LUOGHI
Il gruppo ASA presente all'educational La cucina della Carinzia serba non poche gradevoli sorprese. Si avverte molto l’influenza delle tradizioni austro-ungariche, ma poi vi sono anche specialità assolutamente tipiche del posto, da assaggiare in ogni occasione. A cominciare dalle prime colazioni che noi chiameremmo brunch, per l’abbondanza e la varietà di cibi e bevande, se non fossero già serviti sin dal primo mattino. La “Jause” o merenda si fa un po’ a tutte le ore, a metà mattino o metà pomeriggio, e solitamente è sostanziosa, con prodotti della malga, polenta, funghi, dolci, Kaiserschmarr’n, Speck e altri salumi tipici. Non mancano, nei ristoranti, i chef creativi, di grande classe.
Il paesaggio è quanto più rilassante si possa immaginare: verde, dolce, ricco di corsi d’acqua. Le montagne (anche oltre 2000 metri) sono raggiungibili in pochissimo tempo; danno tuttavia un senso di delicata protezione più che suggestionare per la loro imponenza. In effetti, la Carinzia è una meta preferita di manager alla ricerca di calma per potersi rigenerare. Abbondano le opportunità di sport estivi ed invernali, ma ci si può anche semplicemente abbandonare al relax, immersi nella natura o facendosi coccolare in una beauty farm o nelle terme. Sono molte le opportunità di conoscere realtà insolite, come per esempio la miniera di granati, dove si può scalpellare per estrarre qualche pietra da portare a casa, eventualmente dopo averla fatta levigare da un esperto, all’interno del museo “Granatium” a Radenthein. www.granatium.at. Oppure, durante i trattamenti wellness si incontrano prodotti a base di Speick (Valeriana celtica) o di Steinöl, un olio estratto da una particolare ardesia ricca di depositi fossili. O ancora si assiste, come è successo a noi, alla transumanza, seguita dalla tradizionale festa. E’ notevole il Museum für Volkskultur (Museo della Cultura Popolare) di Spittal, con la sua ampia raccolta di arredi, oggetti e attrezzi dei carinziani, nelle varie epoche; il modo in cui sono disposte le sale fa immergere il visitatore in epoche remote, senza sentirsi in un museo. www.museum-spittal.com Gudrun Dalla Via
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