
Colline di Monte Uliveto – dove uno stuolo di ulivi giovani e antichi
come Matusalemme non riesci neppure a contarli quanti sono, una bottiglia
che non ha le firme degli spot televisivi (per chi non lo sapesse la proprietaria
di tutte, o quasi, le marche degli oli europei, ma anche tunisini e del
Marocco, è una holding spagnola), non puoi averla a prezzo di supermarket
per il semplice fatto che ciò che si produce qui è soltanto
l’olio dei citati ulivi. Sorprendente per acume il caseificio Prussian
di Volta Mantovana. Si tratta in realtà di una cascina, assai simile
a quella del celebre film di Olmi “L’albero degli zoccoli”.
Il sorprendente, e intelligente, è appunto il fatto che Prussian
e la sua famiglia nel 2009 ripercorrono ciò che accadeva agli inizi
del secolo scorso: oggi diremmo una azienda a circolo chiuso, autosufficiente.
Hanno una cinquantina di mucche sia da latte sia da carne, maiali, animali
da cortile, ovini, campi di foraggi con i quali alimentarli. Fanno tutto,
ma proprio tutto in proprio e quello che cresce dopo l’autoconsumo
lo vendono senza servirsi di Internet, di caroselli pubblicitari e neppure
di volantini. Basta il passa-parola. Una nota critica per chi fa questo
mio mestiere è doverosa: sarebbe utile, riguardo i formaggi, la
consulenza di un casaro professionista poiché, oggettivamente,
i loro caci sono, diciamo, “mono-sapore”. Peccato perché
la materia prima, ossia il latte, è ottimo.
Poteva mancare in questo mini tour il nettare, anzi i nettari di Bacco?
Provvede una delle più aggiornate e strutturate aziende enologiche
presenti nel Mantovano e fors’anche nella regione. Le Cantine Ricchi
di Monzambano che vanta 40 ettari di vigneto di proprietà dove
sono allocati sia vitigni autoctoni sia internazionali ottenendo, con
elevato sapere enoico, vini davvero egregi. Da sottolineare, cosa assai
importante ieri come oggi, il più che equilibrato rapporto prezzo-qualità.
Non strettamente legato all’agrolimentare, comunque assai interessante
la visita allo sbarramento idraulico Garda-Mincio di Salionze, risultato
di superba ingegneria idrica che sottolinea ciò che prima si accennava
riguardo questo territorio che emerge e si nutre dell’acqua. (g.c.)
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